Riaperture

Riapre il Bar Acquasanta, 40 anni di storia aquilana

Riapre il 3 giugno il Bar Acquasanta, intanto va avanti la tabaccheria. 40 anni di storia, nata con l'insegna rossoblù e colorata dalle foto alle pareti, di generazioni di studenti del plesso di Colle Sapone.

L’AQUILA – Ristrutturato e pronto a sfornare caffè e colazioni. La serranda è stata abbassata per più di 2 mesi, causa coronavirus, ma il Bar Acquasanta riparte. Con lui un pezzo di storia della vita aquilana.

In quarant’anni Giovanna, la titolare, ne ha viste passare tante di difficoltà, ma il Bar Acquasanta è sempre rimasto aperto.

Ora invece, a causa del Coronavirus la chiusura (forzata) è durata più di due mesi. Non si sente più il frastuono del traffico, degli autobus, attivi in zona per il servizio scolastico. Con le scuole chiuse e con la strada chiusa (anche se solo per pochi metri) è difficile essere ottimisti. Ecco perché, questa volta, Giovanna ha deciso che il Bar Acquasanta riaprirà il 3 giugno. Intanto lavora la tabaccheria adiacente.

La storia raccontata al Capoluogo da Manola De Santis.

Bar Acquasanta, una storia aquilana di lavoro e di famiglia

La lunga storia del Bar Acquasanta incontra gli avvenimenti che hanno caratterizzato la quotidianità di una città. Quella di cui ha accolto, nel tempo, la gente, anche solo per un minuto. Il tempo di un caffè.

Correvano gli anni Settanta e nella zona oggi comunemente conosciuta come Colle Sapone – in realtà via Acquasanta – iniziavano i lavori per la costruzione dell’Istituto Tecnico Industriale “Amedeo D’Aosta”, commissionati dalla Provincia.

Nell’arco di un ventennio sarebbe diventato il Polo Scolastico di Colle Sapone, con la successiva costruzione di altri edifici dedicati a scuole. In quegli anni, anche una donna forte e lungimirante con l’appoggio di suo marito Luciano, iniziava la realizzazione di un suo sogno, avere un bar tutto suo. Erano anni che lavorava come si diceva allora “sotto padrone”: era giunto il momento di concretizzare quel desiderio.

Il 5 gennaio 1981, nasceva il Bar Acquasanta, nella via omonima, con l’insegna rosso-blu in omaggio ai colori dell’Aquila calcio. (All’epoca il 6 gennaio, festa dell’Epifania, non era considerata festiva e venne successivamente ripristinata agli effetti civili nel 1985 con il D.P.R. 792). Come succede per molte delle attività appena nate, l’inizio è stato duro: gli unici clienti erano gli operai del cantiere, ma questo in parte si sapeva, essendo la zona fuori dal centro.

Eppure Giovanna non si è fatta intimorire dalle prime difficoltà. È stata solo questione di tempo e i clienti sono aumentati. Dai cantieri della scuola, il Bar Acquasanta è diventato, nel tempo, un punto di riferimento. Erano gli anni Ottanta, gli anni in cui si fumava all’interno dei locali pubblici, gli anni dello Stok84, del Biancosarti, dei gelati Eldorado, del biliardino, del flipper…

Con l’inaugurazione delle scuole il bar sboccia e presto tutti conoscono la tenace signora che durante la ricreazione porta i panini a scuola. Il marito decide di lasciare il lavoro in una storica farmacia del centro, per affiancare la moglie. Dopo anni di distribuzione di panini freschi e pizze, molto richieste dai ragazzi e dai lavoratori, purtroppo a scuola subentrano – tramite una ditta – i distributori automatici. 

Allora il Bar trova un’altra strada: l’attività viene ampliata e diventa anche tabaccheria.

Aperti tutti i giorni, dalla mattina presto alla sera. Nel bar vedono passare generazioni e generazioni di ragazzi che vanno a scuola a Colle Sapone, sono conosciuti da tutti e al bar arrivano tante di quelle cartoline da parte di ex-studenti, clienti ed amici che Luciano decide di farne una collezione: tanto che le pareti del locale saranno per anni quasi interamente coperte da quadri di cartoline.

Bar Acquasanta, il terremoto

Poi arriva il terremoto. Il locale per fortuna subisce pochi danni, ma come tutti abbiamo avuto modo di sperimentare, il sisma ti ferisce anche dentro. Tentano di rimboccarsi le maniche anche questa volta, e ci riescono. Giovanna e Luciano sono tra i primi a riaprire dopo il sisma.

La viabilità post terremoto, però, cambia e quel breve tratto di strada, dove si trova il bar, diventa a senso unico: l’attività ne risentirà drasticamente. Per Luciano è giunta la pensione, insieme alla voglia di ristrutturare il suo bar.

Luciano Manetta è venuto a mancare nell’ottobre 2019 a causa di una grave malattia. Quella donna forte, sua moglie Giovanna, ha continuato e continua a non arrendersi: lavora in tabaccheria e dirige con sapiente esperienza l’attività, supportata dall’amore dei suoi figli.

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