Giulio Petrilli, assoluzione beffa: dopo 30 anni ancora nessun risarcimento

Giulio Petrilli, ancora nessun risarcimento per ingiusta detenzione dopo l’assoluzione. Spunta un altro cavillo: una condanna della Corte dei Conti. La battaglia continua con una petizione.
“Una storia incredibile”, così la definisce lui, Giulio Petrilli, protagonista di un’annosa lotta, finalizzata ad ottenere dallo Stato italiano il risarcimento per ingiusta detenzione. L’accusa era di quelle pesanti: partecipazione a banda armata con funzioni organizzative. Il nuovo colpo di scena arriva solo pochi giorni fa,
“quando mi hanno comunicato, dall’Ufficio Contenziosi della Presidenza del Consiglio, che la mia istanza per il risarcimento da ingiusta detenzione è stata inoltrata anche al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Ma mi hanno anche detto che se non saldo il debito con l’Agenzia delle Entrate – stimato intorno ai 200.000 euro – non potrò mai accedere al risarcimento”.
Giulio Petrilli non ci sta e torna a far sentire la sua voce. Lo fa anche attraverso una petizione– lanciata da Piergiovanni Battibocca, del Comitatoper il risarcimento per Ingiusta Detenzione –che ha raccolto già più di 1000 firme.
“Ho subito la condanna da parte della Corte dei Conti – spiega Petrilli – in quanto, da presidente dell’Aret, avevo stabilizzato quattro giovani precarie e ridotto l’indennità del direttore da 110.000 euro a 39.000. Per il via libera ai risarcimenti da ingiusta detenzione superiori a 5000 euro, tuttavua, il Ministero delle Finanze verifica se il beneficiario non ha inadempienze, una ‘Richiesta effettuata ai sensi del Decreto ministeriale 18 gennaio 2008 n.40′.”
Risultato? Giulio Petrilli continua ad aspettare un risarcimento che sembra maledetto e denuncia irregolarità nei procedimenti della ricostruzione della sua città, L’Aquila.
“Magistratura dell’Aquila e Corte dei Conti non hanno mai condannato nessuno per la corruzione post terremoto: in tutti questi anni solo un’eccezione di condanna per due persone. C’è stata la mia condanna per “abuso d’ufficio” e quella comminata al Rettore del Convitto nazionale, per non aver evacuato lo stesso la notte del terremoto, quando anche lui era rimasto a dormire insieme ai suoi figli. Che vergogna. Dichiarai che all’Aquila – con i puntellamenti senza gare d’appalto, le demolizioni, le ricostruzioni – il giro della corruzione era grande. Ma tutti assolti, in undici anni nessuna condanna”.
Continua Giulio Petrilli:
“Politici, imprenditori, dirigenti comunali tutti assolti. Addirittura c’è chi, con accuse testimoniali di concussione, non risulta neanche indagato e chi è stato indagato e poi sistematicamente assolto. Se le avessi avute io quelle accuse avrebbero gettato la chiave. Si sono accaniti contro di me per aver denunciato la corruzione e le inchieste insabbiate. La verità è questa. Ora l’ultima scoperta: hanno fatto in modo anche di impedirmi il risarcimento per ingiusta detenzione. I Procuratori Capi che in quel periodo venivano all’Aquila, poi venivano sempre trasferiti nelle sedi a loro più gradite. Altri venivano promossi ai Dipartimenti Antimafia. Promozioni per tutti.
Connessioni con la politica. I potenti vengono protetti, di contro chi disturbava con denunce contro la corruzione veniva distrutto. Un giorno la verità verrà fuori”.