Fiorai e Covid, la Festa della Mamma per ripartire in Abruzzo

Fiorai e Covid, in Abruzzo la Festa della Mamma favorisce la ripartenza. La storia di Riccardo Calisti, “con i fiori nel Dna”.
L’ordinanza 52 della Regione Abruzzo ha consentito l’apertura di vivai e fiorai in concomitanza con la Festa della Mamma.
Il settore dei fiorai ha risentito molto del momento di emergenza, soprattutto perchè si tratta di un settore che veniva dal lungo stop dell’inverno.
All’Aquila, tra i tanti, c’è Riccardo Calisti, che ha il suo negozio nel piazzale del Cimitero Monumentale.


Riccardo ha 31 anni e si considera “fioraio da sempre”, a sua volta il papà, con cui condivideva non solo la passione per i fiori ma anche il nome, è stato uno storico fioraio aquilano, scomparso prematuramente quando Riccardo era un ragazzino.
“Sono nato e cresciuto tra i fiori – spiega Riccardo al microfono del Capoluogo – per me fare il fioraio non è un semplice lavoro ma una missione: quando papà si è ammalato ci fece promettere che non avremmo abbandonato l’attività di famiglia. Avevo solo 15 anni e mia sorella 7, con mia madre Carol decidemmo che avremmo onorato questo patto d’amore con chi ci aveva consentito di studiare e fare tante cose con grande fatica e spirito di abnegazione”.
“I fiorai sanno ridere e sorridere, hanno un’anima gentile, quando sbocciano ci ricordano che il mondo è pieno di colori anche durante momenti terribili come quello che stiamo vivendo a causa del Covid. Noi fiorai produciamo emozioni, cercando di arrivare al cuore di chi ricevere i nostri mazzi o le nostre piante”.
“Ogni fiore ha una storia e dietro ognuno di loro c’è una simbologia perfetta, anche la scelta dei colori non va mai lasciata al caso”.
Per Riccardo in ogni caso, la crisi del settore non è imputabile solo al Covid. “Il nostro settore vive una momento drammatico da tempo. So bene di non vendere un bene di prima necessità, siamo un settore a rischio da sempre, in ogni caso questo stop forzato ci ha messo in ginocchio. La primavera per noi è il momento migliore: ci sono le cerimonie, le comunioni e i matrimoni, in questi mesi è stato davvero difficile andare avanti”.
“Fortunatamente grazie alla recente ordinanza possiamo contare su un po’ di lavoro in occasione della Festa della Mamma, tanti ci hanno chiesto di far avere a casa delle proprie madri un fiore o un simbolo per festeggiarle anche da lontano”.
Poche settimane prima dello scoppio della pandemia inoltre Riccardo è diventato padre per la prima volta; la moglie Maria Teresa, che lavora da sempre con lui nell’attività di famiglia, ha dato alla luce un’altro Riccardo, il terzo della famiglia.
“Quando guardo il mio piccolino mi chiedo in che mondo lo sto lanciando. il tempo dilatato di queste settimane mi ha fatto riflettere, se vado avanti è principalmente per lui, perchè merita un futuro radioso. Ho fatto il possibile per non fargli mancare nulla, mi sono organizzato con le consegne a domicilio, attrezzato e protetto da guanti e mascherina per fare in modo di non fermarmi mai. Per chi campa solo del proprio lavoro è poca cosa, ma io sono un ottimista, ‘addà passà a nuttata’ per tutti!”.