Gli Italiani in Albania ai tempi del Coronavirus

17 marzo 2020 | 07:16
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Gli Italiani in Albania ai tempi del Coronavirus

L’Albania alle prese con il Coronavirus: drastiche le misure prese dal premier Rama per arginare l’epidemia. Molti italiani bloccati al di là dell’Adriatico

Coronavirus: è drammatica, come da noi, la situazione di tutti quegli italiani che lavorano e vivono in Albania.

Bloccati tutti i voli e i trasporti marittimi da e per il “paese delle aquile”.

Il premier Rama ha preso una serie di provvedimenti drastici, visti i sempre più crescenti focolai da coronavirus che si stanno estendendo a tutto il paese.
Qui il virus è giunto “allegramente ” per mezzo dei malgestiti flussi di rientro, una delle principali cause di contagio in Europa e dintorni.

Tutto il Paese ha ricevuto ordini ferrei, quasi da regime, ma forse necessari ad arginare l’epidemia che, complici i non certo all’avanguardia presidi sanitari statali, potrebbe causare danni gravissimi alla salute dei cittadini e alla precaria economia albanese, che stentava a riprendersi dopo il tremendo terremoto di Durazzo.

Albania che anche politicamente attraversa un periodo difficile, dovuto alle costanti lotte tra governo “piglia tutto” e opposizioni lasciate senza diritto di replica.

I cittadini italiani, residenti o lavoratori pendolari, una volta messo piede nel paese devono restare obbligatoriamente e giustamente a casa per 15 giorni, pena il ritiro del passaporto e una multa di 5000 euro.

Finiti i 15 giorni non possono rientrare in Italia, causa il blocco dei principali collegamenti. Molti i disagi dei nostri connazionali che lamentano sui social il fatto di non poter tornare in Italia; alcuni, purtroppo, piangono anche la morte dei loro cari, come Roby che ha perso in Italia padre e zia e non è potuto rientrare per dar loro l’ultimo addio.

“vivere in Albania” “italians in Albania ” e “Italiani in Albania” sono i principali gruppi Facebook per tenersi informati sulle vicende degli italiani che vivono al di là dell’Adriatico, a due “bracciate” da noi.
M.C.