Istituto Sacro Cuore Avezzano, poca fede e troppe spese: spettro chiusura

12 giugno 2020 | 09:06
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Istituto Sacro Cuore Avezzano, poca fede e troppe spese: spettro chiusura

Istituto Sacro Cuore di Avezzano, una classe in meno e ultimo anno scolastico, il 2020/2021. I rappresentanti istituzionali chiedono un incontro con il governo provinciale della comunità religiosa

La doccia non fredda, ma gelata è arrivata da Silvi Marina. La decisione da parte della Provincia d’Italia Madre Clelia, si è rivelata improvvisa anche per le Suore del Sacro Cuore di Gesù di Avezzano e per la stessa dirigenza scolastica. Il Decreto Scuola non ha aiutato a rassicurare gli animi, ma da qui a pensare ad una chiusura sembrava doverne passare di acqua sotto i ponti. Così, invece, non è stato.

L’anno scolastico 2020/2021 sarà l’ultimo anno di attività scolastica per l’Istituto Sacro Cuore di Avezzano. La mancanza di vocazioni religiose, la diminuzione degli alunni, le rette troppo basse nei confronti delle spese a carico della scuola, l’aumento continuo del personale laico e conseguentemente l’aumento delle spese di gestione, hanno davvero messo a dura prova la scuola, già in difficoltà economica da molti anni. […] Le uscite dalle casse dell’Istituto sono diventate eccessive, le entrate pochissime“.

La comunicazione ha gettato nello sconforto tutti: dalle Suore al personale docente, dai genitori agli studenti, soprattutto gli alunni della classe prima della scuola primaria, che improvvisamente si ritrovano senza scuola, ad iscrizione avvenuta. Questa volta il Flash Mob di protesta, allora, è stato spinto da motivazioni diverse da quello dello scorso mese di maggio, quando si chiedevano a gran voce sostegni dal Governo.

«La decisione ci è stata comunicata senza che avessimo possibilità di confrontarci con la sede provinciale. I problemi della scuola sono ben noti, legati ai pagamenti delle rette, al numero sempre minore dei bambini. Ci saremmo aspettati, tuttavia, una comunicazione che invitasse a sederci attorno a un tavolo, per capire se effettivamente ci fossero possibilità di restare aperti, come abbiamo fatto finora», spiega al CapoluogoElisabetta Marracini, membro del Consiglio d’Istituto, già referente per la Comunicazione della Diocesi dei Marsi.

«Noi abbiamo anche inoltrato dei chiarimenti, in merito alle forme di sostegno sulle quali avremmo potuto contare. Dalla Diocesi, alle istituzioni locali e regionali.Ora i nostri rappresentanti chiedono un incontro con la Madre Generale dell’Ordine: bisogna capire di quante risorse c’è bisogno, ma prima da Silvi è necessario che venga annullato il decreto di chiusura. Altrimenti i nostri sforzi a cosa servirebbero?», prosegue Elisabetta Marracini.

Da una possibilità di rilancio – offerta indirettamente da un’emergenza che ha portato, a gran richiesta, la necessità di spazi ampi per svolgere le lezioni in sicurezza – alla decisione di chiusura definitiva. «Ad Avezzano molte scuole avranno bisogno di ulteriori spazi, per le lezioni con il mantenimento del distanziamento. Nonostante non siano ancora state dettate le linee guida per il rientro in classe. Noi, da questo punto di vista, siamo pronti: lo stabile è grande, potremmo ospitare altre classi e, inoltre, avevamo proposto anche un centro estivo all’interno della struttura. Ora ci chiediamo: chi deciderà di venire a iscrivere i propri figli in una scuola che ha una chiusura a tempo determinato? ».