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Abruzzo, ripartono i rifugi: ma non tutti. Le regole da seguire

#Fase2, ripartono i rifugi in Abruzzo ma non tutti potranno essere utilizzati, soprattutto per il pernottamento.

Dal 18 maggio sono ripartiti anche i rifugi ma con specifiche regole da seguire secondo l’ordinanza emanata dalla Regione Abruzzo.

Un turismo montano da potenziare grazie anche al milione e mezzo di euro stanziati per i rifugi e le aree montane nel Cura Abruzzo 2 approvato nella giornata di venerdì scorso. Ma le regole anti coronavirus per i rifugi non sono affatto semplici, tanto che parecchi non saranno in grado di ospitare per la notte i turisti.

E’ il caso dei tre storici rifugi della Sezione di Roma del Club Alpino Italiano: il Duca degli Abruzzi e il Franchetti sul Gran Sasso e il Sebastiani sul Velino. Il perchè lo spiega su Facebook il gestore del rifugio Franchetti

“A tutela degli ospiti e di chi lavora in rifugio, questa estate verrà fornito solo servizio di bar e ristoro da mattina a sera”

Si legge sulla pagina Facebook del Rifugio Franchetti.

“Senza possibilità di eccezione, salvo situazioni di pericolo o emergenza comprovate e solo nel caso il soccorso alpino non possa prendere in carico gli escursionisti in difficoltà, riconducendoli a valle per la notte. In ogni caso, prima di accogliere persone infortunate o bisognose di ricovero, il gestore contatterà le autorità (118 e 112) per avere istruzioni in merito”.

“La gestione non ha la possibilità di compensare la mancata disponibilità di posti letto interni fornendo posti in tende all’esterno, a causa del rischio maltempo e della difficoltà a sanificare tende, materassi, coperte, ecc. Sconsigliamo anche il campeggio libero nei dintorni del rifugio, perché non sarà possibile garantire i servizi consueti, né assistenza in caso di brutto tempo, per la difficoltà di gestire in sicurezza flussi imprevedibili”.

“Chi salirà in quota per una passeggiata o per passare la notte in tenda sappia quindi che il rifugio non potrà dare il supporto che ha sempre dato in passato; meglio valutare bene quindi le condizioni meteo prima di avventurarsi. Raccomandiamo a tutti i frequentatori del rifugio di portare con se un kit Covid-19  con mascherina, guanti monouso, gel igienizzante.

“Nel caso la situazione epidemica dovesse rientrare e i protocolli sanitari siano modificati saremo felici di tornare alla normalità e ad accogliere ospiti per la notte”.

Al tempo stesso, il Bafile non è utilizzabile perchè non sanificato

 

Rifugi, le regole da rispettare

La pulizia quotidiana è effettuata secondo la prassi in uso impiegando detergenti adeguati alle diverse tipologie di materiale trattato, nel rispetto delle indicazioni di utilizzo fornite dai produttori.

La sanificazione dell’ambiente e l’attività che riguarda il complesso di procedure e operazioni idonee a rendere salubre un determinato ambiente mediante interventi di detergenza e successiva disinfezione, ad esempio con una soluzione di ipoclorito di sodio diluita allo 0,1% o con alcool etilico al 70% per le superfici che possono essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio nel rispetto delle indicazioni di utilizzo fornite dai produttori.

La pulizia e sanificazione possono essere svolte separatamente o essere condotte con un unico processo utilizzando prodotti che hanno duplice azione; è importante rimuovere lo sporco o i residui di sporco che possono contribuire a rendere inefficace l’intero processo.

Il lavaggio della biancheria da letto è da attuare con detersivo a 90° o a temperatura più bassa con additivo (candeggina).

Si raccomanda di seguire le indicazioni presenti e future del Collegio regionale delle Guide Alpine al fine, anche, di programmare le attività favorendo quelle di una sola giornata con possibile utilizzo dei rifugi custoditi usando il servizio di ristoro, meglio se all’aperto, secondo le norme di distanziamento sociale.


Nel caso di superamento delle restrizioni in materia di soggiorno, qualora si decida un’attività di più giorni gli operatori della montagna devono acquisire le autocertificazioni dei clienti relative all’anamnesi COVID 19 da conservare nel rispetto delle norme sulla privacy fino alla fine dello stato di emergenza (questionari somministrati prima della gita e misurazione della temperatura corpo- rea).

È obbligatorio l’uso del proprio sacco lenzuolo con copricuscino su biancheria da letto sanificata.

È assolutamente vietato l’utilizzo dei bivacchi incustoditi almeno in questa fase, tranne in caso di emergenza; comunque l’accesso equivale ad accettazione del rischio di contagio da Covid-19. È necessario usare una tenda od un sacco bivacco all’esterno.

Il piano d’azione

I gestori dei rifugi stabiliscono un piano d’azione di controllo del contagio adattandolo alle caratteristiche specifiche della struttura ed al contesto locale ed attuarlo in conformità con le raccomandazioni delle autorità sanitarie pubbliche locali e nazionali, perseguendo l’obiettivo di:

prevenire i casi;
gestire efficacemente i contagiati;
ridurre i rischi tra i clienti e il personale;
garantire la pulizia e la disinfezione delle stanze occupate da persone colpite dal virus.

