Coronavirus, nuovo decreto: multe fino a 3mila euro

24 marzo 2020 | 18:34
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Coronavirus, nuovo decreto: multe fino a 3mila euro

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto che introduce sanzioni più dure per chi viola le norme anti contagio e uniforma il quadro normativo. Cosa prevede

La multa per chi viola le regole anti-contagio salirà “da 400 a 3000 euro”, ha detto il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi, sull’approvazione del nuovo decreto.

“Abbiamo deliberato l’adozione di un decreto legge che riordina la disciplina anche dei provvedimenti che stiamo adottando in questa fase emergenziale. Il nostro assetto non prevedeva un’emergenza di questo tipo”, ha detto il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa. “Con questo decreto legge abbiamo regolamentato più puntualmente e in modo più trasparente i rapporti tra l’attività del governo e del Parlamento. Prevediamo che ogni iniziativa venga trasmessa ai presidenti delle Camere e che io vada a riferire ogni 15 giorni”.

Nessuna proroga emergenza al 31 luglio: “è solo spazio teorico, ma ho fiducia finisca prima”.

Intanto si terrà domani alle 17,30 e non dopodomani mattina come inizialmente previsto, nell’Aula della Camera l’informativa urgente del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Si apprende dai gruppi parlamentari di Montecitorio.

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Chi non rispetta le misure di contenimento contro il Coronavirus, quindi, “è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 500 a euro 3.000″È prevista inoltre la “chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni” se si violano gli obblighi previsti per le attività commerciali.

Coronavirus, Regioni e Comuni

Le Regioni possono adottare o sospendere le misure anti contagio sul loro territorio – sempre secondo la bozza -: entro 24 ore le devono comunicare al presidente del Consiglio e perdono efficacia dopo 7 giorni. Il nuovo decreto mira a regolare i rapporti tra governo ed enti locali nella gestione delle ordinanze anti-Coronavirus. Anche i sindaci possono adottare o sospendere le misure restrittive per 7 giorni previa comunicazione alla Regione. I sindaci non possono adottare ordinanze in contrasto con le misure statali.

Il provvedimento serve a uniformare il quadro normativo delle disposizioni finora adottate per frenare l’emergenza, aggiornando e sostituendo il primo decreto di fine febbraio, varato per istituire le prime zone rosse.

Il decreto riordina, inoltre, le misure messe in campo finora attraverso i vari Dpcm e assorbe, abrogandolo, anche il primo decreto legge che aveva dato la possibilità di istituire le zone rosse all’inizio dell’emergenza. Tra le voci compaiono la possibilità di chiudere negozi, bar ristoranti, le attività produttive, gli uffici della P.a. mandando i lavoratori in smart working.

Ci sono poi le limitazioni ai movimenti, sia dall’abitazione per chi è in quarantena (divieto assoluto) sia dai Comuni di residenza o anche, come fatto di recente da alcuni governatori e nel weekend dal governo, dai territori regionali o comunali. Si possono chiudere strade e parchi, oltre che scuole, teatri, cinema, musei, chiese, palestre e parchi.