Riapertura locali, c’è chi dice no: “Sono un barman, non un vigile”

Per riaprire i locali non bastano le ordinanze “morbide” della Regione e gli interventi del Comune. La protesta va avanti. Intanto c’è chi ha già scelto di non riaprire.
Il 18 maggio è quasi arrivato, ma non tutti scalpitano per riaprire. Le condizioni imposte dal Governo per contenere il Coronavirus, infatti, creano molti problemi ai ristoratori e gestori di locali che per domani, sabato 16 maggio, hanno in programma una protesta, che andrà in scena sulle rotonde dell’Aquila, nella speranza di arrivare fino ai “piani alti” della politica nazionale. Nonostante gli interventi di Comune e Regione per tentare di sostenere i ristoratori, anche attraverso un’ultima ordinanza regionale molto più “morbida” rispetto all’approccio governativo, la protesta va avanti. I ristoratori attendono infatti risposte su questioni importanti, come tasse, affitti e fondi a sostegno delle attività, al di là delle “regole” per la riapertura.
Riapertura locali, il Corner Pub per ora getta la spugna.
Nel frattempo, però, qualcuno si è già arreso davanti all’impossibilità di gestire la riapertura alle condizioni imposte dal governo: “Sono 35 anni che faccio il barman e, con alti e bassi, ho cercato di fare al meglio il mio lavoro!”. Lo scrive scrive Roberto Aureli, meglio noto come Ralph, del Corner Pub. “Dopo il terremoto sono stato il primo a riaprire a L’Aquila ma la situazione, seppur catastrofica, era totalmente diversa! Non mi sono mai tirato indietro e mi sono sempre tirato su le maniche! Ho venduto la mia splendida Ford del ’64, le mie Harley e non solo, per comprare un bus inglese e ripartire! Solo Dio sa quanto vorrei tornare a lavorare e non stare buttato su un divano, perchè questa realtà non mi appartiene! Con le restrizioni (giuste o sbagliate) che ci impone il governo, non riuscirei a gestire il locale perché, come ripeto, sono un barman e non un vigile!”.
“Sinceramente, di costringere i miei clienti a stare seduti, non avvicinarsi, non scambiarsi un saluto, non poter farsi una chiacchierata, una risata, ecc… non me la sento! Non ho una farmacia o un supermercato, ma un pub, un luogo d’aggregazione, dove una persona va per svagarsi e non per necessità! Aspettando che questo maledetto periodo passi in fretta, auguro a tutti il meglio, con la speranza che voi possiate comprendere la mia decisione! Spero di rivedervi tutti al più presto, magari in una nuova location!”.