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La storia di Giulia: un’aquilana in Texas per realizzare i suoi sogni

Parla aquilano una delle ultime ricerche sul microbiota del cane in corso alla A&M University in Texas. Nel team la giovane veterinaria aquilana Giulia Pignataro.

Giulia Pignataro è una giovane veterinaria aquilana volata in Texas per studiare il microbiota del cane.

La dottoressa Giulia Pignataro si trova a College Station, una città di circa 100 mila abitanti non lontana da Houston e sta studiando presso la A&M University, una delle più importanti al mondo per il settore veterinario.

Giulia ha compiuto gli studi universitari a Pisa dove, nel 2014, si è laureata in Medicina veterinaria con una tesi sulle enteropatie croniche del cane, oggetto di pubblicazione.

Un’esperienza, quella americana, vissuta tra l’altro in un periodo particolare a livello mondiale a causa dell’emergenza del Coronavirus, del quale anche l’America non è stata immune ma con una reazione a quanto pare molto diversa.

“Ci sono diversi casi di Coronavirus – spiega – una sessantina circa ma la vita scorre regolare. So benissimo cosa sta succedendo in Italia, qui invece tutto procede normalmente. nessuna psicosi!Non sono preoccupata!”.

Il Capoluogo è volato virtualmente in Texas con lei per conoscere da vicino lo studio sul microbiota del cane ma anche per curiosare un po’ nella sua vita americana.

Come è arrivata Giulia in Texas?

Prima dell’esperienza a stelle e strisce c’è stato il dottorato di ricerca vinto nel 2017 con l’Università di Teramo e un’esperienza nel 2018 in Belgio di 5 mesi presso un’azienda, la Prodigest, che ha inventato un macchinario che simula l’intestino umano per validarlo con un modello per il cane.

A College Station si trova in un laboratorio di ricerca che è considerato il più importante al mondo nella gastroenterologia veterinaria.

College Station infatti ospita il campus principale della Texas A&M University, l’istituzione di punta del Texas A&M University System; la città deve il suo nome e la sua esistenza alla posizione dell’università lungo una ferrovia.

“Il progetto di ricerca al quale sto lavorando – spiega Giulia al microfono del Capoluogo – riguarda il microbiota del cane sano. Con il team stiamo creando una mappatura del microbiota di un animale in perfetto stato di salute per compararlo con quello del cane malato. Se sono qui lo devo al mio tutor di dottorato, il professore Alessandro Gramenzi, dell’Università di Teramo. Abbiamo un bellissimo rapporto con lui ed è grazie a lui che sono qui e ho fatto tutte queste cose”.

Infatti, l’esperienza in Texas non è il primo studio di settore con il quale Giulia si sta confrontando; già l’anno scorso, insieme a un team di ricercatori dell’Università di Teramo ha messo a punto un modello in vitro, denominato SCIME (Simulator of the Canine Intestinal Microbiome), in grado di simulare l’ecosistema intestinale del cane per valutare gli effetti di farmaci e nutraceutici sul suo microbiota e superare così le problematiche tecniche ed etiche tipiche degli studi in vivo.

I risultati dello studio, coordinato da Giulia Pignataro, sono stati anche pubblicati sul Journal of Veterinary Internal Medicine.

I ricercatori hanno raccolto campioni fecali da quattro cani sani (ognuno dei quali è stato nutrito con due diversi tipi di alimenti) e li hanno inoculati nel sistema SCIME. Il modello è stato validato mediante la quantificazione di SCFA, lattato e ammonio.

La composizione del microbiota del colon è stata analizzata attraverso qPCR utilizzando primer specifici per Firmicutes, Bacteroidetes, Bifidobacteria, Lactobacilli ed Enterobacteriaceae e mediante la tecnica 16S sequencing per analizzare la popolazione batterica totale.

“Sono contenta di essere qui – spiega – perchè sebbene sia un posto molto diverso dalle mie solite abitudini, è votato alla ricerca. Posso imparare tanto e soprattutto mettere in campo quanto studiato in tutti questi anni”.

Infatti, la gavetta di Giulia è iniziata proprio tanti anni fa, con la scelta di un percorso di studi lungo e anche difficile, supportato da una grande passione per gli amici a 4 zampe, come la sua Lara, un superbo esemplare di Weimaraner che attende con ansia il suo ritorno all’Aquila.

Giulia Pignataro

“Volare dall’altra parte del mondo e lasciare i miei affetti non è stato facile, ma sono anni che mi occupo di microbiota del cane. Ho fatto anche diversi corsi in giro per l’Italia sull’argomento e questa è stata una bella opportunità. A maggio torno all’Aquila, poi nel 2021 finalmente discuterò la tesi di dottorato”.

Perchè è importante studiare il microbiota del cane?

“Il cane domestico è l’animale da compagnia per antonomasia e sempre più attenzione è rivolta al suo benessere. I fattori che influenzano la salute intestinale canina, e quindi il relativo microbiota, sono diversi: la dieta, l’età, i disordini metabolici come l’obesità e il diabete e le patologie infiammatorie intestinali”.

Secondo alcuni studi molto recenti, nel microbiota del cane gioca un ruolo fondamentale l’introduzione di nuove diete, come per esempio la BARF (Bones and Raw Food), che promuove cibi crudi a scapito di vegetali e uova, ha modificato il regime alimentare canino.

Questo comporta alcuni vantaggi, come il miglioramento della qualità del pelo e della pelle, la riduzione di patologie dentali e il lenimento delle artriti, ma anche alcuni svantaggi, come lo squilibrio nutrizionale e le infezioni batteriche.

Tutto questo è al centro delle ricerche che Giulia sta compiendo a College Station con un team di esperti; le giornate sono scandite dagli impegni e dalle ore di studio e ricerca in laboratorio, ma come vive un aquilano in Texas?

“Non è semplice, le persone sono molto gentili ma l’ambiente è ostile. Non hanno una cultura sociale come la nostra, non è previsto uscire insieme anche solo per una cena. Io mi sto muovendo da sola, per lo Spring break andrò in giro a vedere parchi naturali e il Gran Canyon, in modo da riportare anche qualche esperienza”.

“Casa mi manca, anche le mie abitudini alimentari, qui c’è tanta carne, buonissima tra l’altro, ma c’è tanto cibo fritto: siamo letteralmente circondati da ‘junk food’. La cosa però che mi manca più di tutte, perchè al cibo in qualche modo ti abitui, è la totale mancanza di convivialità, soprattutto per un abruzzese come me votata alla condivisione!”.

giulia pignataro

“Probabilmente andando fuori casa apprezzi molto di più ciò che hai, anche a livello di affettività e rapporti umani. Ci lamentiamo tanto del nostro Paese, spesso gli stessi aquilani parlano tanto male della città che da qui invece mi sembra ancora più meravigliosa. Per i miei studi questo passaggio in America è stato importantissimo; in ogni caso W l’Italia sempre, magari non lo sappiamo, ma siamo davvero gente straordinaria!”, conclude.

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