Salute

L’Alzheimer ai tempi del Coronavirus: la stimolazione cognitiva anche se si è in quarantena

Coronavirus e Alzheimer: l'importanza della stimolazione cognitiva anche in isolamento. Il punto delle professioniste del Centro Creativamente dell'Aquila

Coronavirus e Alzheimer: l’importanza della stimolazione cognitiva anche in isolamento. Il punto delle professioniste del Centro Creativamente dell’Aquila

L’Italia, come ben sappiamo, è uno dei paesi con il più alto tasso di anziani al mondo e le demenze rappresentano un problema medico-sociale davvero importante.

Nei pazienti con decadimento cognitivo l’atteggiamento del parente che si prende cura dell’ammalato è fondamentale per la prevenzione e la cura dei disturbi comportamentali della malattia, che in questi casi rappresentano l’aspetto più preoccupante.

In questo momento così drammatico a livello mondiale a causa del covid 19 i malati di alzheimer e le loro famiglie vivono un dramma nel dramma. Lo stare in casa forzatamente fa emergere difficoltà maggiori e sconosciute: da un lato il caregiver (di solito il parente più stretto) che già è sottoposto a stress ed ansia a seguito di una diagnosi di demenza, si ritrova a dover fare i conti con la paura del coronavirus.

Il passo dalla paura al panico o all’ansia generalizzata è breve, per cui si perde lucidità e ogni cosa viene percepita come rischiosa ed allarmante.

Dall’altro lato abbiamo il malato di Alzheimer, fragile e solo nel suo mondo ovattato, che vive ogni giorno di isolamento domiciliare come fosse il primo: non ricorda perché non può uscire a passeggiare, non sa perché i nipoti non vanno più a trovarlo, non riesce a comprendere perché deve lavarsi così tante volte le mani, non riceve stimoli dal mondo esterno e questo acutizza i suoi comportamenti depressivi.

Qui a L’Aquila il centro CreativaMente, per venire incontro alle esigenza delle persone affette da demenza e a quelle dei loro familiari, ha sviluppato e messo a disposizione un servizio di stimolazione cognitiva guidata che permette di poter svolgere gli esercizi direttamente da casa. L’equipe specialistica sta lavorando in sinergia con le famiglie per garantire a tutti la prosecuzione della terapia di stimolazione cognitiva.

“Abbiamo dovuto sospendere il servizio nel centro di stimolazione cognitiva ma non abbiamo interrotto la terapia. Stiamo sperimentando un nuovo modello che, grazie alla collaborazione del caregiver, necessaria per una buona riuscita della terapia, e supportati della tecnologia, ci ha permesso di mantenere attiva una interazione costante con le famiglie dei nostri pazienti” – spiega la dott.ssa Bernardi Roberta– “Oggi più che mai gli anziani con demenza hanno bisogno di un supporto concreto e le famiglie non riescono a fare a meno della nostra presenza”.

La nuova metodologia che il centro CreativaMente sta attuando da ormai una settimana prevede brevi video fatti dall’equipe del centro con indicazioni su come effettuare i singoli esercizi per stimolare le aree in decadimento.

“Ad ogni famiglia – aggiunge la Dott.ssa Daniela Fiorenzi – vengono inviate le schede con gli esercizi di stimolazione cognitiva e un video su come effettuare la terapia. Il materiale che inviamo è suddiviso per aree cognitive e forniamo indicazioni su come impostare il lavoro, suddividendolo nelle varie fasi della giornata.”

Per tornare alla normalità ci vorrà ancora del tempo, purtroppo malattie neurodegenerative quali l’Alzheimer non lasciano ai malati tutto questo tempo e adesso più che mai c’è bisogno di un supporto adeguato per questi pazienti e per loro familiari.

Per ogni informazione è possibile contattare la redazione di Il Capoluogo o direttamente il centro CreativaMente al numero di cellulare: 3470663185 / 328823281

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