Capitale della Cultura 2021, uniti per tifare L’Aquila

26 febbraio 2020 | 19:24
Share0
Capitale della Cultura 2021, uniti per tifare L’Aquila

Da Pescara ai Comuni del Cratere, insieme per sostenere la candidatura de L’Aquila a Capitale italiana della Cultura 2021. I lavori del Consiglio straordinario.

Si è svolto oggi pomeriggio a Villa Gioia il Consiglio comunale straordinario per la candidatura de L’Aquila a Capitale italiana della Cultura 2021. La filosofia del progetto, i suoi cardini, le linee base del dossier di candidatura dell’Aquila a Capitale italiana della cultura 2021 sono state spiegate oggi pomeriggio dal coordinatore del progetto stesso, Pierluigi Sacco, al Consiglio comunale del capoluogo d’Abruzzo che si è riunito in seduta aperta. Il professor Sacco (collegato da Milano) ha spiegato i principi su cui poggerà il percorso di candidatura, che vanno, tra l’altro, dai collegamenti essenziali che devono esistere tra le strutture e il tessuto sociale, al coinvolgimento del territorio (e non solo del cratere sismico 2009) in questo ambito, alla connessione tra le espressioni culturali e la ricostruzione ad ampio raggio del post terremoto.

Il saluto inziale è stato portato dal presidente del Consiglio comunale, Roberto Tinari che ha rivolto un ringraziamento al professor Sacco: “Oggi è una giornata molto importante, è l’inizio di un percorso virtuoso che ha messo in moto le migliori capacità di progettazione per candidare L’Aquila a capitale italiana della cultura. Una importante opportunità per la nostra città, capoluogo di regione, con una vocazione internazionale e un patrimonio straordinario”.

capitale cultura

Prima del dibattito dei consiglieri comunali, sono intervenuti il vice sindaco di Pescara, Giovanni Santilli, il sindaco di Barisciano e coordinatore dei sindaci del cratere, Francesco Di Paolo, l’ex sindaco di Goriano Sicoli, Sandro Ciacchi, il rettore dell’università dell’Aquila, Edoardo Alesse, Alessandro Crociata, esperto di economia e cultura, docente presso il Gssi dell’Aquila e impegnato nella redazione del progetto di candidatura, Marco Brandizzi, direttore dell’Accademia delle Belle Arti, la dirigente della Soprintendenza unica Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città di L’Aquila e i Comuni del cratere, Maria Alessandra Vittorini, il direttore artistico della Società dei Concerti Barattelli, Fabrizio Pezzopane, e la vice presidente del Tsa, Rita Centofanti.

A seguire, l’intervento del sindaco Pierluigi Biondi: “Il 26 febbraio del 1971, il tranquillo Abruzzo arse sotto i moti dell’Aquila, a rivendicare il suo primato in una competizione atavica con la città di Pescara. Oggi, nel consesso comunale dedicato alla candidatura a capitale italiana della Cultura per il 2021, Pescara, a 49 anni di distanza, per il tramite del suo vicesindaco, Giovanni Santilli, interviene a suggellare una fratellanza, a esprimere un sostegno che ci dice che questa terra è capace di generosità, è unita, è realmente emancipata e profondamente lucida. Nel segno della cultura. […]Dopo due mesi di lavoro intenso, che ha coinvolto tutta la struttura comunale, la giunta, i dirigenti, il consiglio, grazie al contributo del sapiente gruppo dossier, guidato da Pier Luigi Sacco, L’Aquila ha un progetto rivitalizzante, destinato a segnare la definitiva rigenerazione del territorio, con l’apporto di tutta la regione. […] Il dossier che stiamo costruendo, per cui raccogliamo una partecipazione corale e pronta, è frutto di volontà, professionalità e fiducia. E siccome è il risultato di tutti noi, in caso di mancata conquista del titolo, non lo terremo chiuso nel cassetto come uno dei tanti tentativi esperiti e mal riusciti. Ne faremo, invece, uno strumento di programmazione, strategico, che con la cultura ci consentirà di lasciare il segno del compimento.  Il “kintsugi” è l’antica pratica giapponese usata per riparare gli oggetti, letteralmente “riparare con l’oro”. I punti di rottura sono sanati da materiale prezioso, ad accentuare la frattura. La riparazione diventi dunque la traccia esplicita e visuale del percorso di recupero, sopravvivenza ed esistenza arricchita di significato dall’esperienza che si è stati in grado di superare. Il riconoscimento a patrimonio immateriale dell’Unesco della Perdonanza celestiniana è un risultato tangibile di questo processo di rigenerazione. Noi, siamo il nostro tesoro. Su di esso poggia un’invincibile rinascita“.