Debiti Perdonanza, dopo 15 anni la Cassazione condanna il Comune

Perdonanza e debiti non pagati, dopo 15 anni la Cassazione costringe il Comune dell’Aquila a pagare i 6 mila euro dovuti a un imprenditore.
La causa civile ha visto da una parte il Comune dell’Aquila e dall’altra un imprenditore aquilano, Francesco Dufrusine, che aveva avuto l’incarico nel 2004 di service e audio per alcuni spettacoli della Perdonanza.
Dopo 15 anni la decisione in Cassazione; l’imprenditore aquilano aveva dovuto intentare la causa perchè dopo la Perdonanza del 2004 non ha mai avuto i 6 mila euro pattuiti.
L’uomo, nel 2005, ottenne un decreto ingiuntivo per un totale di 6 mila euro, sempre in riferimento alla Perdonanza del 2004.
Il Comune dell’Aquila allora fece opposizione, deducendo la “carenza di legittimazione attiva”.
Dopo quasi sette anni, con sentenza depositata nel 2012, il tribunale respinse l’opposizione del Comune e condannò l’ente a corrispondere la somma all’imprenditore.
La controversia però non fini lì; nel senso che il Comune ha poi proposto ricorso in Appello, ma anche in quel grado di giudizio le cose non sono cambiate e il verdetto non è cambiato.
Come riporta Il Centro, successivamente c’è stata l’opposizione da parte del Comune dell’Aquila al pignoramento della somma nella sua tesoreria e infine la Cassazione.
“Prima di esaminare i motivi del ricorso – scrivono i giudici della Cassazione – va evidenziato che lo stesso ricorso indica che la sentenza della Corte d’appello oggetto di impugnazione è stata notificata in data 28 marzo 2014. In atti, non si rinviene la copia della sentenza di secondo grado completa della relata di notificazione, ma solo la copia autentica della stessa, dalla quale si evince che la decisione è stata depositata il 14 febbraio 2018. Poiché, da quanto esposto da parte ricorrente, non si evince che la notificazione della sentenza sia avvenuta in forma telematica, si deve presumere che essa sia stata eseguita nelle forme ordinarie. Va ribadito che il ricorrente, quando deduce in ricorso che la sentenza impugnata gli sia stata notificata, ha l’onere di allegare al proprio fascicolo la copia della decisione stessa completa della relata di notificazione, onde consentire a questa Corte la verifica della procedibilità del gravame, preliminare rispetto alla stessa ammissibilità di quest’ultimo. Qualora ciò non sia avvenuto, e la sentenza completa della relata di notificazione non venga depositata, il ricorso dev’essere dichiarato improcedibile. Va aggiunto che, nella specie, il ricorso è stato notificato il 16 maggio 2018, successivamente al decorso del termine di 60 giorni dal deposito della sentenza impugnata, avvenuto il 14 febbraio 2018, con conseguente impossibilità di ritenerlo procedibile”.