L'aquila che riparte

L’Aquila, riparte l’osteria Giorgione

Riparte dopo il lockdown l'osteria Giorgione in centro storico insieme all'hotel Aquila. Dietro i fornelli Giorgio Carissimi e la socia Francesca Rotilio.

Riparte dopo il lungo lockdown l’osteria da Giorgione di Giorgio Carissimi: in centro storico, all’Aquila, su Corso Vittorio Emanuele.

Un lungo lockdown che ha lasciato in attesa i tanti ristoratori in città, tra cui Giorgio Carissimi, titolare dell’osteria da Giorgione che come tutti ha risentito molto della situazione.

“Sappiamo benissimo che era un’emergenza sanitaria ad avere la priorità: però è stata una vera mazzata inaspettata per i tanti che vivono del proprio lavoro, come me, e hanno già patito le difficoltà del post sisma”, spiega Giorgio sentito dal Capoluogo.

Le chiusure imposte dal lockdown hanno messo in difficoltà anche l’osteria Giorgione, composta da 15 dipendenti.

“In pochi mesi abbiamo visto polverizzati circa 200 mila euro di fatturato – chiarisce Giorgio – ora siamo finalmente pronti per ripartire. Per adesso ho reintegrato solo 1/3 dei dipendenti e conto, nel giro di poco tempo di tornare a pieno regime”.

Un momento difficile in cui a venire in aiuto di Giorgio sono stati i padroni del locale, la famiglia Del Vecchio: “La sospensione dell’affitto è stata una vera ‘mano santa’, sarò sempre grato per questa cosa perchè altrimenti non avrei saputo come fare”.

Oltre all’osteria Giorgione, c’è anche l’albergo, l’Hotel L’Aquila, che si trova sopra il ristorante, gestito sempre da Giorgio.

L’albergo è l’unico a 4 stelle nel cuore del centro storico. Gli aquilani dei buona memoria lo conoscono da sempre come Albergo Centrale di proprietà della famiglia Del Vecchio, storici commercianti aquilani che avevano i grandi magazzini in Piazza Duomo e che lo hanno affittato poi a Carissimi.

“Giorgione si presenta adesso come un locale completamente igienizzato, con i distanziamenti a norma e un efficiente sistema di sanificazione. Abbiamo acquistato tutto l’occorrente per lavorare serenamente noi e far stare tranquilli i clienti del ristorante e dell’albergo”.

In cucina ci sarà ancora la socia di Giorgio, Francesca Rotilio, “colonna portante di questi fornelli”.

Il ristorante – che è anche pizzeria – si presenta con una braceria a vista, ampia scelta di carne, pizzeria con forno a legna e impasto con lievitazione a 48 ore per una pizza bassa e croccante, alla romana. “A me piace molto di più, penso che sia più digeribile e ha sempre riscosso molto successo”.

Giorgio è tornato in centro nel 2018 e la scelta non è stata casuale ma nata dalla necessità: “Dal bisogno di sentirmi a servizio della mia città ferita dal sisma del 2009. Credo che L’Aquila abbia un bel potenziale. Ora dobbiamo solo sperare che l’emergenza sia davvero alle spalle, in modo da poter guardare al futuro del nostro lavoro con positività”.

Giorgio in ogni caso non è un neofita del mestiere; nel 1988, giovanissimo, ha mosso i primi passi come cameriere al bar Duomo di proprietà dello zio Francesco Dioletta, maestro gelatiere.

Sono entrati poi in società e insieme hanno aperto un bar ad Avezzano, una yogurteria all’Aquila su corso Vittorio Emanuele e un’altra all’interno del centro commerciale L’Aquilone.

A oggi, Covid a parte, è felice di essere in centro con la sua attività. “Sono stati 2 anni impegnativi, ma la tenacia e la costanza pagano sempre”.

Per non abbattersi, durante l’emergenza ha portato avanti una sua passione: quella dell’orto. Presto, sulle tavole dell’osteria Giorgione ci saranno anche una serie di prodotti della terra a km zero.

“Ho portato avanti l’orto con le tecniche di una volta e adesso vorrei integrare i prodotti nel ristorante per offrire ancora di più una materia prima di qualità e soprattutto ‘nostra’. È importante utilizzare, prima di ogni cosa, ciò che ci offre il territorio”.

“Speriamo che quest’estate siano in tanti a scegliere l’Abruzzo e L’Aquila per passare qualche giorno di vacanza. Una speranza condivisa con tutti i colleghi. Abbiamo bisogno di una campagna di promozione attiva e condivisa che mostri fuori regione i nostri punti di forza, anche alla luce dell’emergenza: i casi limitati, il Covid circoscritto, sono una buona cartolina per una  città ricca di tesori, di storia, di cultura, di buona cucina”, conclude.

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