Meno ricoveri Covid al San Salvatore, Grimaldi: “Occhio a riaperture e all’autunno”

Si torna a respirare al San Salvatore, diminuiscono i ricoveri da Covid. L’intervista al dottor Grimaldi: “Ora combattere il virus fuori dagli ospedali. Troppa gente in giro senza mascherine”.
«All’Hotel Cristallo venivano inviati i pazienti positivi ma autonomi, abbastanza giovani. La struttura è stata preziosa nelle scorse settimane, adesso, però, siamo fortunatamente riusciti a liberare diversi posti in ospedale. Il numero dei ricoveri sta scendendo: su 20 posti attivi abbiamo 14/15 pazienti ma, già in settimana, contiamo di dimetterne qualcuno».
Il Capoluogo ha intervistato il dottor Alessandro Grimaldi, direttore dell’Unità operativa di Malattie Infettive dell’ospedale San Salvatore.
«Prima era un ciclo continuo: non appena un paziente si stabilizzava c’era già bisogno di uno o di più posti, per rispondere ai contagi registrati. Ad oggi la situazione è migliorata, non c’è l’intasamento delle scorse settimane. Tre/quarti dei posti letto sono tuttora occupati, ma non c’è quella pressione che rendeva complicata la gestione dei ricoveri».
«I pazienti attualmente ricoverati sono prevalentemente anziani e necessitano di un periodo di riabilitazione pre-dimissioni. Del resto si tratta di pazienti che hanno contratto una polmonite, quindi la convalescenza richiede alcune accortezze. A questo proposito, sottolineo come stia funzionando molto bene – grazie ai suoi responsabili – la terapia riabilitativa post-Covid».
Oltre il San Salvatore: Fase 2, cosa cambia?
«Sicuramente l’attenzione resta alta per due motivi. Gli altri paesi insegnano che le riaperture hanno portato ad un nuovo aumento di contagi. È successo in Germania, in Korea, nella stessa Cina. Ecco perché è importante mantenere regole stringenti di distanziamento sociale: è importantissimo soprattutto l’uso delle mascherine. Vedo troppa gente in giro senza mascherine. L’altro motivo è questo, il senso di responsabilità che tutti dobbiamo dimostrare. Rispettiamo il distanziamento anche con le riaperture Ora dovremo combattere il virus innanzitutto fuori, non solo dentro gli ospedali».
Quanto durerà la Fase 2? Presto forse per dirlo: sembra evidente, invece, che bisogna rispettare le regole in maniera rigorosa, ricordando che la battaglia contro la pandemia sarà ancora lunga.
«Temiamo un ritorno del virus in autunno, ma speriamo che ciò non avvenga. Quindi sarà fondamentale prevenire e agire velocemente: i casi sospetti positivi vanno immediatamente sottoposti a tampone e tracciati tempestivamente».
L’Aquila, provincia con meno contagi d’Abruzzo: l’analisi
«Ricordiamo che L’Aquila è stata poco colpita dal virus. Siamo stati bravi e anche fortunati sul fronte contagi. Nell’analizzare questo dato, tuttavia, bisogna anche considerare che essere stati i meno colpiti significa essere, di conseguenza, i meno immunizzati contro il virus. Non possiamo abbassare la guardia!».
Coronavirus, immuni dopo il contagio?
A tenere banco, soprattutto negli ultimi giorni, è l’argomento immunità al virus. Contrarre il Covid-19 e poi negativizzarsi, rende immuni?
«È ancora tutto da vedere. In linea teorica, chi ha un’infezione dovrebbe essere in qualche modo immunizzato. Dovrebbe sviluppare degli anticorpi funzionanti: altrimenti non si comprende come mai la cosiddetta immunoterapia con gli anticorpi funzioni regolarmente. Da definire, ovviamente, quanto duri e quanto possa essere efficace questa immunizzazione».
Un altro punto da studiare, in attesa di risposte su un virus che ha cambiato la vita di tutti e che sembra destinato a cambiarla ancora per molto.