Le nuove stanze della poesia, Caterina Franchetta

Caterina Franchetta, il ritratto della poetessa di Chieti per l’appuntamento con la rubrica Le nuove stanze della poesia a cura di Valter Marcone.
Il profilo Facebook di Caterina Franchetta nella parte dedicata alle informazioni riporta scarne notizie biografiche.
Attualmente Caterina vive a Chieti dove è tornata dopo una vita di lavoro a Reggio Emilia.
Ho conosciuto Caterina Franchetta in uno degli eventi della Compagnia dei poeti di L’Aquila in un recital tenutosi a Palazzo Fibbioni.
In quell’occasione presentò anche delle poesie dialettali. Guardando il profilo fb si ricava la convinzione che la poetessa di Chieti affidi alla voce tutte le emozioni e i sentimenti che i suoi versi e quelli degli altri che legge benissimo. Ma non solo alla voce, le immagini che accompagnano i versi letti sono altrettanto significative e impegnative.
Prova ne è per esempio la poesia il “Murmure dell’acqua” è stata pubblicata su il Golem Femmina accompagnato da una delle immagini della mostra Anime in cornice a cura di Lucia Ruggieri che riportiamo per il lettori de Le Nuove stanze della poesia.
Comunque ha molto a cuore la poesia dialettale e i poeti che la frequentano e la fanno vivere partecipando attivamente alle iniziative della Settembrata abruzzese.
Settembrata Abruzzese, ha compiuto nel 2017 60 anni di attività nella cultura popolare.
Si è occupata di teatro, poesia dialettale, musica, canzoni e cori abruzzesi. In questi anni ha modernizzato alcuni aspetti organizzativi e ha agito nell’ ottica di una collaborazione sempre maggiore con le associazioni ed Enti del territorio di Pescara per la salvaguardia e diffusione della cultura abruzzese.
Interessante il suo Certame itinerante che vede recital di poeti in lingua dialettale spostarsi in varie località della provincia di Pescara e offrire i loro versi a pubblici di piazze, teatri e altre location caratteristiche .
Numerose sono le partecipazioni di Caterina Franchetta ad eventi e incontri a testimonianza di una militanza nello’arcipelago della poesia che segna veramente un cammino culturale e di vita.
Quindi per esempio solo per ricordarne alcune a Montesilvano con La músiche de lu córe, viaggio nella poesia dialettale.
Sabato 6 Aprile 2019 incontro a più voci con Maria Gabriella, Milva D’Armi e Caterina Franchetta a cura del Ccet, nella biblioteca comunale Agostinoni di Montesilvano, in Palazzo Baldoni.
La parlatura parlate (Pescara, Edizioni trepuntinidisospensione, 2018) di Caterina Franchetta inaugura il nuovo spazio dedicato alle iniziative editoriali che ci vengono segnalate. Oltre alla raccolta poetica che si compone di venticinque poesie, in tiratura limitata, è in uscita un EP dei testi dell’autrice, anch’esso in tiratura limitata.
La stessa Caterina Franchetta così definisce La parlature parlate in un’intervista a Dimitri Ruggeri.
“Nella raccolta La parlatura parlate ho riunito venticinque poesie scritte dopo il mio ritorno in Abruzzo, avvenuto dopo quarant’anni di permanenza a Reggio Emilia, terra dalle nordiche radici. Per me è stato come un cammino nel passato strutturato all’insegna del cambiamento di oggi, dove io stessa sono la storia che si racconta nei fogli, volanti come i pensieri stampati che l’hanno generata, racchiusi in copertine ritagliate da una vecchia coperta di lana di pecora abruzzese e legati dal filo di lana della memoria. Un progetto particolare che esula dalla normale stampa fredda di un comune libro tipografico. Ogni opera è diversa l’una dall’altra ed è personalizzata, ricamata su misura con l’animo e lo spirito che hanno ispirato i testi scritti e il prodotto finito è una specie di opera d’arte dove il contenitore contiene copertina, fogli e fil di lana, a loro volta aperti al cammino nel futuro. Un’ edizione vissuta in un concerto di più mani, chi taglia la coperta e chi la cuce, chi chiede alla parola – come ti scrivi? – E chi ascolta la mia voce con l’interesse di una prima”.
Una sua poesia è inserita nel volume “Riprendiamoci la luna” (Di Felice edizioni, 10 euro, 58 pagine) l’antologia curata da Dante Marianacci, a cui hanno partecipato poeti abruzzesi e non solo, si presenta così come un tentativo di difesa della luna romantica, la grande musa ispiratrice della poesia di tutti i tempi, o almeno questo lascia intendere l’ironico titolo.
C’è nei curatori della pubblicazione, dunque, il desiderio di conservare la luna come immagine magica, e soprassedere sulla sua conquista, di cui il 2019 ha segnato i cinquant’anni, e sul fatto, reale, che si tratta in fondo di un ammasso di roccia e minerali.
