L'aquila

Riapertura cantieri, Ance: “In attesa tamponi lavorazioni a basso rischio”

Obbligo di tamponi per la riapertura cantieri, Ance: "Collaborazione con il Comune". Apindustria: "Tamponi in nome dei social".

Obbligo di tamponi per la riapertura cantieri, Ance: “Collaborazione con il Comune”. Apindustria: “Tamponi in nome dei social”.

In queste ore ferve il lavoro di ANCE L’Aquila per dare seguito all’ordinanza sindacale che stabilisce l’obbligo dei tamponi per le maestranze dei cantieri, ai fini di una sicura ripartenza dei lavori. Il Presidente Adolfo Cicchetti ed il Coordinatore della Commissione Covid Eliseo Iannini stanno offrendo tutta la loro collaborazione, in rappresentanza delle imprese del territorio, al Comune dell’Aquila per allineare i cantieri alle ultime disposizioni, in tempo utile per una efficace ripartenza. Un accordo è stato appena siglato, grazie all’intermediazione del Comune, con l’istituto Zooprofilattico di Teramo che ha assicurato la possibilità di processare un elevato numero di tamponi al giorno. Con la ASL dell’Aquila è in via di messa a punto per la determinazione delle modalità operative per poter effettuare i prelievi. Lunedì mattina gli aspetti operativi saranno definiti in un incontro con il direttore generale della ASL Roberto Testa.

“La situazione – commenta il Presidente ANCE Adolfo Cicchetti –  benché con tempi ristrettissimi che hanno generato apprensione tra gli imprenditori, potrebbe evolvere verso una soluzione positiva se tutti gli enti faranno responsabilmente la loro parte. ANCE L’Aquila sta offrendo tutta la propria collaborazione per rispettare i tempi dati dai decreti governativi e a cui tutti hanno riprogrammato l’attività, pur fra immaginabili difficoltà. Abbiamo dato rassicurazioni al Sindaco Biondi di avviare, nelle more dei risultati dei tamponi, solo le lavorazioni a più basso rischio Covid, come da lui indicato, in considerazione del fatto che il tempo mite permette in questo periodo le lavorazioni all’aperto, classificate come meno pericolose. Inoltre abbiamo strutturato le aree di cantiere per trattenere gli operai all’interno del loro perimetro anche nelle pause dal lavoro, con un adeguato distanziamento. In ogni caso i nostri cantieri sono pronti con tutte le misure anti Covid previste dai protocolli nazionali siglati con le parti sociali. Questi due mesi non sono trascorsi invano. Abbiamo operato per ridurre al minimo i rischi, considerato che un solo caso di contagio metterebbe a rischio le nostre aziende con una imputazione per infortunio sul lavoro quando non per epidemia colposa. Il primo interessato alla prevenzione, quindi, è proprio il datore di lavoro, che riapre il cantiere con non poche ansietà. Riteniamo però, anche per le responsabilità che abbiamo nei confronti della città, dei nostri committenti e delle nostre maestranze che stanno per esaurire la cassa integrazione, di provare a ricominciare, solo dove possibile, mediando saggiamente tra la sicurezza sanitaria e quella lavorativa ed economica. La salute resta anche per noi un valore primario”.

Riapertura cantieri, Apindustria: “Tamponi in nome dei social”.

“Nel nome del popolo di Facebook la politica aquilana si è ritrovata quasi sulle stesse posizioni sull’ennesima azione condotta a scapito delle imprese coinvolte nella ricostruzione”. Così il segretario generale di Apindustria, Massimiliano Mari Fiamma, che aggiunge: “L’ordinanza calata dall’alto con l’imposizione dei tamponi, della tracciatura degli operai (già presente in Prefettura dal 2012 con un protocollo condiviso), dell’assunzione di una responsabilità da parte dei medici competenti e delle committenze è un’autentica vessazione senza alcun risvolto positivo nemmeno per la sicurezza tanto decantata. Da questo punto di vista, difatti, si erano già mossi Governo e Parti sociali, confortati dal parere di esperti virologi ed epidemiologi, nello stilare e sottoscrivere ben 3 protocolli specifici (quello di riferimento il 24/04 scorso) tra cui quelli di cantiere, ma ormai è chiaro che ogni politico, di maggioranza o di opposizione, voglia apporre un proprio sigillo a questa triste vicenda del Covid-19. Ecco quindi che a 24 ore dalla riapertura (dato che da giovedì 30 a lunedì 4 c’è solo un sabato lavorativo di mezzo), si scaricano tutte le paure e le proteste dei social sulle imprese imponendogli tamponi utili solo a sfamare la voglia di sangue dei leoni da tastiera”.

“I complimenti e gli osanna giunti via internet alla mossa del Comune – scrive Mari Fiamma – sembrano non tener conto che un operaio negativo ad un tampone oggi, dovendo lavorare ed interagire in cantiere e fuori, può diventare positivo domani vanificando ogni rilevazione di 24 ore prima. Di contro per le imprese questa è l’ennesima imposizione assurda e fastidiosa che li costringerà al rinvio dell’apertura o a tour de force assurdi per inviare la modulistica alla ASL, al Comune e agli Uffici Speciali, trovare chi farà i tamponi (ad oggi se ne possono processare solo 140 al giorno nell’aquilano) e organizzare la ripartenza dal 4 dopo che, per giorni e giorni, noi e le altre Associazioni di categoria abbiamo invano chiesto di programmare per tempo la ripresa. In questo desolante quadro però non ci sono colpe solo del Governo cittadino dato che il caos scoppiato in Consiglio Comunale su questa ordinanza non ha visto una parte imporre le proprie prescrizioni e l’altra opporsi in nome del buon senso; le due fronde (anche miste nell’arco costituzionale) hanno dibattuto solo sul dare o non dare 14 giorni di tempo per fare i tamponi, rendendo del tutto evidente come il più alto il consesso cittadino risulti assolutamente inadeguato a condurre la straordinaria fase distruttiva in atto con il coronavirus. Ovviamente non ci sono i tempi per ricorrere se non rischiando, per l’ennesima volta, di danneggiare ancor di più le imprese ed il percorso della ricostruzione, quindi tutti dovranno fare il possibile per adeguarsi a questa sceneggiata, ma resta ancora una volta l’amaro in bocca nel constatare la siderale distanza tra la politica e le istanze reali dell’economia locale”.

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