Liberazione

25 Aprile 2020, 75°anniversario della Liberazione: tra storia e significato

Il 25 aprile raccontato da Nando Giammarini. L'esempio di Arnaldo Ettorre, uno degli ultimi partigiani aquilani, che suona Bella Ciao con il suo mandolino

Ricorre oggi, 25 aprile, il 75° anniversario della Liberazione - che non si può, purtroppo, festeggiare com'era giusto e doveroso fare per ricordare i tanti Partigiani che donarono la loro vita per la salvezza della Patria - d'Italia dall'occupazione nazista e dal feroce regime fascista.

Esso è conosciuto anche come Anniversario della Resistenza, giornata nella quale si rende omaggio ai Partigiani di ogni fronte che a partire dal 1943 contribuirono alla Liberazione del nostro Paese. La Resistenza assunse consistenza grazie alla vasta partecipazione di operai, contadini e dei giovani renitenti alla leva della Repubblica di Salò che portarono nell'esercito partigiano circa 300.000 persone. Le formazioni partigiane si distinguevano a loro volta per orientamento politico: vi erano le brigate Garibaldi (comuniste), le Matteotti (socialiste) e Giustizia e libertà (del partito d’azione).

L'odierna ricorrenza, in cui ci stringiamo intorno al tricolore per sentirsi una Comunità civile e per riaffermare che quelle pagine nefaste della nostra storia non si ripeteranno mai più, è una splendida iniziativa volta a fa conoscere, soprattutto ai giovani , e rafforzare i valori costituzionali di libertà, solidarietà e uguaglianza, che insieme all'antifascismo, sono le fondamenta della Repubblica.

Parliamo di giorno fondamentale, di primaria importanza per la storia del Paese, che assume un particolare significato politico e militare, in quanto simbolo della vittoriosa lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale a partire dall'8 settembre 1943 contro il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana e l'occupazione nazista.

Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui il CLNAI -(Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) con sede a Milano e presieduto da Luigi Longo, Sandro Pertini, Leo Valiani e Emilio Sereni - proclamò l'insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane di attaccare i presidi fascisti e tedeschi imponendogli la resa.

Oggi, a settantacinque anni dal giorno della Liberazione dalla dittatura fascista, è anche il giorno del sentito omaggio e ringraziamento alle donne e agli uomini che lottarono perché un futuro migliore rispetto al presente che stavano vivendo potesse essere possibile.

Quel futuro che loro sognavano, fatto di democrazia e libertà, è il nostro.

E due sono le considerazioni che occorre fare a così tanta distanza da quel loro agire: quanto abbiamo tradito o confermato i loro sogni e quanto sia preziosa la libertà da loro conquistata. Del suo valore, che è come l'aria che respiriamo, ce ne stiamo rendendo conto in questi tempi difficili di emergenza sanitaria dovuta al Covid 19 in un momento particolare quindi meno difesi in cui siamo costretti all’isolamento per combattere un nemico invisibile, in cui la distanza sociale ci rende un po’ più soli.

Sul primo aspetto, possiamo affermare, cercando la maggior onestà possibile, che in parte abbiamo tradito le loro speranze, ricadendo negli antichi vizi italici di opportunismo, di omertà, di corruzione che hanno attraversato la storia italiana; dall’altro, nonostante tutto, ancora conserviamo quelle strutture e quei meccanismi democratici che consentono di vivere in condizioni di libertà che loro potevano solo sperare e immaginare. Rievocando l’epopea della Resistenza, patrimonio dell'intera Nazione, non dobbiamo assolutamente cedere alla tentazione di considerare il 25 aprile come uno stanco rituale ripetuto di anno in anno, né ci si può limitare ad un mero esercizio retorico.

Dobbiamo amare e difendere le Istituzioni, unirci, farci forza a vicenda, recuperare quel sentimento di solidarietà e speranza che ha animato i partigiani a combattere per il grande ideale di Libertà di questo nostro grande Paese. ll 25 aprile in Abruzzo è anche il giorno in cui si ricordano le vittime innocenti e indifese - in buona parte bambini, donne e anziani - degli eccidi perpetrati dal 1943 al 1945, dagli occupanti nazisti con la collaborazione delle feroci belve fasciste locali che non avevano pietà per nessuno.

Sui profili social dell'Anpi Nazionale sarà il 25 aprile più grande del dopoguerra. Alle 15.00 tutti sono invitati ad esporre il tricolore dal balcone ed intonare Bella Ciao.

All'Aquila Arnaldo Ettorre, uno degli ultimi partigiani aquilani, della Brigata Maiella, a luglio compirà 95 anni e ha voluto festeggiare il 25 aprile con una sorpresa particolare inviata sui social.

Ha preso il suo storico mandolino e ha suonato Bella Ciao. A 75 anni dalla Liberazione, mentre i testimoni se ne stanno andando, è giusto salvarne la memoria e raccontare ai giovani cos’è stata davvero la Resistenza e di quale forza morale e materiale sono stati capaci i nostri padri.

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