L'epidemia

Pronto soccorso di Pescina, D’Orazio: “Riaprire per fronteggiare l’emergenza”

Richiesta ufficiale alla Regione da parte del sindaco di San Benedetto dei Marsi, per riaprire il Punto di Primo Intervento di Pescina.

La Marsica non può fare a meno delle sue strutture sanitarie in piena emergenza coronavirus. È il senso dell’appello del sindaco di San Benedetto dei Marsi, Quirino D’Orazio.

Il primo cittadino ha inoltrato richiesta di potenziamento del presidio ospedaliero di Pescina, momentaneamente sospeso.

A sospendere l’attività del PPI pescarese la Asl stessa, dopo il riscontro di un caso positivo di un medico che prestata servizio proprio nei locali della struttura sanitaria di Pescina. In aggiunta all’urgenza di personale medico-sanitario arrivata dal pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano. Emergenza, questa, che ha portato alla chiusura momentanea anche del pronto soccorso di Tagliacozzo.

“Dopo averlo anticipato sui canali mediatici, come promesso, ho ufficialmente inoltrato al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, all’assessore alla Sanità regionale Nicoletta Verì e al direttore della Asl1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Roberto Testa, la richiesta di potenziamento dell’ex presidio ospedaliero Serafino Rinaldi di Pescina, al fine di fronteggiare più efficacemente, all’interno del territorio marsicano, l’emergenza epidemiologica da Covid 19“. Lo scrive Quirino D’Orazio all’indirizzo delle Istituzioni.

“All’indomani delle dichiarazioni rilasciate dal Governo circa lo stanziamento di fondi per combattere l’emergenza in atto e dell’emanazione dell’ordinanza del 9 marzo 2020, da parte del Presidente della nostra Regione, con la quale si prevede, tra l’altro, l’acquisto di apparecchiature sanitarie, l’incremento dei posti letto nei reparti di terapia intensiva ed il potenziamento dei presidi sanitari locali, ora attendiamo l’adozione di quei provvedimenti concreti, che le nostre comunità legittimamente si attendono”.

“Siamo ben consapevoli delle enormi difficoltà che ci troviamo davanti, ma vogliamo essere fiduciosi. Ci auguriamo, poi, che il trasferimento del personale medico-sanitario, disposto verso altre strutture ospedaliere, sia solo strettamente momentaneo e che sia dettato solo da necessari motivi di sicurezza degli operatori medico-sanitari e dei pazienti. Rivolgo, infine, un ultimo appello, affinché tutte le forze coinvolte in questa difficilissima sfida, siano esse appartenenti al mondo della politica, della sanità o della collettività, comprendano che questo è il momento in cui bisogna stringersi a coorte, rispettando scrupolosamente le regole e collaborare come non si è mai fatto prima. Solo così avremo la speranza di salvare noi stessi e di contribuire a salvare il sistema Italia”.

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