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Emergenza Poesia, la Primavera arriva in solitudine

15 marzo 2020 | 10:06
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Emergenza Poesia, la Primavera arriva in solitudine

Spunti poetici ai tempi del Coronavirus: Antonio Machado. La Primavera arriva in solitudine ma la sua “veste bianca fluttua nell’aria” a testimoniare la vita. La rubrica di Alessandra Prospero

Alla deserta piazza
conduce un labirinto di stradine.
Da un lato, la vecchia scura muraglia
di una chiesa in rovina;
da un altro, il bianchiccio muro di cinta
di un giardino di palme e cipressi;
di fronte a me la casa,
ed in essa la grata
davanti al vetro dove lieve sfuma
la sua figura dolce e sorridente.
Me ne andrò via. Non voglio
chiamarti alla finestra… Primavera
viene – la veste bianca
fluttua nell’aria della piazza morta -;
ecco, accende le rose
dei tuoi roseti… Desidero vederla…

Antonio Machado
Frammento tratto dalla raccolta “Soledades”, contenuto nella sezione dedicata alle “Rive del Duero”

Nell’articolo precedenteabbiamo incontrato la mancanza e il bisogno dell’Altro, nell’istinto imprescindibile dell’incontro sotto forma di abbraccio. Con i versi del poeta Antonio Machado scopriamo ora la mancanza e il bisogno dell’Altro, laddove l’Altro è la terra, l’ambiente che ci circonda e in cui siamo liberi di esistere.
Per il poeta spagnolo la terra a cui fanno riferimento questi versi è quella andalusa e castigliana della raccolta “Soledades” (Solitudini): nella prima edizione, pubblicata nel 1902, troviamo il fervore lirico del giovane Machado.
Per noi aquilani la “piazza morta” a cui si accede tramite “un labirinto di stradine” ha un significato vivido e recente purtroppo, che si riaccende in questa nuova fase di stallo sociale. Come nella poesia di Machado, la nostra Primavera arriva in solitudine, ma la sua “veste bianca fluttua nell’aria” a testimoniare la vita.