Riabilitazione dei rapaci, l’Italia fa scuola con il falconiere abruzzese Granati

29 febbraio 2020 | 15:36
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Riabilitazione dei rapaci, l’Italia fa scuola con il falconiere abruzzese Granati

Giovanni Granati in Texas per la presentazione di una innovativa tecnica italiana per la riabilitazione dei rapaci a rischio estinzione

Il falconiere abruzzese Giovanni Granati sta partecipando in queste ore come Speaker al NWRA Symposium, l’annuale convegno che vede riuniti i maggiori esperti mondiali che si occupano di riabilitazione della fauna selvatica e tutela e benessere animale a rischio estinzione, come unico italiano ad aver mai partecipato a questo evento.

falconiere giovanni granatifalconiere giovanni granati

Gia impegnato lo scorso mese in California per la presentazione ufficiale di un film internazionale sull’arte della falconeria intitolato “Overland Movie” presso il Santa Barabara Film International (andrà in onda questa domenica 1 marzo ore 13.40 un servizio sul tg5 Arca di noè proprio su questo argomento), Granati sta attivando importanti collaborazioni con i centri di riabilitazione e reintroduzione americani già da diversi anni con cui svolge diversi progetti.

La National Wildlife Rehabilitators Association (NWRA) è un’associazione senza fini di lucro creata per soddisfare la specifica esigenza dei riabilitatori della fauna selvatica che desideravano che un’organizzazione raccogliesse e diffondesse informazioni e, stabilisse standard per la cura degli animali selvatici.

Il falconiere abruzzese Granati, responsabile di GAIA-L’Altritalia Ambiente per la fauna selvatica, presenterà i suoi studi sulle moderne tecnologie utilizzate per la riabilitazione dei rapaci.

falconiere giovanni granatifalconiere giovanni granatifalconiere giovanni granati

Tecnologie, uniche al mondo, applicate alla falconeria e alla reintroduzione visto che i rapaci sono alcune delle specie più a rischio al mondo. Salvare questi uccelli è fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema e una corretta reintroduzione è di fondamentale importanza.

Nella maggior parte dei centri di riabilitazione, gli uccelli vengono di solito rilasciati dopo un periodo di confino, in cui vengono semplicemente alimentati e osservati, senza nessuna attenzione sulla muscolatura. Questo però comporta che gli uccelli vengono rilasciati senza un adeguato recupero muscolare necessario per l’autosufficienza in natura e inoltre la maggior parte di essi rimane legata ai custodi dopo il rilascio. Senza un adeguato recupero muscolare i rapaci non sono in grado di volare al meglio delle loro capacità, di vedere, nutrirsi e avere una forma fisica sufficiente a cacciare ed effettuare voli prolungati.
La metà degli uccelli liberati muore di fame entro una settimana dal rilascio (fonte: Csermely, 2000).

In questo caso le tecniche di falconeria possono rivelarsi un sistema inadeguato per la reintroduzione dal momento che i rapaci addestrati tendono a relazionarsi con la figura umana e una volta lasciati liberi continuano a fare affidamento sull’uomo durante la caccia guidati da un istinto predatorio attivato dalla fame. Questo comportamento può essere loro fatale.

Giovanni Granati ha messo a punto un metodo di formazione denominato “Flyboost” ed è il primo programma di addestramento studiato appositamente per i rapaci, che combina l’arte antica della falconeria, l’uso delle moderne tecnologie e la protezione dell’ambiente.

Questo metodo di allenamento innovativo, basato su allenamenti specifici con droni e altri mezzi tecnologici, rappresenta la risposta perfetta alla domanda, consentendo di superare i problemi individuati nell’adattare le tecniche di falconeria alla reintroduzione.

L’uso del GPS e delle telecamere rappresentano quindi uno strumento fondamentale per verificare le dinamiche di volo dei rapaci. In questo modo, specialmente per la reintroduzione di animali feriti, è possibile monitorare il movimento delle ali e capire se il rapace è pronto per essere reintrodotto o meno.

La sperimentazione basata su questo metodo di formazione è stata condotta negli ultimi anni in collaborazione con l’Università di Teramo  “Facoltà di Bioscienze, Agroalimentare e Scienze Ambientali” e “Facoltà di Medicina Veterinaria” i cui studi sono in pubblicazione scientifica su riviste internazionali.
Il metodo è stato riassunto in un manuale teorico-pratico che verrà pubblicato dalla casa editrice canadese Hancock