Violenza a L’Aquila, il racconto della vittima

Violenza, il racconto della vittima, una ragazza di 28 anni. L’uomo ha tentato di baciarla, lei è sfuggita gettandosi in mezzo alla strada. Telefonata tempestiva al 113.
E’ una ragazza aquilana di 28 anni, con un bambino di 3, la donna aggredita oggi lungo il viale della Stazione in pieno giorno, di cui IlCapoluogo ha dato tempestiva notizia.
La ragazza ha voluto raccontare al Capoluogo come si è svolta la violenza, affranta dalle troppe ricostruzioni false e forzate, ma soprattutto provata dall’esperienza traumatica:
«Stavo scendendo verso la stazione di L’Aquila, percorrendo via XXV Aprile, quando, passato il gommista, mi sono resa conto che un uomo camminava verso di me con fare aggressivo. Ero al telefono con una persona.
Mi sono spaventata ed ho cercato di allontanarmi, attraversando la strada verso la Fiat, inseguita dall’uomo; ho attraversato più volte, ma lui mi ha sempre seguito. Alla terza volta, quando l’uomo mi si è spinto incontro chiedendomi una sigaretta, lui mi si è spinto addosso cercando di baciarmi e appoggiandosi al mio collo.
Ho iniziato a gridare e sentendomi sola, per cercare aiuto, mi sono gettata in mezzo alla strada obbligando un’auto a fermarsi.
La donna alla guida mi ha aiutato e subito dopo è arrivata una volante della polizia».
La donna, che abita nei pressi del Tribunale, ha indicato con precisione l’uomo e lo ha, poi, riconosciuto permettendo l’arresto.
Nel racconto ai microfoni del Capoluogo, la vittima ha manifestato il rammarico perché nessuno delle diverse persone che hanno assistito all’aggressione, le sia andato fisicamente in soccorso, pur sentendola e vedendola in difficoltà. Due dipendenti comunali hanno assistito alla scena ed hanno prontamente chiamato il 113. Il tempestivo intervento delle volanti ha consentito l’arresto dell’uomo.
Violenza, l’uomo assistito dai volontari e dalla Protezione Civile
L’uomo arrestato ed accusato di violenza sessuale è il ragazzo gambiano in quarantena nella tenda della protezione civile vicino Centi Colella, che per 15 giorni durante la quarantena obbligatoria è stato assistito dalle associazioni umanitarie aquilane. Questo uomo, accolto ed assistito da una società civile e sensibile, ripaga così chi si è preso carico di lui.