Coronavirus: addio a Francesco Di Berardino, infermiere dell’ospedale di Popoli

25 aprile 2020 | 18:26
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Coronavirus: addio a Francesco Di Berardino, infermiere dell’ospedale di Popoli

Non ce l’ha fatta Francesco Di Berardino, infermiere dell’ospedale di Popoli, fra i primi ad essere risultato positivo al Coronavirus.

È il primo infermiere morto in Abruzzo di Coronavirus e la sua scomparsa getta nel dolore i suoi familiari ma anche l’intera comunità professionale abruzzese.

“Vorremmo ricordare Francesco per la bella persona che era: affamato di conoscenza e sempre pronto a dare una mano ed essere vicino ai suoi colleghi” lo ricorda così  il consiglio direttivo dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Pescara.

“Ci lascia in questa battaglia efferata che non sta risparmiando la nostra professione. Alla sua famiglia e alla sua equipe di lavoro vanno le più sentite condoglianze da parte del consiglio direttivo dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche  di Pescara e di tutti gli infermieri”.
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Francesco Di Berardino, 60anni, infermiere di Scafa, era in servizio all’ospedale di Popoli: è stato tra i primi a essere risultato positivo al Covid ed è il primo infermiere abruzzese vittima del virus.

Nel nosocomio popolese – dove era giunta una paziente da Pescara, negativa al primo tampone ma successivamente trovata positiva – sarebbe avvenuto il contagio: altri colleghi di Di Berardino in forza a Popoli hanno contratto il Coronavirus.

A riflettere sulla morte del suo collega anche Maria Luisa Ianni, presidente dell’ordine provinciale dell’Aquila degli infermieri, che con un post su Facebook punta il dito sulla difficoltà del personale sanitario, in prima linea contro il Coronavirus

Francesco è un collega che lavora a Popoli e i referti dei test immunologici ai colleghi che lavoravano con lui, portano la scritta…. #reagentiterminati….
Un avamposto come tanti quello dove si è trovato a lavorare Francesco e dove Francesco ha contratto il virus, lui e tutta la sua famiglia. Sì, un avamposto come tanti.
Ma ci ricordano che tutto è stato fatto e soprattutto che va tutto bene e che comunque sia, siamo i ‘primi della classe’: ma fateci il piacere…
Un 25 Aprile in cui la Liberazione di questo Paese dovrebbe essere dall’ignoranza, dal pressappochismo, dalla superficialità e dal qualunquismo.
Certo che sì può morire in prima linea ma solo quando sei sicuro che ciò che è stato fatto segue un disegno che porti a qualcosa e così, riesci ad accettarne la morte forse anche accettando di essere un martire o un eroe.