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Palestre e scuole danza: fase 2 incognita enorme

Covid palestre e scuole di danza: cosa succederà nella fase 2? La petizione di Assodanza Italia per vedere riconosciuti i propri diritti in un momento difficile di crisi economica.

Palestre, piscine e scuole di danza in ginocchio a causa delle chiusure per l’emergenza Covid19.

Le palestre, così come le scuole di danza anche all’Aquila sono chiuse da oltre 40 giorni, un periodo davvero difficile per chi ha solo questo come fronte di sostentamento.

Dopo la preoccupante situazione sanitaria, che ha la priorità in questo momento, sarà un momento di crisi per circa 20.000 scuole di danza e ballo in un settore che non è mai stato regolamentato e normato in modo di rispecchiare le reali esigenze lavorative e professionali, di danzatori, maestri, tecnici, proprietari e l’intero settore rischia di collassare.

La metà delle scuole di ballo potrebbe chiudere definitivamente dopo l’emergenza Coronavirus  non solo per le mensilità e gli impegni presi con fornitori, ma anche perché c’è il rischio che i bambini e i circa 4 milioni di allievi che praticano danza in Italia ritornino a fare attività solo da settembre prossimo.

Insomma, una stagione bruciata nel suo momento più caldo e profittevole per le scuole e per le palestre.

I problemi attuali sono la mancanza di liquidità attuale, con gli affitti e le utenze da pagare e tanti dubbi sul dopo Covid, sulla fase 2, su quando e come le palestre potranno riaprire

A oggi non ci sono date certe nemmeno sulla riapertura.

Il governo non pare infatti molto ottimista da questo punto di vista e la ripartenza prima dell’estate di attività che prevedono in qualche senso assembramento e quindi il pericolo di un ritorno del Coronavirus appare sempre più complicata.

Di questo passo, in molti ipotizzano un graduale ritorno a settembre, oltretutto rispettando le misure di sicurezza che saranno comunque rigide anche in caso dovesse concretizzarsi una riapertura nel corso delle prossime settimane: poche persone negli spazi, con il rispetto della distanza di sicurezza, probabile uso di mascherine, igienizzanti all’ingresso, pulizia costante di locali e spogliatoi.

L’emergenza Covid ha stravolto in ogni caso l’organizzazione di palestre, piscine e scuole di danza, ma c’è chi è pronto per ripartire, ottimista e fiducioso.

C’è per esempio Antonio Cicolani, un vero “guru” nel capoluogo per gli amanti del settore, esperto body builder, ha girato il mondo per seguire la sua passione, per poi aprire una palestra in città nel 1985.

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La sua palestra è chiusa come tutte per via dell’emergenza Covid. Antonio sta a casa, dove si allena e pensa soprattutto a come fare per quando lo faranno riaprire

“Faccio questo da una vita – dice Antonio al microfono del Capoluogo – e 40 giorni a casa sono davvero tanti. Anche se i locali sono di proprietà, sono tantissime le spese da affrontare soprattutto per chi come me ha sempre fatto solo questo. Abbiamo sentito settembre, ma per ora non c’è nulla di ufficiale…

Spero davvero di poter riaprire il prima possibile – aggiunge – anche se ancora non ci hanno dato una data sicura. Posso dire però che ho proceduto alla sanificazione costante, un’abitudine che avevo già introdotto prima dell’emergenza Covid. Sto prendendo dei prodotti specifici per la pulizia, sto studiando come fare per garantire la giusta distanza tra una macchina e l’altra… Sono chiuso, ma non sto mai fermo!”.

“Se non ci fanno riaprire al più presto, noi delle palestre e delle scuole di danza rischiamo di scomparire. Alcuni hanno investito seriamente nella propria attività. Io, come altri, avevo acquistato da poco le macchine nuove che erano arrivate a fine anno. La mia però non è solo una perdita economica, anche una mancanza psicologica, abituato da sempre a stare tra la gente”.

E cosa pensa di fare Antonio Cicolani nella sua palestra per tornare tra la “sua” gente, rispettando le distanze imposte dalla diffusione del Covid?

“Per le distanze fisiche non ci sono problemi sono 800 mq di palestra, il decreto sicuramente ci spiegherà in base alle metrature le persone che possono entrare. Non credo che sia difficilissimo organizzarsi.Ovviamente chi ha fatto abbonamenti annuali o mensili li potrà recuperare. Ripartiamo da zero, speriamo al più presto!”, conclude.

Non solo le palestre ma anche il mondo della danza che sta vivendo una situazione ancora più difficile al tempo del Covid, perchè fuori dai “circuiti” ordinari.

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I titolari di alcune scuole di danza del capoluogo hanno fatto presente di non essere stati riconosciuti a livello centrale in questa di criticità a causa dell’emergenza Coronavirus/Covid19.

Chi ha potuto, ha mantenuto il contatto con gli allievi con delle lezioni gratuite su piattaforme come Zoom, un modo per cercare di dare continuità e soprattutto non perdere “l’allenamento”.

Il Capoluogo ha sentito Anna Paola Gianni, abruzzese, titolare di una scuola di danza a Popoli, referente regionale per Assodanza, un movimento nato spontaneamente a seguito della diffusione del covid e che raccoglie le voci di diversi titolari di scuole di danza di tutta Italia.

