Investire in azioni: quali sono i titoli a rischio per il coronavirus

27 febbraio 2020 | 05:21
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Investire in azioni: quali sono i titoli a rischio per il coronavirus

L’epidemia di coronavirus in Cina sta avendo un forte impatto sulle economie di mezzo mondo: quali sono le azioni più colpite dal coronavirus, da evitare e gli investimenti da fare?

Secondo molti analisti i mercati finanziari mostreranno un forte calo nel primo semestre del 2020, con una lenta ripresa che arriverà soltanto verso la fine dell’anno. Al di là dei risvolti sociali del virus, l’influenza del coronavirus a livello economico è elevata, perciò si tratta di una situazione da monitorare con grande attenzione da parte degli investitori.

Capire come si investe in azioni in un momento del genere non è semplice, infatti è fondamentale analizzare le implicazioni del virus, tentando di individuare quali aziende sono a rischio. Soltanto in questo modo è possibile evitare di investire in questi titoli, almeno finché la situazione non sarà contenuta e normalizzata con la produzione e la commercializzazione del vaccino. Ovviamente ci sono anche delle azioni da tenere d’occhio, con alcune imprese che potrebbero trarre un vantaggio economico dalla pandemia.

Le azioni più colpite dal coronavirus da evitare

Quasi tutti gli analisti prevedono un contenimento del coronavirus entro il primo trimestre del 2020. Si parte dunque da un impatto fortemente negativo sulle borse nei primi 3 mesi dell’anno, una situazione piuttosto incerta per il secondo trimestre, con un rialzo nella seconda parte dell’anno. Lo scenario è quello di un rallentamento dell’economia cinese, che potrebbe crescere sotto il 5% nel primo trimestre 2020, sebbene alcune previsioni indichino una possibile discesa sotto il 4%.

Le conseguenze economico-finanziarie del coronavirus non riguardano soltanto la Cina, ma tutte le principali economie asiatiche, con ripercussioni anche in Europa e negli Stati Uniti. In particolare, almeno per il primo trimestre 2020, è necessario evitare l’acquisto di titoli di compagnie aeree, le più colpite dalla diffusione del virus, ma anche di fornitori come Airbus e Boeing che potrebbero subire un rallentamento di nuovi ordini, con le società impegnate a far quadrare i conti e contenere le perdite accumulate finora.

Allo stesso modo sono a rischio anche le azioni delle aziende turistiche, soprattutto grandi gruppi internazionali con attività in Asia, catene di ristorazione e in generale le imprese attive nei settori retail, hospitality e nei trasporti. Da non sottovalutare sono anche i pericoli legati al comparto assicurativo, con diverse aziende che potrebbero dover pagare ingenti rimborsi per le spese mediche, un aumento dei costi che inciderà negativamente sulle performance del 2020.

Con il coronavirus inoltre stanno diminuendo i consumi e le esportazioni, una situazione complicata soprattutto per i grandi marchi del lusso, per i quali la Cina e l’Asia rappresentano da anni i principali mercati. Tra i brand più colpiti ci sono ad esempio Ferragamo e Kering, nonostante l’impatto più consistente si è visto sul gruppo internazionale Lvmh. Il colosso di Bernard Arnault, che comprende marchi esclusivi come Dior, Fendi, Vuitton e Tiffany ha perso da inizio anno oltre il 5%, una svalutazione che ha permesso a Jeff Bezos di scavalcare Arnault nella classifica degli uomini più ricchi del mondo.

Quali aziende potranno beneficiare dell’epidemia di coronavirus

Se da una parte diverse imprese sono a rischio, a causa dell’epidemia di coronavirus in Cina e nel resto del mondo, ci sono allo stesso tempo delle aziende che stanno di fatto traendo dei benefici commerciali. Si tratta ad esempio delle imprese che vendono mascherine e altri accessori di protezione delle vie respiratorie, sebbene la crescita degli ordini riguarda soltanto il breve termine, con una normalizzazione della produzione che non tarderà ad arrivare.

Invece i titoli più interessanti nel medio termine sono senza dubbio quelli delle aziende farmaceutiche, in particolare le imprese che commercializzeranno il vaccino. In queste situazioni infatti i governi sono costretti a fare grandi ordini per proteggere la popolazione, quindi le vendite del vaccino saranno sicuramente elevate con una diffusione capillare in tutto il pianeta. Il settore biotech e quello farmaceutico saranno dunque da monitorare con grande attenzione, offrendo buone opportunità d’investimento a chi saprà usufruirne nel momento giusto.

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