Coronavirus, il grido di allarme di una ristoratrice

Coronavirus, il grido di allarme di una ristoratrice di Pettorano: “o facciamo fronte comune o affonderemo per sempre!”.
Cari sindaci della Valle Peligna,
in queste ore difficili per il nostro territorio e piu’ in generale per il nostro Paese in conseguenza del diffondersi del ‘Coronavirus’ mi sento di rivolgermi a voi per un appello in favore di una battaglia che io ritengo fondamentale dal punto di vista economico e di tutela del nostro tessuto sociale.
Come proprietaria del ristorante Il Torchio a Pettorano sul Gizio, e dunque di una attività commerciale, mi sento di dire che, come richiestoci dalla regione Abruzzo, garantiamo le corrette e richieste misure di distanza di sicurezza: il locale ha normalmente 60 posti a sedere e per questo periodo non accettiamo piu’ di 30 coperti a servizio, e seguiamo come sempre la normativa ‘Haccp’ ed in piu’ stiamo adottando ulteriori precauzionali come l’eliminazione del menu’ a tavoli e, l’installazione di un igienizzatore per le mani nell’antibagno
Ciò nonostante è indiscutibile il fatto che stiamo assistendo ad un netto e drastico calo del lavoro.
La piccola e media impresa in Italia è già in pericolo da tempo per la pressione fiscale imposta, ma nonostante cio’ noi continuiamo a lavorare per pagare la tasse e vivere come meglio possiamo scegliendo il male minore.
Ma ahimè questa drastica e improvvisa crisi porterà solo conseguenze negative alla mia attività e a chi vive nella mia stessa situazione
Chiedo pertanto a tutti i sindaci della Valle Peligna, con invito rivolto a tutti i primi cittadini abruzzesi ed italiani in generale, comportamenti da ‘buoni padri di famiglia’: far fronte insieme per ottenere un programma economico che ci aiuti in questo periodo.
Il fatto di essere entrati da poche ore a far parte della ‘zona rossa’ significa che non subiremo a prescindere effetti economici di questa grave situazione sanitaria. Già risollevarci dai periodi del terremoto è stato complicato per noi che operiamo in piccole realtà.
Chiedo dunque un vostro impegno immediato e fattivo per non far finire al collasso non solo il ristorante che gestisco, ma tutte le fondamentali attività commerciali della nostra zona.
Bisogna potare avanti una battaglia a favore dell’economia della nostra zona.
Nello specifico Pettorano sul Gizio per fortuna, dopo tantissimi anni, stava iniziando a registrare dati di crescita grazie all’impegno di persone che hanno dimostrato grandi competenze nel settore turistico.
Il mio auspicio è che questo periodo segnato dagli effetti del ‘Coronavirus’ non distrugga quanto fatto fin ora.
Per questo , vista la grande sensibilità dimostrata in passato nel preservare noi residenti, sollecito tutti i sindaci della Valle Peligna a lottare e quanto meno ad ottenere dal governo nazionale di riuscire a bloccare la pressione fiscale per questo periodo
Le piccole e medie imprese reggono l’intera Valle Peligna: non lasciateci morire!
Con le nostre forze riusciremmo a sopravvivere pochi mesi. Un’attivitá aperta o chiusa ogni giorno accumula spese anche senza andare al supermercato, spegnendo tutti i frigoriferi e senza accendere il riscaldamento. Accumuliamo spese e debiti anche rimanendo fermi.
Ed ogni locale che spegne per sempre la propria insegna per motivi economici, è una perdita grave per il territorio e per il luogo che la ospita.
Ecco perché l’appello che io faccio a tutti i sindaci della Valle Peligna in difesa delle nostre attività, vorrei estenderlo agli altri proprietari di Partite Iva della zona.
Qui non c’è differenza fra bar, pub, ristoranti, trattorie, pizzerie o semplici chiostri. Qui siamo tutti insieme sulla stessa barca: o facciamo fronte comune nel sollecitare le istituzioni locali e nazionali in nostra difesa e tutela, o affondiamo per sempre.
Non puo’ e non deve esistere la mentalità del ‘mors tua, vita mea’, perché gli effetti della crisi economica di questo periodo potrebbero avere conseguenze irreparabili per tutta la nostra Valle e tutta regione Abruzzo.
Io ho un ristorante a Pettorano sul Gizio e qui vorrei continuare a lavorare e a vivere.
Milena Ciccolella
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