Banksy, la porta rubata al Bataclan e il “custode inconsapevole”

Il dipinto di Banksy sulla porta del Bataclan ritrovato in Abruzzo, nei guai un imprenditore italo-francese residente a Tortoreto. Altri due indagati.
Ancora tutta da chiarire la posizione di G. P, imprenditore italo-francese titolare del B&B in cui è stata ritrovata la porta rubata al Bataclan di Parigi, su cui era stata realizzata un’opera di Banksy, in omaggio alle vittime del terribile attentato del 2015.
L’opera, ritrovata dai carabinieri su input della DDA dell’Aquila, si trovava in un casolare in contrada Pignotti, tra Sant’Omero e Alba Adriatica, adibito a B&B dall’imprenditore residente a Tortoreto. Nel momento del ritrovamento, il B&B era occupato da una famiglia cinese, ritenuta estranea alla vicenda. Da verificare, invece, la posizione del 50enne, denunciato per ricettazione e incauta custodia. Come riporta Il Messaggero, per l’avvocato Angelo Palermo, che assiste l’imprenditore italo-francese, “al centro di tutto ci sarebbe un magrebino 45enne, anche lui italo-francese, che G.P. ha conosciuto 4 anni fa, tramite un amico teramano, pure lui finito sotto indagine. […] In questi anni il magrebino sarebbe tornato nel B&B ogni 4 mesi, per soggiornarvi delle volte per due settimane, altre anche un mese”, giustificando la sua presenza per affari nel commercio dell’antiquariato. “Sempre stando al racconto dell’avvocato, – prosegue Il Messaggero – circa 6 mesi fa il magrebino di Parigi avrebbe chiesto al ristoratore di Tortoreto ‘la gentilezza di custodire il dipinto’. E G.P. non ci ha trovato nulla di strano. ‘C’è da tenere anche conto che stiamo vivendo un momento di crisi e che questo signore, oltre che un amico, era anche un ottimo cliente chiarisce l’avvocato Palermo Ma, mai e poi mai, il mio assistito avrebbe potuto immaginare di ritrovarsi implicato in un intrigo internazionale di tale portata’”.