Terapia Intensiva, gestiamo il presente e costruiamo il futuro

5 aprile 2020 | 09:51
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Terapia Intensiva, gestiamo il presente e costruiamo il futuro

Un reparto di altissimo livello tecnologico e organizzativo, il progetto di ristrutturazione e potenziamento del reparto di Terapia intensiva del professor Franco Marinangeli.

La Terapia intensiva dell’ospedale “San Salvatore” dell’Aquila “non è adeguata a ‘resistere’ alle maxiemergenze come quella che stiamo vivendo, ma neanche, a mio avviso, a sostenere i cambiamenti della medicina moderna. La città dell’Aquila necessita e merita una Terapia Intensiva con caratteristiche molto diverse da quelle attuali”. Così il professor Franco Marinangeli, direttore UOC Anestesia e rianimazione che ha presentato un progetto molto ben strutturato per la ristrutturazione e potenziamento di un reparto “riscoperto” dall’emergenza Coronavirus.

Terapia intensiva, il reparto del futuro.

“Immagino un reparto di altissimo livello tecnologico e organizzativo – spiega il professor Marinangeli – finanziato interamente da cittadini e imprese, “simbolicamente” costruito dai cittadini per i cittadini. Mi piacerebbe definire un comitato di garanzia, costituito dai rappresentanti dei principali finanziatori e dal tribunale dei diritti del malato, che possa gestire direttamente i finanziamenti che riusciremo a ottenere per fare le giuste scelte e per seguire l’esecuzione dei lavori. Ovviamente tutto questo nella massima trasparenza, utilizzando il sito dell’Associazione V.A.Do. onlus per una rendicontazione attenta e puntuale delle donazioni e delle spese effettuate”. […]

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“I limiti di spazi e organizzativi di questo reparto sono stati sottolineati più volte nel corso degli anni, sia in riferimento al numero di posti letto della terapia intensiva propriamente detta che ai posti letto di terapia intensiva postoperatoria. Gli 8 posti letto attuali, già insufficienti in “tempi di pace”, si sono rivelati assolutamente inadeguati a fronteggiare la “crisi coronavirus. […] L’obiettivo del presente progetto, per cui è necessario reperire adeguati finanziamenti, è quello di ristrutturare e ampliare l’attuale Terapia Intensiva dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila realizzando una struttura che risponda ai migliori standard esistenti, che possa garantire la gestione ottimale delle patologie di area critica per un numero di pazienti che sia almeno di 15 rispetto agli 8 attuali (11 di terapia intensiva generale e 4 per la terapia intensiva postoperatoria). Ciò garantirebbe una risposta assai più efficace dell’ospedale sia in condizioni di “pace” che in caso di maxiemergenza”.
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“Uno degli aspetti che dovrà essere maggiormente curato è l’umanizzazione delle cure. Nell’emergenza coronavirus è stato purtroppo impossibile per i parenti, per motivi igienico-sanitari, assistere i propri cari. I pazienti deceduti hanno vissuto i loro ultimi giorni in solitudine, e questo è stato, forse, uno degli aspetti più tristi dell’emergenza che stiamo ancora vivendo. É per questo che nella ristrutturazione della Terapia Intensiva si dovrà tenere in debita considerazione l’umanizzazione dei percorsi assistenziali, così come la problematica delle malattie infettive. Da ciò deriva un progetto che prevede, oltre un open space per 7 pazienti, anche altre due stanze singole e una a due letti a pressione negativa (per garantire il meglio in termini di sterilità per pazienti infettivi), con spazio sufficiente a ospitare un parente/caregiver. L’attuale situazione rende impossibile ai parenti assistere direttamente i propri cari ricoverati. Gli spazi e gli impianti saranno tali per cui potrà essere possibile, in caso di maxiemergenza, anche implementare il numero di pazienti assistibili con letti “aggiunti”. Un’attenzione particolare sarà data all’area colloqui (sanitari-familiari), sempre nell’ottica dell’umanizzazione delle cure, ritenendo che la comunicazione con le famiglie sia fondamentale”.

“Ad una ristrutturazione “edilizia” si accompagnerà una totale revisione delle procedure assistenziali, che saranno maggiormente indirizzate al concetto di “rianimazione aperta”, e all’uso di strumenti di comunicazione informatizzati, per pazienti intubati o tracheostomizzati, che non possono comunicare verbalmente. L’impatto psicologico dell’ambiente “terapia intensiva” su questi pazienti è devastante, e per questo è previsto la dotazione delle stanze singole con il meglio in termini di sistemi di comunicazione con il mondo esterno. L’ampliamento dell’area clinica secondo il presente progetto è possibile utilizzando il piano superiore, dove si trovano attualmente locali tecnici adibiti a uso non assistenziale, e che sarà dedicato a stanze per i servizi (spogliatoi, uffici, magazzini), ma anche ad un’aula didattica multimediale per la formazione degli operatori, che è vitale per l’aggiornamento professionale e che potrà essere messa a disposizione dell’intero ospedale. L’emergenza Coronavirus, infatti, ha evidenziato anche che un numero maggiore di sanitari (medici, infermieri, operatori socio sanitari) deve essere formato all’attività di area critica anche se lavora in reparti di altro genere. In caso di necessità, tale personale addestrato può essere rapidamente riconvertito alle necessità della terapia intensiva”.

La nuova terapia intensiva, costi e finanziamenti.

“Per quanto attiene la sostenibilità del progetto, – spiega il professor Marinangeli – la necessità è quella recuperare una somma orientativa di almeno € 1.000.000, quanto è necessario alla ristrutturazione di una superficie totale di circa 1000 metri quadri.

A garanzia della serietà del progetto, autorizzato dalla ASL 1 Abruzzo, vi sono i finanziamenti, già disponibili, dei seguenti enti/imprese: Fondazione CARISPAQ: € 150.000; Associazione L’Aquila per la vita: € 100.000; Associazione V.A.Do. (Volontariato per l’assistenza domiciliare): € 120.000 (derivanti da una campagna finalizzata all’emergenza COVID, a cui hanno aderito enti e privati cittadini); Associazione di imprese aquilane: cifra da definire in base all’adesione. A ciò vanno aggiunte iniziative di raccolta fondi da parte di cittadini, enti ed imprese che sono in essere per sostenere sia l’assistenza attuale ai pazienti COVID, sia il progetto di implementazione della terapia intensiva. Si ritiene che questa iniziativa, vitale per la comunità dell’intera provincia dell’Aquila, risponda a quanto richiesto da molti benefattori nel momento dell’erogazione delle donazioni, e cioè di evitare la dispersione di fondi e, viceversa, dare vita a un progetto che sia “monumento alla consapevolezza”, in cui sia chiara ed evidente la partecipazione attiva e diretta dei cittadini, per un reparto che deve essere, per il futuro, ‘simbolo di sicurezza, civiltà, fratellanza e umanità'”.

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