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Coronavirus, yoga da casa per rimanere “centrati”

Lo yoga come terapia per contrastare lo stress da isolamento causato dal Coronavirus. I consigli di Sara Di Francia che ogni giorno su Facebook aiuta a "rimanere centrati".

Costretti a rimanere a casa per il Coronavirus con il tempo che sembra non passare mai; una situazione che rende indubbiamente nervosi… Il rimedio c’è, e si chiama yoga!

Quindi, tutti noi possiamo sfruttare questa ‘calma’ imposta dal Coronavirus, per riprendere contatto con il nostro corpo, grazie allo yoga.

L’insegnante di yoga aquilana Sara Di Francia, titolare della scuola Kintsugi, sta organizzando a proposito dei corsi online, spinta dal bisogno di mantenere anche un contatto con le sue iscritte.

Kintsugi, il nome della scuola di yoga aperta da Sara, richiama alla tecnica artistica con cui gli oggetti rotti si riparano con l’oro. “È una metafora che amo tantissimo – dice – un oggetto rotto, seppur con delle cicatrici, può valere molto di più che da intero”.

Per capire bene di cosa si tratta e comprendere, almeno in parte, i benefici dello yoga da casa per contrastare lo stress, il Capoluogo ha incontrato virtualmente Sara.

“Lo yoga – spiega Sara – è una disciplina che aiuta a mantenersi centrati anche e soprattutto in situazioni di emergenza, si può attingere ad una grandissima varietà di esercizi fisici e di respirazione che aiutano a ‘restare nel qui e ora’. In tantissime persone, in questo momento, si sta attivando una risposta fisica che si chiama ‘attacco o fuga’, che usano gli animali ma che usiamo anche noi come risposta ad eventi stressanti”.

Per Sara in questo momento, il confronto è con un “nemico invisibile e il corpo si prepara a fuggire o ad attaccare. In questo modo si attivano tutta una serie di processi di produzione ormonali che stimolano le ghiandole surrenali a produrre adrenalina e cortisolo che, se prodotti per lunghi periodi e, soprattutto, se non smaltiti, possono portare a risposte autoimmuni da parte del corpo, come, ad esempio, la sindrome da stress post traumatico“.

L’appuntamento è ogni giorno alle 17 su Facebook, e su Skype invece ha organizzato dei corsi di yoga in gravidanza, “perché mi preme che arrivino al parto il meno stressate possibile, in modo anche, da non ‘intossicare’ il bambino che portano in grembo”.

Esercizi, che a quanto pare sono a portata di tutti, “sequenze semplici, perché, purtroppo, non riesco a vedere le persone e cerco, quindi, di fare quelle posizioni che possono fare tutti e che possono sicuramente servire a sciogliere le tensioni che stiamo accumulando questi giorni. E poi uso le ciotole armoniche per il rilassamento che, anche se a distanza e virtualmente, portano il suono armonico nelle nostre case.

Sara, da aquilana, conosce benissimo il significato vero della parola “stress”, essendo stata travolta, come tutti, dalla tragedia del 6 aprile 2009.

Proprio da quella tragedia, che per lei ha comportato una perdita affettiva importante, ha trovato lo stimolo per fare dello yoga non solo una passione ma una professione.

Sara si è avvicinata alla disciplina nel 2008, la sua insegnante era Daniela Visione, scomparsa la notte del 6 aprile 2009, nel crollo della sua casa di via Campo di Fossa, insieme ai figli, Davide e Matteo Cinque. Questa perdita affettiva, profonda e significativa, ha dato lo stimolo a imparare a fondo la disciplina, per tramandare gli insegnamenti della sua cara amica.

“Lo yoga non è solo una disciplina, è un qualcosa che ti prende dentro, che poi non puoi lasciare e soprattutto per me, è un tramite per sentire Daniela ancora vicina, anche dopo 11 anni”, chiarisce.

In tempi non sospetti, a gennaio scorso, ha seguito un corso di trauma informed yoga, che pone l’accento proprio su questa problematica.

Lo yoga quindi per Sara diventa “una vera e propria strategia. Ogni volta che allunghiamo la colonna vertebrale e, quindi, il sistema nervoso, si va a stimolare la produzione di endorfine e altri ormoni che servono proprio ad abbassare i livelli di stress, oppure un respiro profondo, corretto e ampio riescono ad attivare una risposta positiva del nervo vago, anch’esso deputato alla risposta attacco o fuga”.

 

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