Angela Facchini, dall’alta moda alle mascherine per ripartire

16 maggio 2020 | 09:41
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Angela Facchini, dall’alta moda alle mascherine per ripartire

Angela Facchini, la stilista con origini abruzzesi che dopo lo stop imposto dal Covid riparte dalle mascherine. “In questi pezzi di stoffa, quasi mezzo secolo di storia!”.

Angela Facchini è una stilista di nicchia molto affermata, il suo nome è un marchio registrato dal 2017, molto nota nel mondo dell’alta moda e degli abiti da cerimonia e da sposa.

Angela è una donna di 56 anni, eccentrica e buona come le orecchiette pugliesi. Nata e cresciuta in Australia da genitori baresi. La sua è una famiglia numerosa che arriva fino in Abruzzo, a Francavilla.

Angela Facchini, come tutti i “colleghi” del settore matrimoni, si è ritrovata senza lavoro al tempo della pandemia.

Da circa 40 anni, cuce con la musica in sottofondo, immersa in quei ricordi che sanno di orecchiette e di canguri, che profumano di Puglia, e di Australia… “Ho girato il mondo, può mai farmi del male il Coronavirus?”, prova a scherzare.

Per Angela queste sono le settimane di messaggi del tipo, “mi spiace ma per ora il vestito non posso ritirarlo”, “ho perso il lavoro, non posso portare la caparra”, “il matrimonio si farà, ma nel 2021, quindi c’è tempo per le prove”.

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Angela non si è persa d’animo e se prima erano famosi i suoi abiti da sposa e da cerimonia, adesso in tutto il mondo stanno andando fortissimo le mascherine personalizzate “Facchini couture”.

“Ho fatto di necessità virtù – spiega Angela al microfono del Capoluogo – all’inizio quasi per gioco ho deciso di provare a fare una mascherina per me, per poter uscire a fare la spesa dal momento che erano introvabili”.

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Una mascherina in seta, colorata o in georgette e pizzo non passa inosservata: ne ha fatta una tanto per passare il tempo, da una sono diventate 10 e poi le prime 200 che ha regalato ai parenti e agli amici in Puglia che, come tutti, non riuscivano a trovarle.

“Cucio e ricamo da 40 anni, ero una ragazzina che sognava di diventare una grande stilista. A Sidney avevo anche un atelier, ma sapevo che per affermarmi sarei dovuta tornare in Italia, la patria dell’alta moda, dei bei tessuti, dei ricami preziosi”.

“I primi anni sono stati costellati da tanti sacrifici, tante porte chiuse e qualche schiaffo, come per tutti. Piano piano, dopo notti insonni passate a creare e a cucire, mi sono fatta un nome nel mondo dei ballerini di tango. Ero la costumista ufficiale dei maggiori gruppi e scuole di tutto il mondo. Sono stata anche all’Aquila nel 2014, per la Fiera nazionale del tango”.

Adesso Angela vive alle porte di Roma, immersa nel verde e circondata dai suoi scampoli e dai suoi rocchetti. La pandemia ha fatto mettere da parte abiti da sposa e costumi di scena, vestitini per le damigelle e per i paggetti e gli abiti da cocktail.

“Mi sono sempre ispirata agli stili retrò, a linee pulite che avessero qualcosa di particolare. Sono abituata al sacrificio e questo stop non mi spaventa: non posso cucire vestiti? Allora io vi faccio le mascherine!“.

Le mascherine di Angela stanno andando a ruba, non solo fatte di pizzi e merletti ma anche dipinte a mano, con disegni personalizzati; “ci metto la mia anima: la sera faccio il bozzetto e la notte lo dipingo su tessuto. Alla fine per me è anche una forma di terapia, per non impazzire”.

Le mascherine di Angela non passano di certo inosservate: per i colori, per la foggia, per lo stile. Dietro un pezzo di stoffa c’è il desiderio di affermazione, sembrano quasi parlare, dire: “Eccomi, ci sono anche io!”.

L’emergenza Coronavirus ha distrutto per adesso anni di lavoro e sacrifici, perchè noi che siamo nel settore matrimoni non sappiamo quando realmente riprenderemo a lavorare. Come faccio a cucire con i guanti? Come igienizzo la seta? Come mantengo la distanza durante una prova?”.

“Mi faccio pubblicità con il passa parola e con la mia pagina Instagram. Per ora sta andando bene, ho spedito anche a New York e in tutta Europa, certo non posso campare in eterno di mascherine, ma io sono Angela Facchini, qualcosa mi inventerò!”.

“Certo se lo Stato ci avesse considerati un po’ di più non sarebbe stato male, con questo tipo di contributi possiamo sopravvivere qualche mese e basta”.

“Posso creare e reinventarmi, ma dietro di me ci sono tutte le persone del comparto matrimoni e delle scuole di ballo che non sanno cosa fare: i negozi di tessuti, i fotografi, i proprietari i dei locali dove si fanno le cerimonie, le feste e i saggi delle scuole di tango e di ballo in genere. Se loro non ripartono noi non partiamo, è un circolo vizioso infernale, un gatto che si morde la coda!”.

Sono nata in Australia ma sono cittadina del mondo. Sono italiana, abruzzese, pugliese, etichettatemi come volete voi, ma una cosa è certa: da noi al Sud le feste, i matrimoni, le gare di ballo sono una cosa seria: ci piace stare attaccati, abbracciarci, baciarci, le distanze non fanno per noi!“.

“Ora come ora mi è rimasta una sola sposina, una giovane cinese che ha deciso di fare comunque la festa con i soli testimoni. Da noi al Sud non esiste il matrimonio con 50 invitati o anche meno, le famiglie sono tutte mediamente numerose. Un matrimonio è la festa di un quartiere intero, tutti si fanno il vestito nuovo e deve essere il più bello!”.

“Non solo sola a condividere questa grande tragedia, siamo tutto un settore legato al divertimento. Spero davvero che passi presto questo periodo buio: la mia macchina da cucire e i miei carta modelli scalpitano per essere usati a dovere!”.
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