Sanita'

Coronavirus, anche i giovani in terapia intensiva

Il Coronavirus non colpisce solo gli anziani: 3 giovani ricoverati in terapia intensiva in Abruzzo.

Ci sono anche pazienti giovani tra quelli ricoverati in terapia intensiva in Abruzzo perché risultati positivi al Coronavirus.

A Pescara, ad esempio, è stato necessario il ricovero a terapia intensiva per tre persone la cui età va dai 38 ai 42 anni.

Le località di provenienza, si apprende da fonti sanitarie, sono Città Sant’Angelo, Penne e Pianella (Pescara).

Tutti hanno una grave insufficienza respiratoria e sono sottoposti a ventilazione meccanica.

Quindi, il Coronavirus non è solo una patologia “per anziani”.

Un dato che emerge, giorno per giorno, dai vari bollettini medici che si susseguono da Nord a Sud del Paese.

La conferma della tendenza, che emerge man mano che i dati epidemiologici si consolidano, arriva dal San Raffaele di Milano; nell’ospedale di via Olgettina è ricoverato un ragazzo di appena 18 anni. E in altre strutture del capoluogo lottano tra la vita e morte diversi 20enni.

“Il 35% delle persone ricoverate in terapia intensiva ha meno di 65 anni”, ha detto Cristina Mascheroni, presidente regionale dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri, in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano – la questione non è mai stata troppo affrontata, ma è sempre stata la stessa. Non dimentichiamo che il cosiddetto paziente 1 soccorso a Codogno ha 38 anni ed è un giovane sportivo che aveva appena fatto una maratona, quindi una persona sana”.

E che Ivo Cilesi, il medico che curava i malati di Alzheimer a Cene, in provincia di Bergamo, aveva 61 anni.

Fin dall’inizio questo virus ha colpito anche i 40enni e i 50enni – ha spiegato Mascheroni – Non si è mai puntato troppo l’attenzione su questo fatto perché la maggior parte degli ammalati sono anziani e muoiono solo quelli con comorbidità, quelli cioè affetti da più patologie. Una circostanza che, però, non esclude che il giovane senza nessuna malattia associata possa essere colpito“.

A confermarlo sono i dati ufficiali: su 8.342 casi positivi, fa sapere l’Istituto superiore di sanità, l’1,4% ha meno di 19 anni, il 22,0% è nella fascia 19-50, il 37,4% tra 51 e 70 e il 39,2% ha più di 70 anni.

A questo, bisogna aggiungere che i ventilatori non bastano per tutti: l’unico modo per far fronte alla grave situazione di emergenza è che ci siano meno contagi possibile.

Un monito chiaro a evitare i contatti, a restare a casa il più possibile e uscire se non per reali necessità.

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