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Emergenza Poesia, la mafia porta in sella un’icona

24 maggio 2020 | 19:04
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Emergenza Poesia, la mafia porta in sella un’icona

L’appuntamento con Emergenza Poesia, a cura di Alessandra Prospero. Pochi giorni dopo la strage di Capaci, Alda Merini scrisse una poesia dedicata al magistrato siciliano sull’onda del sentimento popolare

La mafia sbanda,
la mafia scolora
la mafia scommette,
la mafia giura
che l’esistenza non esiste,
che la cultura non c’è,
che l’uomo non è amico dell’uomo.

La mafia è il cavallo nero
dell’apocalisse che porta in sella
un relitto mortale,
la mafia accusa i suoi morti.

La mafia li commemora
con ciclopici funerali:
così è stato per te, Giovanni,
trasportato a braccia da quelli
che ti avevano ucciso.

“Per Giovanni Falcone”, Alda Merini

Giovanni Salvatore Augusto Falcone (Palermo, 18 maggio 1939 – Palermo, 23 maggio 1992) fu assassinato con la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta (Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro) nella strage di Capaci.

Pochi giorni dopo il drammatico evento, Alda Merini scrisse una poesia dedicata al magistrato siciliano sull’onda del sentimento popolare e soggettivo di indignazione, dolore e frustrazione che attanagliò tutta l’Italia. La poesia, contenuta nel volume nel volume “Ipotenusa d’amore” (La vita felice, 1994), si intitola semplicemente “Per Giovanni Falcone” ed è un tributo ad un eroe in giacca e cravatta che aveva speso la sua vita a combattere la mafia, rappresentato dalla poetessa milanese come “il cavallo nero dell’apocalisse”.