La comunicazione

Tra gli strumenti di comunicazione è raccomandata l’affissione di brevi documenti o poster informativi ben visibili, in diverse lingue, che riportino chiaramente i messaggi chiave (come, ad esempio, distanze sociali, il lavaggio delle mani, l’igiene respiratoria, altri comportamenti da tenere all’interno della struttura ricettiva e nei vari ambienti, sia per i clienti che per il personale, etc.).

Le attività consigliate (e non) in montagna nella Fase 2.

Sulla base delle indicazioni fornite per la riduzione del contagio, del fatto che le persone hanno avuto un periodo di decondizionamento fisico e anche considerando che all’inizio della Fase 2 gli ospedali saranno ancora congestionati, sarà opportuno proporre attività meno faticose e in cui vi siano presenti meno pericoli oggettivi generalmente tipici degli ambienti montani più severi.

I gruppi di clienti dovranno essere limitati a poche persone (ad esempio, al massimo 5 persone) per poter mantenere il distanziamento efficace per la riduzione del contagio.

Anche queste indicazioni chiaramente potranno variare in base ai decreti periodici emanati a livello nazionale o regionale.

Le attività consigliate e non sono le seguenti:

Alpinismo e/o Scialpinismo e/o Escursionismo (estivo o invernale): praticabile se- guendo le indicazioni di distanziamento come indicato e di uso della mascherina e lavaggio mani;

Eliski: non praticabile per spazio disponibile ristretto sull’elicottero;
Vie ferrate: praticabile seguendo le indicazioni di uso della mascherina e disinfezione
delle mani e corde/catene e materiale;

Arrampicata su ghiaccio: rivalutazione nel prossimo inverno in base all’andamento
della pandemia:

Arrampicata su roccia: praticabile seguendo le indicazioni di uso della mascherina e
disinfezione delle mani e corde/catene e materiale;

Alpinismo extraeuropeo: al momento da valutare in base ad apertura delle frontiere e
fortemente sconsigliato per inattendibilità situazioni in alcune aree e per problematicità in caso di esordio di malattia in paese extraeuropeo. Da notare che nessuna compagnia copre i trasferimenti sanitari in corso di pandemia;

Canyoning: praticabile seguendo le indicazioni di uso della mascherina e disinfezione delle mani.

LE RACCOMANDAZIONI DEL CLUB ALPINO ITALIANO PER LA RIPRESA DELLE ATTIVITÀ IN MONTAGNA

a. Rispetta puntualmente le disposizioni adottate a livello nazionale e territoriale (regione e comune), con particolare riferimento alle limitazioni imposte e alla adozione di comportamenti come le distanze e l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale, a tutela tua e degli altri.

b. Valuta correttamente le tue capacità e condizioni fisiche, oltre a quelle dei familiari che vengono con te, considerando gli effetti del lungo periodo di forzata inattività e scegliendo itinerari adeguati, preferibilmente al di sotto del tuo livello abituale; assumi diligentemente ogni più opportuna informazione sul percorso, sulle previsioni meteorologiche e sulla presenza di strutture di accoglienza aperte ed eventuale riparo.

c. Considera le limitazioni territoriali ai trasferimenti come l’occasione per andare alla scoperta delle valli e dei borghi più vicini, uscendo dalla spirale abitudinaria di privilegiare in molti la stessa località, scoprendo così bellezze inaspettate e sempre rispettando la natura, evitando concentrazioni pericolose di persone e limitando gli spostamenti.

d. Scegli un rifugio come meta, non per trovare in quota ricercatezze di pianura, quanto piuttosto una cortese accoglienza, consigli competenti e la sobria qualità di una ristorazione che esprima i sapori tradizionali di quella particolare zona di montagna; ricorda che il rifugista presidia un territorio prezioso e assicura i contatti per i soccorsi: collabora con lui e attieniti alle sue indicazioni per assicurare distanziamento e igiene; è importante la prenotazione.

e. Evita le attività più impegnative e che richiedono l’uso di attrezzature alpinistiche in comune e distanze ravvicinate con altri: la pazienza di oggi renderà ancora più gratificanti queste attività in un futuro non lontano.

f. Percorri con lentezza e prudenza l’itinerario che hai scelto, segui i sentieri segnalati e quando incontri altre persone mantieni la distanza e usa la mascherina.

g. Ricorda che in caso di incidente l’eventuale soccorso, già impegnativo per i luoghi, è reso ulteriormente critico dalla necessità di proteggere chi viene soccorso e quanti soccorrono, dal pericolo di contagio da coronavirus: per questo mantieni alta e costante la tua attenzione, risveglia i sensi assopiti. Attiva la funzione “seguimi” della app GeoResQ dello smartphone, tenendolo silenziato e utilizzandolo solo per necessità.

h. Considera sempre che i luoghi che per te sono occasione di svago e benessere, rappresentano la “casa” delle popolazioni che in quelle montagne vivono, contribuendo a mantenerle ospitali, e che il tuo comportamento influisce sulle loro condizioni di vita e di salute.

In questo momento di generale difficoltà il rispetto di queste raccomandazioni equivarrà ad attenzione per sé e per gli altri, oltre che per la montagna e per chi vi abita.

La foto allegata all’articolo del rifugio Duca degli Abruzzi è di Luigi Alesi.

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