Del resto il tema della luna magica, a cui accenna lo stesso curatore Marianacci nella prefazione, da un lato sottolinea l’interesse che il cinquantenario dello sbarco ha creato nell’anno appena concluso, dall’altro protegge l’idea che in fondo la luna rimane ancora quella dei poeti, quella di Leopardi, citato all’inizio della prefazione, o quella di Ariosto che con una sua epigrafe dà inizio all’intero libro.
Un’attività dinamica dunque che va dalla presenza ad eventi culturali, presentazione delle opere di altri poeti, partecipazione ai Poetry Slam dove ha conquistato in una recente edizione il terzo posto a pubblicazioni sperimentali fino ad un profilo facebook di pregio per le video poesie che Franchetta condivide con gli amici , poesie sue ma anche poesie di molti altri poeti.
Tanti i premi tra cui Premio speciale della giuria alla IX edizione del Premio letterario nazionale d’Annunzio a Città Sant’Angelo
Ha partecipato alla 38esima edizione della Via Crucis che si svolge in cinque appuntamenti tra Abruzzo e Marche, evento con i poeti della Settembrata Abruzzese. E’ il programma che racconta la Passione di Cristo curato dalla Settembrata Abruzzese, associazione fondata nel 1952.
“Si tratta di una manifestazione artistica ad alto contenuto emotivo e lirico – commenta Gabriella Serafini, presidente della Settembrata Abruzzese – che vuole rappresentare le espressioni di devozione e forte religiosità che hanno sempre caratterizzato il popolo abruzzese, con il coinvolgimento di poeti e di cori come il Coro Melodie d’Abruzzo, il Coro femminile Claricantus di Atri diretto da Szilvia Komàromi, l’Ensemble Verdi di Penne diretto dal Maestro Giacinto Sergiacomo, il coro Voci della Campagna e il coro di Isola del Gran Sasso”.
Interessante anche la sua partecipazione ad iniziative legate al mondo del Poetry Slam animate infaticabilmente da Dimitri Ruggeri, tanto che ha partecipato a Montesilvano all’evento : “E lasciatemi divertire”, dal Futurismo al Poetry Slam sabato 29 febbraio 2020 per il progetto “P/Ponti di Parole”: quattro pomeriggi di letteratura che ci muove! Si inizia con “E lasciatemi divertire… dal futurismo al poetry slam” ovvero dalle avanguardie letterarie e artistiche del primo ‘900 fino alle ultime tendenze di poesia performativa.
L’evento è inserito nell’ambito di “Voltapagine fest – letteratura e nuove generazioni” un progetto di promozione della letteratura, organizzato da Ooops! (scuola di scrittura e narrazione): In particolare il 29 febbraio Tsm/TeatroStabileMontesilvano performance su “Manifesto futurista” di Filippo Tommaso Marinetti; Lucio Monaco artivisive; Claudia Ruscitti laboratorio di cancellature letterarie; poetry slam con Caterina Franchetta, Dimitri Ruggeri, Andrea Pompa e Giuseppe D’Onofrio con esperienza “Yoga della risata”.“
IL MURMURE DELL’ACQUA
Se non fosse per quel chiaro cielo
e per il fuoco che ancora m’arde dentro
concederei a quest’acqua il privilegio
di sciogliermi dai legami ingannatori.
Dal buio pesto dei dolori
raccoglierei lampare
per attirare luci d’altri mari;
e mentre dalle oscure nubi scroscia
ghermirei dall’acqua immagini rinate
lasciando alle gocciole cadute a graspi
di perdersi nell’abbraccio delle pozzanghere.
E quelle sperse nel seguire
i fili delle sferiche vele di passaggio,
lascerei che nel tempo effimero svanissero;
perché fu d’acqua il mio tempo migliore
di quando nacqui, ed altre ancora
intrise in un carico d’anni:
acqua d’attesa con i pori aperti,
di chi ha perso la terra,
e il murmure dell’acqua
l’appassiona.
Caterina Franchetta – 23/8/2015
A MIA MADRE
O madre mia
da te lontana e carica d’anni
ancora con occhi da bambina
ti rimiro incorniciata.
Quel giorno senza uguali
tenevi nel braccio bianchi garofani uniti a fronde verdi
ed indossavi la candida veste
lunga, in crespo, arricciata al petto
con lo scollo a punta,
snella la tua figura e serio il viso,
sui neri capelli ondulati
la corona di fiori d’arancio e il velo
scendeva fino a terra come vaporosa nuvola ai tuoi piedi.
Accanto a te mio padre
con l’abito scuro,la cravatta a farfalla, i guanti bianchi,
aveva gli occhi lucenti.
Caterina
https://golemfemmina.wordpress.com/2015/11/08/ritorna-poesia-il-murmure-dellacqua-di-caterina-franchetta/
https://slamcontempoetry.wordpress.com/2018/10/30/iniziative-editoriali-la-parlatura-parlate/