Covid e danza, a Firenze riparte l’hip-hop che parla aquilano

Rispondere all’epidemia a colpi di hip-hop e di coraggio. L’esempio di Meltin Pot Dance Collective, con l’aquilana Maria Filieri. Instagram e video set hanno salvato il lockdown: ripartire, però, è un’incognita.
Firenze-L’Aquila l’asse della danza che ha portato Maria in Toscana, nel collettivo indipendente di Hip-Hop diretto dalla coreografa Lisa Brasile. Un gruppo costituito da esperti danzatori provenienti da ogni parte d’Italia e non solo: tutti insieme si sono reinventati per ‘sopravvivere’ nell’emergenza.

L’Aquila c’è con Maria Filieri
Poi ci sono ballerini-insegnanti da: Pisa, Livorno, dalle Marche, dalla Sardegna e anche dalla Francia.
“La nostra base è Firenze – ci spiega la coreografa Lisa Brasile – Il nostro è un gruppo eterogeneo, con persone che arrivano da ogni dove. Lo è oggi, come lo è stato fin dall’inizio: sin da quindici anni fa, quando è nato. Siamo un collettivo indipendente, formato da 7 danzatori e la coreografa, cioè la sottoscritta. Tutti e 8 ovviamente siamo insegnanti di danza. L’emergenza coronavirus ci ha inevitabilmente destabilizzato: in parole povere ci siamo ritrovati all’improvviso senza lavoro“.
Senza lavoro e senza tutele.Chiuse le scuole di danza dove il collettivo di Hip-Hop lavorava, sono saltate inoltre le esibizioni nei teatri, programmate nell’ambito del nuovo spettacolo con cui il Meltin Pot Dance Collective avrebbe dovuto debuttare da aprile.
“Si trattava di un evento selezionato e sovvenzionato dalla Regione Toscana. Il Covid ha fatto saltare tutto e noi, che abbiamo un contratto di collaborazione con le scuole di danza – a causa delle chiusure dei centri che non hanno più potuto contare sulle rette degli allievi – siamo stati condannati a restare scoperti economicamente. Abbiamo provato a inoltrare richiesta per percepire l’indennità per collaboratori sportivi, ma ad oggi non abbiamo percepito un euro”.

Meltin Pot Dance Collective si è reinventato
“Abbiamo potuto mandare avanti la nostra attività, nonostante le difficoltà e il contesto delicato, grazie all’aiuto dei Social. In particolare la nostra pagina Instagram, Meltin Pot Dance Collective, ci ha permesso di far partire una serie di lezioni per i nostri allievi. Siamo riusciti a tenere dirette, diverse lezioni online, che sono andate a costituire un vero e proprio planning giornaliero, comprensivo di speech sulla cultura dell’Hip-Hop e consigli su materiale musicale, libri o film suggeriti ai ragazzi. Ogni videoset si è tenuto dalle nostre abitazioni”.
I corsi del Meltin Pot Dance Collective coprono ogni fascia d’età: ci sono lezioni dedicate ai bambini, fino agli adulti. Alcuni spazi sono dedicati anche ai genitori dei ragazzi, durante il lockdown, però “Abbiamo diviso le lezioni per i più piccoli, usando canali provati rispetto alla piattaforma di Instagram. Per fare in modo, al tempo stesso, che i bambini non dovessero obbligatoriamente iscriversi a pagine Social”, continua Lisa Brasile.
Adesso, come ripartire?
“Si ne parla da giorni della ripartenza. Dal 25 maggio le scuole potranno riaprire è il come che lascia già di qualche dubbio. Le regole che sono state definite ci lasciano molto perplessi. Ci vogliono 4 metri tra una persona e l’altra, mi chiedo: riusciranno le scuole a garantire queste condizioni di lavoro? Bisognerà vedere se i centri di danza avranno la disponibilità di simili spazi. Anche perché c’è da considerare che noi abbiamo corsi di 25 persone anche, le sale non possono ospitarle tutte mantenendo tali distanze. Si rischia di dover ridurre il numero dei partecipanti.Il 25 potrebbe veramente cambiare poco per noi e in generale per le scuole di danza. Questo sarebbe un altro duro colpo, considerando che l’anno è già stato fortemente compromesso e che la data del rientro non assicura molto sulla risposta degli allievi. Le famiglia in primis sono state colpite dalla crisi e la danza potrebbe subirne gli effetti collaterali”.