Spopolamento, crollano i residenti in provincia dell’Aquila

18 febbraio 2020 | 15:17
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Spopolamento, crollano i residenti in provincia dell’Aquila

Sos spopolamento in Italia. L’Aquila non fa eccezione: la tendenza alla diminuzione di residenti è circa quattro volte maggiore di quella dell’intero paese

“Infatti, in soli 9 mesi del 2019 (periodo gennaio-settembre) – denuncia la Cgil – la nostra provincia ha perso 2158 residenti rispetto al 1° gennaio 2019, di cui -1265 dovuti al saldo naturale morti-nascite e -893 dovuti al saldo migratorio verso altri territori. Di questi ultimi il 60% sono uomini e il 40% donne. Con un indice percentuale di incidenza rispetto alla popolazione dello 0,7% in meno rispetto all’anno precedente (quello relativo alla popolazione dell’intero Paese si attesta a un indice percentuale pari allo 0,19%) quello relativo all’Abruzzo è pari a 0,46%, con una diminuzione complessiva di popolazione regionale pari a 6072 residenti, di cui -4753 per saldo naturale e -1319 per saldo migratorio”.

“Non v’è chi non veda come la tendenza alla diminuzione di residenti per la provincia dell’Aquila è circa quattro volte maggiore di quella riferita all’intero paese, di quasi il doppio se ci riferiamo invece alla regione Abruzzo. Se da una parte incide pesantemente il saldo naturale, dall’altra continua inesorabilmente una tendenza allo spopolamento dei nostri territori. La mancanza di lavoro e la precarietà per le nuove occupazioni stanno generando insicurezza e timore per il futuro. I nostri territori rischiano di diventare sempre più fragili con una fascia di povertà in costante aumento. Tale condizione viene riscontrata anche dalla popolazione che beneficia del reddito di cittadinanza, infatti se si rapporta il numero di domande alla popolazione residente, è la provincia dell’Aquila quella che ha ‘la più alta incidenza di popolazione coinvolta con il 3,77% del totale, a fronte del 2,87% di Chieti, del 3,76% di Pescara e del 2,86% di Teramo, per un totale pari ad 1,61% dei nuclei familiari residenti sul territorio contro l’1,22% di Chieti, l’1,57% di Pescara e l’1,20% di Teramo’ “.

“La nostra provincia evidenzia dunque un arretramento strutturale del quadro economico” Lo spopolamento, secondo la Cgil si può combattere solo “rompendo la dinamica dell’isolamento progressivo delle zone meno densamente abitate o più lontane dai grandi agglomerati urbani, ma c’è bisogno di idee nuove e dell’impegno di tutte le forze di rappresentanza economiche e sociali”.

“Per questo motivo la CGIL immagina l’avvio di una nuova stagione di confronto politico, che ponga al centro le possibilità legate ai finanziamenti europei e la possibilità che la nostra provincia possa proporsi come un laboratorio d’iniziativa, dove sperimentare i temi dello sviluppo sostenibile, dell’inclusione sociale e dell’innovazione tecnologica, che sono l’asse portante della programmazione comunitaria che va dal 2021 al 2027“.