Emergenza Poesia, ode alla speranza

Pablo Neruda è l’autore dello spunto poetico di oggi per la rubrica Poesia in emergenza, a cura di Alessandra Prospero
Crepuscolo marino,
in mezzo
alla mia vita,
le onde come uve,
la solitudine del cielo,
mi colmi
e mi trabocchi,
tutto il mare,
tutto il cielo,
movimento
e spazio,
i battaglioni bianchi
della schiuma,
la terra color arancia ,
la cintura
incendiata
del sole in agonia,
tanti
doni e doni,
uccelli
che vanno verso i loro sogni,
e il mare, il mare,
aroma
sospeso,
coro di sale sonoro,
e nel frattempo,
noi,
gli uomini,
vicino all’acqua,
che lottiamo
e speriamo
vicino al mare,
speriamo.
Le onde dicono alla costa salda:
Tutto sarà compiuto.
“Ode alla speranza”, Pablo Neruda
Questa poesia è tratta dal libro più ottimista di Pablo Neruda, Las Odas Elementales: è un’opera che, seppur velata da un senso di nostalgia e d’esilio, canta la “speranza terrestre” di noi uomini che “vicino al mare speriamo”. Il poeta cileno canta il miracolo che si compie del nuovo giorno che arriva a resuscitarci, a dispetto dell’infinito duello tra mare e terra sotto “la solitudine del cielo”.
La lotta non ci toglierà la speranza – tutta terrena – di un nuovo giorno che rinnova le nostre vite.
Così come rinnovata è la poesia di Neruda, caratterizzata da una malinconia di fondo per gli anni passati, ma colorata di un riflesso maturo che si pacifica con gli altri uomini e con il paesaggio. È proprio nel paesaggio e nelle tinte vivide con cui lo descrive che il poeta riesce a rendere tutta la sua vibrazione spirituale e carnale: “le onde come uve”, “i battaglioni bianchi della schiuma”, “la terra color arancia” e il mare come “coro di sale sonoro”. Come nelle sue poesie erotiche, nessuno come Neruda riesce a dare vita e sapore alla parola, imprimendole una passione e una concretezza al di fuori dell’ordinario, caratteristiche che vengono trasferite alla stessa terrestre speranza che, come uomini, ci nutre.