L’artista aquilano Marcello Mariani rivive nel documentario della Rai

16 aprile 2020 | 12:39
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L’artista aquilano Marcello Mariani rivive nel documentario della Rai

La Rai omaggia il pittore aquilano Marcello Mariani, artista della materia.

Marcello Mariani è l’artista aquilano scomparso nel 2017 considerato dalla critica come il pittore che ha consegnato al mondo lavori destinati a restare nella storia dell’arte e nella memoria

Nel ricordo di Mariani della Rai viene presentata una visione poetica intensa e anarchica del mondo, una pittura capace di affondare nella materia per restituirne i segni del vissuto e conservarne le tracce drammatiche, cariche di umanità.

Voleva “far parlare i muri della sua città” Marcello Mariani, nato nel 1938 a L’ Aquila e vissuto nella città abruzzese fino al 2017.

Mariani voleva realizzare opere che possedessero la stessa forza espressiva dei luoghi in cui era radicato e costruiva dipinti come palinsesti, sedimenti di voci, impronte corporee, memorie. Strati di pittura da cui affioravano “forme archetipe”, talvolta percepibili come “presenze angeliche portatrici di un vento di rinnovamento”.

Tra i primi riferimenti del pittore abruzzese la ricerca di Alberto Burri e di Robert Rauschenberg ma, al tempo stesso, Marcello Mariani ha arricchito questa ricerca in ambito materico e gestuale con la conoscenza e l’ammirazione per l’opera di Joseph Beuys e l’idea di un impegno sociale e civile dell’artista per cambiare il mondo.

Un dialogo con la vita e la realtà portato avanti attraverso ogni tipo di materiale, che riceve un nuovo impulso dopo il terremoto del 2009.

Marcello Mariani

Esperienza estrema, devastante, ma ribaltata dalla sapienza dell’artista in una fase creativa di particolare vigore. Mariani recupera i frammenti, la polvere, lavora con i residui prodotti dall’azione catastrofica del sisma per rigenerare la materia all’interno delle proprie opere, rinnovate anche nelle cromie che si accendono di tonalità violente ed accentuano la presenza di una componente spirituale costante nella poetica del pittore abruzzese.

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Commenta così lo storico dell’arte Gabriele Simongini questo momento centrale nella vita e nella produzione di Mariani:

“Dopo il terremoto le presenze angeliche sono diventate il simbolo della ricostruzione. Sono degli angeli che raccolgono i detriti per ricostruire una società distrutta. In qualche modo Mariani risponde all’angelo della storia di cui aveva parlato Walter Benjamin che invece non poteva raccogliere le rovine perché era spinto inesorabilmente verso il futuro dal vento del progresso. Un percorso lungo circa sessant’anni quello di Marcello Mariani (ricordato nel 2018 con due esposizioni: al Complesso del Vittoriano e all’Accademia di Belle Arti di Roma), durante il quale l’artista si è imposto in ambito internazionale per la costante riflessione sull’eredità della pittura informale, evoluta poi in un linguaggio libero da qualsiasi definizione precostituita”.

Mariani è stato un artista di matrice informale e di grande sensibilità umana e pittorica all’indomani del sisma che ha colpito l’Aquila, con i frammenti trovati tra le macerie dava vita a nuove opere, come segno di speranza e di rinnovata bellezza.

Molte le soddisfazioni professionali anche nell’ultimo periodo di vita, dalla grande mostra antologica del 2009 nelle sale di Palazzo Venezia, a Roma, alla partecipazione al Padiglione Italia della 54a Biennale di Venezia, nel 2011. Legatissimo alle proprie radici abruzzesi.

Nella sua lunga carriera è entrato in contatto con grandi artisti internazionali. Frequenta l’Accademia di belle arti di Napoli, dove è allievo di Domenico Spinosa eAntonio Scordia. Inizia a lavorare come aiuto scenografo al teatro San Carlo su impulso di Domenico Modugno. Nel 1958 si reca a Parigi affascinato dalla pittura di Amedeo Modigliani. Nei primi anni sessanta realizza una serie di mostre con artisti tedeschi.

Il link all’omaggio della Rai per Marcello Mariani:

https://www.raicultura.it/arte/articoli/2019/01/Marcello-Mariani-f300345d-94ab-4896-82c3-e0953c571f56.html

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