Il racconto

L’Aquila su Internazionale: 24 ore nell’Italia del coronavirus

L'Aquila sulle pagine di Internazionale, cronaca della pandemia. Foto, racconti e storie ai tempi del Covid. L'Aquila ma anche Sulmona e Castel di Sangro: scorci di vita in emergenza

L’Aquila sulle pagine di Internazionale, cronaca della pandemia.

24 ore in Italia, c’è anche l’Abruzzo, soprattutto L’Aquila. Foto racconti di una provincia ai tempi del Covid-19 e della quarantena. Inviati da tutta Italia descrivono e immortalano momenti di difficoltà attraverso autentici scorci di vita.

Ci sono Sulmona, Castel di Sangro, c’è L’Aquila: con la sua San Bernardino in copertina e le sue vie del centro ancora ferite dal sisma, tra i cerotti dei ponteggi qua e là, simbolo di una ricostruzione tuttora in corso.

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Precisamente c’è un cantiere vicino a Piazza Santa Maria Paganica e ancora Largo Silvestro e Piazza Duomo, tra i simboli di una città rinata, già tante volte.

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Un concerto senza pubblico. Una bambina appena nata. Un operaio durante il turno di notte. Una lezione di yoga online. Una malata di covid-19 in quarantena. Un’astrofisica. Un migrante. Dal Friuli-Venezia Giulia alla Sicilia, l’8 maggio quaranta giornalisti, scrittrici e fotografi hanno incontrato decine di persone per raccontare paure, difficoltà e speranze nella prima settimana della fase due, dopo mesi di blocco”.

Questo è il reportage di Internazionale: un viaggio in un’Italia diversa, in una L’Aquila diversa.

Intorno alle foto, alle immagini quasi surreali – in cui spesso la natura è tornata ad impossessarsi dei suoi spazi e l’uomo è rimasto confinato in casa – tante storie di vita, quella vita ridisegnata dall’emergenza sanitaria.

Come quella di Leonardo Oddi, di Sulmona, affetto da neurofibromatosi di tipo 1, una malattia rara. Ha perso la sensibilità alle mani ed è sulla sedia a rotelle da 15 anni. Lui, che di anni ne ha 45.

Prima del lockdown la sua normalità era fatta dalla fisioterapia in palestra tre volte a settimana, per tenere in esercizio i muscoli. Poi andava al bar, per trascorrere qualche ora in compagnia.

Una normalità che si è fermata il 10 marzo, all’improvviso. Insieme alla sua fisioterapia, finita tre tutte quelle attività non essenziali per lo Stato. Non per lui, che in casa gli esercizi poteva pur farli, ma correndo il rischio di farsi male e di finire in ospedale. No, troppo rischioso, troppo alta la possibilità di contagio.

La Fase 2, però, è entrata nel vivo. Sulmona da qualche giorno stava già riaprendo poco a poco e Leonardo Oddi ha già messo in carica le batterie della sua carrozzina a rotelle. Con cautela si può ricominciare.