Scuola post covid

Abruzzo interno e Coronavirus, la rivincita delle scuole con pochi alunni

Da San Demetrio e Rocca di Mezzo a Goriano Sicoli: le scuole con pochi alunni, che fino all'anno scorso rischiavano la chiusura, ora diventano punto di riferimento per tornare sui banchi in sicurezza. L'intervista al dirigente scolastico Antonio Lattanzi

Prima dell’emergenza Covid le piccole scuole stavano rischiando di scomparire, inglobate da istituti più grandi in nome del nuovo dimensionamento scolastico.

Adesso che si discute su come ripartire a settembre evitando il sovraffollamento e il pericolo di contagio nelle cosiddette classi “pollaio”, le piccole scuole primarie presenti nelle aree interne dell’Abruzzo con pochi iscritti, potrebbero fare da capofila per un ritorno tra i banchi in presenza e in sicurezza.

Nel documento prodotto dal Comitato tecnico – scientifico in vista del prossimo anno scolastico si fanno i numeri delle classi che servirà sistemare: 42.258 classi nell’infanzia statale, a cui vanno aggiunte circa 28 mila paritarie o comunali, altre 128.143 classi di primaria, più circa 9 mila non statali. 77.976 collocate nelle superiori, a cui aggiungere oltre 3 mila classi afferenti alle paritarie.

Restando ferma l’esigenza di svolgere didattica in presenza fino alla secondaria di primo grado compresa, perché “i bambini della scuola dell’infanzia, elementare e media devono poter essere in un contesto di socialità”, sono diversi gli istituti che tramite i loro dirigenti stanno cercando di capire come riorganizzare le classi.

In una classe mediamente si può immaginare adesso lo studente al centro di un quadrato con un lato di due metri: la superficie di cui avrà bisogno misurerà all’incirca quattro metri quadrati.

In un’aula non ci sono solo gli alunni, ci sono appendiabiti (anche questi da distanziare), uno o due insegnanti, un computer, una cattedra, un armadio, i cestini per la raccolta differenziata e persino il portaombrelli.

Quindi in definitiva 4,3 metri quadrati per studente. Per fare un esempio pratico: un’ aula di 42 mq che fino a ieri poteva ospitare 21 studenti, ora ne potrà ospitare nove!

Una problematica che sta facendo discutere e che il Capoluogo ha voluto affrontare con il dirigente scolastico Antonio Lattanzi, che coordina tutto l’istituto accorpato di San Demetrio, Ocre, Fossa, Ovindoli e Rocca Di Mezzo.

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Il dirigente Lattanzi viene da una lunga esperienza nel settore della scuola: dopo più di 20 anni di docenza presso la scuola secondaria Dante Alighieri dell’Aquila, dove insegnava educazione musicale, è passato a dirigere il plesso di San Demetrio, con tutte le difficoltà legate alla situazione dell’Abruzzo interno.

L’Istituto Comprensivo San Demetrio-Rocca di Mezzo, formato da quattordici plessi (sei di scuola dell’infanzia, sei di scuola primaria e due di scuola secondaria di I grado) accoglie l’utenza di un territorio che è composto da dodici comuni: otto nella Valle Subequana ( San Demetrio ne’ Vestini, Villa S. Angelo, S. Eusanio Forconese, Fontecchio, Tione degli Abruzzi, Fagnano, Acciano e Fossa) e quattro nell’Altopiano delle Rocche (Ocre, Rocca Di Mezzo, Rocca di Cambio e Ovindoli) .

Il territorio su cui insiste l’Istituto Comprensivo, quindi, è molto vasto e diversificato: comprende parte del comprensorio aquilano, la valle dell’Aterno, l’inizio della Subequana e l’Altopiano delle Rocche, situato in alta montagna e comprendente una porzione di territorio afferente alla Marsica.

“Il nostro è un piccolo esercito di circa 650 studenti, tra scuola dell’infanzia, primaria e secondaria, dislocati in questo territorio. Se al tempo del covid ci sono state le problematiche note legate al raggiungimento digitale dei nostri ragazzi per una serie di difficoltà telematiche, adesso che si parla di distanziamento noi siamo pronti per tornare a scuola“, spiega Lattanzi al Capoluogo.

“Parlo principalmente per la scuola primaria e dell’infanzia dove, fatta eccezione per qualche rara classe, difficilmente superiamo i 15 bambini. Sarà sicuramente più facile ripartire e ricominciare da dove abbiamo interrotto. Soprattutto per gli alunni della prima elementare sarà importantissimo tornare tra i banchi, così come per i piccolini dell’infanzia. La scuola non ha una valenza solo didattica ma anche un ruolo sociale molto importante”.

Situazione e numeri simili anche per un’altra scuola primaria, quella di Goriano Sicoli.

Siamo sempre nella Valle Subequana: la scuola di Goriano Sicoli ha rischiato in questi anni di non avere abbastanza iscritti per poter rimanere aperta. Lo spopolamento delle aree interne ha portato anno dopo anno ad avere sempre meno bambini in zona, con delle annate particolarmente difficili: ma non per questo è venuta meno la qualità.

La scuola primaria di Goriano Sicoli, costruita insieme alla scuola dell’infanzia ex novo dopo il terremoto del 2009 grazie alle donazioni di LegaCoop e della Provincia di Varese , è un fiore all’occhiello per quanto riguarda la sicurezza antisismica e il risparmio energetico. Spazi ampi, colorati, aule spaziose che ora si dimostrano fondamentali per poter ripartire in sicurezza. E il basso numero di studenti – non si superano i dieci – da potenziale punto debole si trasforma in punto forte.

“C’è tanto lavoro comunque da fare” osserva Lattanzi. “La situazione attuale in cui si trovano le scuole non solo nell’Aquilano ma in tutta Italia deve far riflettere, e l’emergenza COVID può essere un’occasione di miglioramento per l’intero sistema scolastico se il cambiamento, a cui necessariamente si sta andando incontro per il prossimo anno scolastico, diventerà strutturale”.

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