Emergenza Poesia, nella rete del futuro

“Nei fiumi a nord del futuro”, di Paul Celan, è la poesia scelta oggi da Alessandra Prospero per la rubrica che vi accompagna in questo difficile periodo con uno spunto poetico
Emergenza Poesia, nella rete del futuro
Nei fiumi a nord del futuro
getto la rete che tu,
esitante, carichi
di ombre scritte
da pietre.
“Nei fiumi a nord del futuro”, di Paul Celan
Quella che alberga nella poetica di Paul Celan è una oscurità di fondo dettata da un dolore vivo e crudo, derivante dall’aver conosciuto la ferocia e l’insensatezza del nazismo. L’autore, rumeno ma di origine ebraica, era riuscito ad evitare l’abominio della deportazione ma aveva perso entrambi i genitori. L’angoscia lo attanaglierà sempre, al punto da fargli conoscere anche il ricovero psichiatrico e infine il suicidio. Celan, con questi versi, si proietta verso il futuro, qualunque futuro purché futuro, utopico e non, ma unica speranza oltre alla poesia. Sebbene questa poesia sia dolorosa come una ferita, si intravede nella rete con cui l’autore intende pescare nuovi respiri e nuova vita a venire, l’inalienabile afflato dell’uomo alla speranza. Vi sono periodi storici passati che non vorremmo ricordare e periodi presenti che non vorremmo ricordare in futuro: il pensiero di avere nuova pescagione nella rete della propria vita è di certo un buon viatico.