Emergenza coronavirus

Taffo, la sepoltura al tempo del Coronavirus

Taffo, la sepoltura al tempo del Coronavirus. Un iter difficile e anche doloroso per i parenti delle vittime.

Funerali vietati a causa dell’emergenza Coronavirus, ma soprattutto particolari accortezze per la sepoltura dei defunti positivi al Covid 19.

*Ricordiamo ai nostri lettori che questa intervista è stata possibile in virtù di un rapporto fiduciario tra la testata e Taffo.

Coronavirus, i problemi della sepoltura

Tanti i problemi da Nord a Sud del Paese in questa emergenza globale; a Napoli una famiglia è rimasta con una defunta, morta in casa, per più di 24 ore, perchè nessuno è andato a fare il tampone.

Da Bergamo giungono racconti quotidiani dell’emergenza Coronavirus, con le pagine dell’Eco di Bergamo piene di necrologi e dei feretri che dovranno attendere a lungo per essere degnamenti sepolti.

Come funziona la tumulazione del defunto che ha contratto il Coronavirus?

Lo abbiamo chiesto a Piero Taffo, incaricato a Roma allo Spallanzani di diverse sepolture ‘speciali’, che ci ha spiegato le problematiche che stanno incontrando sia i parenti che gli addetti ai lavori, in un momento così difficile, soprattutto da un punto di vista psicologico per i parenti dei defunti, che non possono assicurare un degno funerale.

“Il Coronavirus ha sconvolto la vita di noi italiani, cambiando il nostro quotidiano – spiega Piero Taffo al Capoluogo -, nel settore delle pompe funebri ci siamo dovuti adeguare ai nuovi standard di sicurezza, anche adottando particolari accortezze per salvaguardare la nostra salute”.

Coronavirus, la sicurezza degli addetti ai lavori

Dobbiamo uscire forniti di protezioni adeguate: tute, camici, occhiali, maschere particolari che non sono quelle che hanno i medici in ospedale. È cambiato l’approccio nei confronti del defunto e dei suoi familiari andando a spersonalizzare anche quell’aspetto umano che per forza devi avere, trovandoti di fronte alla morte”, chiarisce.

Coronavirus, funerali a porte chiuse

Quindi, non solo non si possono celebrare i funerali, ma non si può tenere nemmeno la veglia funebre in casa, “è stato disposto che non entri nessuno in casa, sempre per una questione di sicurezza, possono stare nella stanza con il defunto massimo 2 persone evitando contatti di qualunque tipo, rimanendo comunque il meno possibile. In obitorio invece possono entrare massimo due persone per volta e nella cerchia dei parenti più stretti!”.

Piero Taffo ci riferisce di una situazione difficile soprattutto dal punto di vista umano: “la sepoltura di questi tempi è ancora più triste, possono partecipare pochissime persone. Ho sentito alcuni colleghi del Nord e mi stanno dicendo che in alcuni cimiteri sono finiti i posti e i forni crematori stanno lavorando 24h al giorno, con un numero di decessi che cresce di giorno in giorno”.

Dopo la sepoltura inoltre, “macchine, attrezzature e indumenti vengono sanificati – spiega ancora – procedura che prima veniva fatta ogni 15 giorni. Gli ambienti di lavoro sono monitorati, ogni 2 giorni vengono disinfettati anche uffici e magazzini per cercare di mantenere l’ambiente lavorativo ma soprattutto per una questione di tranquillità nei confronti dei nostri dipendenti”.

“Credo che ormai la situazione sia ben chiara, dobbiamo attenerci al rispetto delle regole che il governo ha impartito: state a casa il più possibile, questa cosa passerà presto ma bisogna stare attenti. Noi siamo in prima linea con un lavoro che purtroppo ci mette a contatto con le disgrazie. Dietrotutto questo ci sono le nostre famiglie, che la sera ci aspettano e temono per la nostra salute. Noi cerchiamo di stare più attenti anche per loro“, conclude.

*Taffo è un partner commerciale del Capoluogo.

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