L’Aquila, le misure anti Coronavirus di commercio e ristorazione

10 marzo 2020 | 09:32
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L’Aquila, le misure anti Coronavirus di commercio e ristorazione

Dpcm e impatto del Coronavirus sulle attività commerciali e di ristorazione. La situazione a L’Aquila.

Confusione nell’applicare le direttive, danni economici incalcolabili: il Coronavirus colpisce anche l’economia locale. Sono i piccoli imprenditori ad essere più a rischio. Tante le segnalazioni arrivate a IlCapoluogo.it e relative proprio alla gestione dell’emergenza Coronavirus.

A creare inizialmente il panico, il precedente Dpcm approvato in piena notte. Così, la mattina dopo, ristoratori e commercianti si sono ritrovati con prescrizioni che all’inizio non apparivano chiare, a partire dal famoso metro di distanza da far mantenere all’interno dei locali: devono rimanere a distanza i tavoli? O anche le persone allo stesso tavolo, magari fidanzati che si erano baciati fino a poco prima? Insomma, dubbi interpretativi di vario genere che hanno lasciato nel caos gli esercenti, fino a quando non si è capito che si trattava di musure relative alla distanza tra tavoli. Ad ogni modo, ognuno si è attivato secondo le proprie possibilità. Qualcuno ha scelto di tagliare la testa al toro e chiudere, qualcun altro, soprattutto in centro storico, ha preferito ridurre il numero dei tavoli e sospendere il servizio al bancone, altri ancora hanno anche ridotto gli orari di apertura, qualcuno si è “specializzato” con il servizio a domicilio. Nel frattempo i ristoranti si svuotano. Se pub e alcuni locali con clientela più giovane risentono meno dell’allarme Coronavirus, le attività come quelle dei ristoranti hanno subito un duro colpo, con locali completamente vuoti. È poi arrivato il decreto #iostoacasa, che fa di tutta l’Italia un’unica zona protetta, estendendo prescrizioni e divieti, con tutto ciò che ne consegue.

Ma se gli incassi vengono azzerati, rimangono i costi relativi agli affitti e al pagamento dei contributi, questi ultimi con scadenza a lunedì 16 marzo. Le realtà più grandi per il momento riescono a far fronte alla situazione, ottenendo prestiti, cosa naturalmente più difficile per le piccole realtà che incontrano maggiori ostacoli con l’accesso al credito.

D’altra parte in questo momento la soluzione non può essere certamente quella di riempire i locali: la priorità va giustamente data al contenimento del contagio. Resta il fatto è che in molti saranno costretti a chiudere definitivamente, se non arriveranno provvedimenti concreti a sostegno dell’economia.

Capitolo a parte, quello relativo alle aziende che producono in Abruzzo, ma lavorano con materie provenienti dal nord, che hanno mense, spogliatoi e tutto un “circuito” che naturalmente è entrato in crisi con l’emergenza Coronavirus. Anche in questo caso, tanti i dubbi e le difficoltà, per un sistema produttivo che rischia di uscire gravemente danneggiato.

Insomma, com’è vitale e inderogabile il contenimento del virus a livello sanitario, bisognerà anche trovare i mezzi per difendere l’economia, locale e nazionale.

“I provvedimenti maggiormente auspicati per far fronte allo stato di profonda crisi delle imprese turistiche e commerciali della Provincia – scrivono da Confcommercio – sono in primo luogo indennizzi a favore dei settori maggiormente penalizzati, agevolazioni per l’accesso al credito bancario e la cassa integrazione in deroga anche per le micro e piccole imprese. Sulla linea delle richieste già avanzate dalla Confcommercio Regionale, inoltre, i Presidenti Provinciali delle Categorie turistico-commerciali richiedono a gran voce al Presidente della Regione Abruzzo l’immediata istituzione di un tavolo operativo in grado di proporre al Governo Nazionale e porre in essere, per quanto di propria competenza, provvedimenti adeguati all’emergenza economica in atto come la dichiarazione dello stato di crisi, la proroga delle scadenze fiscali e contributive, la moratoria sui mutui, l’attivazione del fondo centrale di garanzia e il fondo di integrazione salariale. Il piano di azione prevede anche la richiesta di sospensione dei tributi locali quali IMU, TASI e TARI e la proroga del pagamento dei contributi SIAE ed SCF”.

(In copertina immagine di repertorio)