Economia

Crisi da coronavirus, un popolo costretto ad elemosinare

L'economia messa in ginocchio dal Coronavirus. "L'intervento legislativo in atto in questi giorni non sta dando risposte. Azioni che creano solo confusione"

di Stefano Miconi

Coronavirus ed economia ferma. Arrivano i fondi per i comuni, ma chi li percepirà? Oggi regnano “sconforto, elemosina e confusione. Manca la risposta del governo”. L’analisi del dottore commercialista Stefano Miconi.

Dalla notizia data dal premier di stanziare delle risorse economiche a favore dei comuni per l’emergenza alimentare si sono susseguiti migliaia di articoli, che cercavano di spiegare quali sarebbero stati i criteri di distribuzione, ma soprattutto i sistemi per evitare che le risorse andassero davvero alle persone bisognose e non agli approfittatori.

La questione non è ovviamente di facile soluzione in quanto, dando per scontato che alcune famiglie ne hanno oggettivo bisogno, ci sono anche famiglie che potrebbero averlo presto, pur risultando, sulla carta, benestanti. Immagino i proprietari di negozi o di ristoranti che seppur nell’ultima dichiarazione dei redditi potrebbero aver dichiarato somme adeguate, potrebbero oggi essere in difficoltà finanziaria essendo ormai più di un mese che non lavorano più. Non sarà facile dover richiedere un aiuto per chi questo non lo ha mai fatto, per chi ha sempre stretto i denti e ha provato a trovare una soluzione.

Oggi soluzioni non ci sono o comunque non è facile trovarle e immagino lo sconforto in cui si potranno trovare quelle famiglie, le nostre famiglie, perché nessuno è immune da questa emergenza. C’è gente che ha perso il lavoro, che probabilmente non lo troverà più. Bisogna prendere atto che la cassa integrazione a volte è l’anticamera del licenziamento. Ci sono persone che non possono pagare le bollette, che non possono più fare la spesa. Credo che l’urlo che si sta alzando dall’Italia intera è un urlo di aiuto, strozzato da un pizzico di dignità che ci contraddistingue. Ma presto la disperazione prenderà il posto di quella dignità e non ci sarà più tempo per le conferenze stampa o per le belle parole. Serviranno i fatti.

Molto si è fatto, ma tanto dovrà ancora farsi. Il blocco nel pagamento delle utenze, insieme a di tutti i costi legati alla gestione di una famiglia o di una impresa, è imprescindibile e improrogabile. Se si ferma l’economia si deve fermare tutto, oppure sarà un’azione suicida che ci porterà alla morte. L’intervento legislativo in atto in questi giorni non sta dando risposte. La parola più usata è “elemosina”, alla quale personalmente aggiungo la parola “confusione”: i nostri politici non capiscono che con questi interventi creano solo confusione, ad ogni conferenza stampa ci sono professionisti, sindaci, persone che passano ore a parlare con i loro clienti, cittadini, cari, cercando di spiegare come fare quello che il premier ogni santa volta anticipa, senza che siano chiare le metodologie.

Questo crea sconforto, confusione, incertezza e depressione. Sì, depressione di non avere la certezza del domani, di non sapere cosa ci attende, quando durerà, se, ad un tratto, non ci trovassimo anche noi nelle condizioni di non poter più andare avanti. Siamo in guerra, molti dicono. No. Direi, siamo in una situazione peggiore dove non c’è economia, dove non posso guadagnare ma devo comunque sostenere i costi. Questo è sparare alle spalle, non si fa.

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