I titolari delle scuole di danza si sono fatti promotori di una petizione portata all’attenzione del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, affinché venissero accolte anche le loro istanze e analizzate le criticità del settore a causa del prolungamento delle chiusure.

“Ci siamo ritrovate in tutta Italia con un gruppo whatsapp per capire la nostra situazione: chiusure, affitti e utenze da pagare senza che nessuno si fosse minimamente preoccupato delle nostra situazione. Abbiamo cercato di fare una petizione nazionale che andasse a raggruppare le esigenze delle scuole di danza regione per regione, relazionandoci con Miriam Baldassarre, responsabile nazionale del CSEN”, spiega Anna Paola al Capoluogo.

“Dopo la preoccupante situazione sanitaria – aggiunge – che ha sicuramente la priorità in questo momento, sarà un momento di crisi per circa 20 mila scuole di danza e ballo nel nostro Paese, in un settore che non è mai stato regolamentato e normato in modo di rispecchiare le reali esigenze lavorative e professionali, di danzatori, maestri, tecnici, proprietari e l’intero settore rischia di collassare.

“A oggi, noi che gestiamo scuole di danza siamo stati abbandonati dalla politica. Come categoria non esistiamo, siamo finiti dentro il calderone del Coni ma a livello di semplice riconoscimento”.

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Com’è la situazione in questo momento?

“Per adesso – chiarisce – ognuno sta andando per sé, gli affitti a qualcuno sono stati sospesi ma non a tutti e in ogni caso non sappiamo se questi affitti poi andranno versati in seguito. Il problema principale è sempre lo stesso: Noi quando riapriremo?”.

Il “dopo Covid” per le scuole di danza sembra quindi, “un gigantesco punto interrogativo. Non sappiamo quando e come si faranno riaprire, quali saranno i criteri per il distanziamento sociale. per noi è importantissimo saperlo per tempo, perchè in sala facciamo lezioni di gruppo e in caso andranno rimodulate e riprogrammate a seconda del numero degli iscritti”.

Non solo corsi, ma anche il problema degli spogliatoi per garantire la giusta distanza di sicurezza.

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“Per le sanificazioni non ci sono problemi, parlando con i colleghi quello che si preoccupa sono gli spazi, alcune scuole sono piccole e non dispongono di altre stanze per fare magari contemporaneamente più lezioni”, conclude.

Di seguito il comunicato di Assodanza Italia inviato per far conoscere la situazione delle scuole di danza in tutto il Paese:

“I membri del comitato spontaneo Danza e Sport Italia, promotore della nostra petizione e attivo sul territorio per espandere le esigenze della nostra categoria ed estenderle alle istituzioni, si è riunito in una videoconferenza di oltre quattro ore, nella quale si è data forma concreta ad un NUOVO ORGANO DI RAPPRESENTANZA che possa TUTELARE le esigenze delle SCUOLE DI DANZA E DEGLI INSEGNANTI DI DANZA delle realtà di base, anche le più piccole e le neo-costituite”.

“Il nuovo organo si è denominato AssoDanza Italia, ed ha lo scopo fondamentale e assolutamente vitale in questo momento di presentare con una voce unica e istituzionale le istanze del nostro mondo. Gli interlocutori a cui aspiriamo sono i Ministri e il Governo”.

“Molte interpellanze sono già state presentate. La strada è tortuosa, gli obiettivi da raggiungere sono grandi. E la politica ascolta maggiormente le esigenze espresse da una larga maggioranza, che si proponga in modo COORDINATO, ORGANIZZATO ED EFFICIENTE”.

“Quindi, da oggi in avanti, è necessario entrare a far parte di questo nuovo organo di tutela, iscrivendosi e rimanendo COLLEGATI e SINERGICI in una AZIONE UNICA rispetto alle operazioni prossime che porteremo avanti.
I primi obiettivi di lavoro nascono proprio dalle VOSTRE RICHIESTE e sono i seguenti:
– EMERGENZA COVID-19:

Provvedimento urgente AFFITTI SCUOLE DANZA PRIVATE, con definizione di CANONE UNICO FORFAITARIO FINO ALLA DATA DI RIAPERTURA da proporre ai proprietari degli immobili, come COMPARTO SCUOLE DANZA NAZIONALE

Richiesta individuazione urgente CALENDARIO RIAPERTURA Scuole Danza, con evidenziazione delle modalità e delle caratteristiche di contingentazione che siano COMPATIBILI con la dinamica di svolgimento e la didattica specifica delle lezioni di danza

Elenco delle precise DISPOSIZIONI per la SANIFICAZIONE, alla riapertura e in itinere durante lo svolgimento dell’attività

RICHIESTA URGENTE DI ULTERIORI BONUS Che coprano l’intero periodo FINO ALLA RIAPERTURA.

redazione di una NOTA INFORMATIVA UFFICIALE ED UNIVOCA in merito alla gestione delle QUOTE ABBONAMENTO non consumate dai soci per sopravvenuta causa di forza maggiore.

Chiederemo con forza allo Stato di rispondere in modo chiaro ed inequivocabile su tutto questo.
Siamo una democrazia, e la voce del popolo UNITO DEVE ESSERE ASCOLTATA. Per fare questo e molto altro abbiamo bisogno di TUTTI I DIRETTORI/PRESIDENTI DELLE SCUOLE DANZA E DI TUTTI GLI INSEGNANTI”.

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