Cronaca

Strage di Capaci, 28 anni fa l’uccisione di Giovanni Falcone

28 anni fa la strage di Capaci in cui perse la vita il giudice Giovanni Falcone. Commemorazioni sul web a causa dell'emergenza Covid e lenzuola sui balconi a Palermo.

Il 23 maggio, da 28 anni a questa parte, è una data che riporta alla mente la violenza inaudita della strage di Capaci in cui, 28 anni fa, morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

giovanni falcone

La strage di Capaci è un attentato alla giustizia compiuto da Cosa Nostra; una ferita indelebile non solo alla lotta contro la piaga mafia, ma all’intera tenuta democratica e istituzionale del Paese.

I fatti

alle 17.57 di quel sabato, gli attentatori fecero esplodere un tratto dell’autostrada A29, mentre vi transitava sopra – viaggiando dall’aeroporto di Punta Raisi alla città di Palermo – il corteo della scorta con a bordo il giudice, la moglie e gli agenti di Polizia, sistemati in tre Fiat Croma blindate.

L’uccisione di Falcone venne decisa, da quanto si è successivamente appreso nel corso del maxi processo, in occasione di alcune riunioni delle “Commissioni” regionale e provinciale di Cosa Nostra, avvenute tra il settembre-dicembre 1991, e presiedute dal boss Salvatore Riina, catturato il 15 gennaio del 1993 e poi deceduto quasi tre anni fa, il 17 novembre 2017 mentre era detenuto nel carcere di Parma.

A coordinare l’attentato e ad azionare personalmente il detonatore che fece saltare in aria il corteo di automobili, fu Giovanni Brusca, esponente di rilievo della mafia, condannato per oltre un centinaio di omicidi.

Fu arrestato il 20 maggio del 1996 e dichiarò di aver partecipato, in quel caso solo come mandante, anche alla strage di via D’Amelio, a Palermo, dove poche settimane dopo Falcone perse la vita anche l’amico e collega Paolo Borsellino, il 19 luglio del 1992.

Entrambi gli attentati sono stati vissuti con particolare indignazione da parte dell’opinione pubblica di tutto il Paese, che con queste azioni inaudite ha percepito la vulnerabilità dello Stato di fronte alla criminalità organizzata di stampo mafioso.contro cui non va mai abbassata la guardia.

Quest’anno, le cerimonie per ricordare il giudice Falcone e le altre vittime della strage saranno diverse a causa delle restrizioni per il Covid-19.

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Non per questo saranno meno sentite, anzi, forse proprio l’emergenza Covid ha riacceso le luci, dal momento che in queste settimane è esplosa la polemica sulla concessione di condizioni detentive più lievi a decine di boss mafiosi, in conseguenza dell’emergenza sanitaria che ha travolto anche le carceri ma che non può e non deve mai far dimenticare le esigenze di una giustizia giust

Non ci saranno le strade piene di studenti che ricorderanno Falcone e gli agenti, ma i balconi con tanti lenzuoli, come accadde dopo le stragi del 1992, quando i cittadini riempirono di bianco Palermo per gridare “no alla mafia”.

L’esposizione dei lenzuoli, che si richiama a una campagna della società civile lanciata dopo l’attentato del 1992, nasce grazie a un impulso della Fondazione Falcone e di #PalermochiamaItalia che hanno scelto uno slogan per riassumere il senso dell’iniziativa: «Il mio balcone è una piazza». I lenzuoli compariranno non solo ai balconi di tanti palermitani ma anche alle facciate della Questura, della Prefettura, del Comune, di villa Pajno residenza del prefetto, della Cgil e di palazzo Gulì, sede del «No Mafia Memorial».

Il centro Giuseppe Impastato, che lo gestisce, esporrà un lenzuolo per le vittime di Capaci e uno per i medici e gli infermieri morti mentre fronteggiavano il Covid.

Rispetto al passato la parte centrale del programma non sarà più l’incontro con i giovani e le scuole nell’aula bunker dell’Ucciardone. Sarà il web lo spazio virtuale in cui saranno proposti tanti eventi.

Sabato 23 e domenica 24 la web tv del teatro Massimo proporrà due opere-inchiesta, «Le parole rubate» e «I traditori», dei giornalisti Gery Palazzotto e Salvo Palazzolo.

La versione blues di «Le parole rubate» andrà in onda alle 15 di domani su Rai Radio 3. Altri spettacoli saranno offerti dai canali social e dai siti del Brass Group, della Fondazione Falcone e di Quarto Savona Quindici, il gruppo dedicato ai tre uomini della scorta di Falcone.

E infine la chiusura della giornata alle 17:58, l’ora della strage. Un flash mob unirà idealmente tutta l’Italia, con le persone che si affacceranno ai balconi per esporre un lenzuolo bianco.

Davanti all’albero Falcone sarà suonato il silenzio senza la folla che di solito si ritrova qui confluendo da vari cortei.

Nello stesso momento nel giardino della caserma Lungaro sarà collocata la teca di Quarto Savona Quindici con i resti contorti dell’auto della scorta e sarà rappresentata la «Corale del silenzio» del drammaturgo Vincenzo Pirrotta con la partecipazione di Salvo Ficarra e Valentino Picone, di attori del teatro Biondo e di alcuni musicisti.