La riforma

Taglio dei parlamentari, la parola agli italiani

Dopo la riforma sul taglio dei parlamentari, arriva il referendum costituzionale chiesto da 71 senatori.

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L’AQUILA – Tutto pronto per il referendum sul taglio dei parlamentari, si vota a marzo.

Nella Gazzetta Ufficiale n. 23 del 29 gennaio 2020 è stato pubblicato il D.P.R. 28 gennaio 2020 relativo all’indizione del referendum costituzionale ex art. 138 della Costituzione, per l’approvazione del testo della legge costituzionale concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 240 del 12 ottobre 2019. Le operazioni di voto si svolgeranno nella giornata di domenica 29 marzo 2020, dalle ore 7.00 alle ore 23.00.

La richiesta del referendum è arrivata a margine dell’approvazione della riforma in via definitiva, dopo un lungo iter promosso dal Movimento 5 Stelle, che ridisegnata la composizione del Parlamento con 345 “poltrone” in meno previste. Il “taglio” riguarda 115 senatori e 230 deputati, con un risparmio stimato di 100 milioni di euro lordi all’anno. Rimarrebbero così 200 senatori e 400 deputati.

La riforma, però, non è piaciuta a tutti, così 71 senatori hanno richiesto il referendum. Contestato il risparmio “esiguo”, rispetto alla complessiva della spesa pubblica e soprattutto alla diminuita rappresentatività popolare. In fase di voto, ampio è stato lo schieramento dei favorevoli, dal M5S al Pd, a Leu e Italia Viva, fino al centrodestra con FdI, FI (in parte) e Lega. Ma l’ampia condivisione si è subito dissolta, con 71 senatori che hanno richiesto il referendum popolare con uno schieramento altrettanto trasversale. Per il referendum hanno infatti sottoscritto la richiesta senatori di FI-Udc, PD, Lega, Leu, IV-Psi e perfino un senatore del M5S (Di Marzio).

Insomma, tanta “confusione” da parte della politica su una riforma che evidentemente non convince completamente. A questo punto toccherà agli italiani dire la parola definitiva sulla questione, votando per il referendum domenica 29 marzo.