Crua di Avezzano come laboratorio per fronteggiare l’emergenza. Quaglieri dice no.
“Il Consorzio di ricerca unico d’Abruzzo (Crua) è, per statuto, unicamente preposto per analisi agroalimentari e non per quelle cliniche, ed il suo laboratorio di microbiologia non può essere in alcun modo adeguato al livello di sicurezza 3”.
È la chiara risposta del Consigliere regionale di Fratelli d’Italia, e presidente della commissione Sanità, Mario Quaglieri, alle insistenze dell’ex sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio e dell’esponente Pd, Aurelio Cambise, circa la possibile operatività del Crua per i test rapidi sul covid-19.
“Nel ribadire che l’Iss non ha ancora certificato l’efficacia dei test rapidi e che la Regione Abruzzo non ne riconosce, quindi, la validità – dichiara Quaglieri – stupisce apprendere come si possa millantare che il Crua sia in grado di collaborare con i laboratori di Pescara, Teramo e Chieti sul fronte degli esami diagnostici sul coronavirus, considerate, altresì ,una serie di evidenze che non possono essere sconosciute a Di Pangrazio e Cambise”.
“Le strumentazioni di cui dispone il Consorzio di ricerca unico d’Abruzzo sono senza revisione e certificazioni da tempo immemore – riferisce – a partire dalle cappe dei laboratori microbiologici, cioè quegli strumenti che garantiscono la sterilità, i cui filtri non vengono controllati ne sostituiti da molti anni. Così come la camera bianca, che non funziona e non ha porte di sicurezza a pressione negativa, per far sì che gli ambienti esterni non vengano inquinati, né campane necessarie all’esecuzione dei test in questa fase emergenziale. Non trascurabile è anche il fatto che una parte del tetto della struttura, risulti non integra e penetri pioggia esattamente in corrispondenza della camera bianca“.
“I laboratori del Crua possono garantire un livello di sicurezza 2 – spiega il Consigliere – trattando cioè patogeni pericolosi ma non mortali, mentre è sotto gli occhi di tutti, nessuno escluso, come il covid-19 sia un virus mortale. Gli immaginari scenari rappresentati da Cambise e Di Pangrazio, non sono realizzabili non solo da un punto di vista meramente strutturale – argomenta – ma anche rispetto alle specifiche competenze del personale del Crua che non è, infatti, formato per lavorare ad un livello di sicurezza 3, poiché sono tutti tecnici di laboratorio e non abilitati a trattare analisi cliniche e quindi ad effettuare tamponi covid. Per tutte queste ragioni, gli adeguamenti alla struttura del Crua di cui si parla a sproposito, non sono possibili2.
“Mi risulta difficile pensare – conclude Quaglieri – che due persone preparate come Cambise e Di Pangrazio si espongano in tal senso per ingenuità. Suggerisco di mantenere un profilo basso, di evitare fuorvianti informazioni e di lavorare tutti insieme, con l’obiettivo di uscire presto e il più indenni possibile da questa catastrofe planetaria”.