Asl 1 e ritardi dopo il Covid, Santini: “Liste d’attesa lunghe per i mesi di fermo”

Quale sanità dopo l’emergenza. Parla il direttore sanitario Simonetta Santini: “La difficoltà maggiore era l’inadeguatezza strutturale. Liste d’attesa lunghe, ma si riparte gradualmente”.
«Si riparte mantenendo “in piedi” tutto il sistema anti contagio: quindi il Pre-triage davanti a tutti i Pronto Soccorso degli Ospedali, i percorsi differenziati, check point all’ingresso delle strutture sanitarie e le zone grigie negli ospedali. Oltre a ciò, abbiamo già riattivato le attività previste dall’ordinanza 55: ricoveri in classe A e B, prestazioni ambulatoriali nelle classi U, B e D. Aspetti organizzativi accompagnati, inoltre, da tanto spirito di sacrificio e grande professionalità da parte degli Operatori Sanitari, che si impegnano a garantire, proteggere e rassicurare i cittadini che si rivolgono alle nostre Strutture», spiega la dottoressa Santini in esclusiva alla redazione del Capoluogo.
Già, perché non va dimenticato che l’epidemia c’è ancora, ad essere superata finora è la fase più acuta dell’emergenza sanitaria. Il coronavirus non è scomparso. Ecco perché è necessario lavorare in piena sicurezza e far sì che ogni paziente possa percepire quella stessa sicurezza che i professionisti garantiscono ogni giorno.
Quali sono state le difficoltà maggiori affrontate nell’emergenza?
«Senza dubbio per gli ospedali la difficoltà maggiore è stata l’inadeguatezza strutturale: L’Aquila ancora non ha terminato la ricostruzione post sisma ed Avezzano ha un ospedale progettato negli anni ’60. Garantire l’isolamento fisico, individuare percorsi dedicati non è stato semplice. Si è trattato di imprese impossibili che sono state rese possibili: infatti il contagio intraospedaliero è stato pari a zero. Riguardo il territorio la difficoltà nell’emergenza e nel quotidiano è rappresentata dalla sua estensione. La nostra ASL ha un’area quasi pari alla metà della regione e per la maggior parte si tratta di un territorio montano: quindi essere presenti ed essere al fianco dei cittadini nell’emergenza e nell’ordinario è veramente complesso, ma ci siamo stati e continueremo ad esserci, cercando comunque di migliorarci sempre».
L’emergenza avrà ripercussioni sull’organizzazione sanitaria della Asl1? Si attende una data per la riapertura dei PPI di Pescina e Tagliacozzo.
«Relativamente alle strutture aziendali e, nello specifico, i presidi di Pescina e Tagliacozzo, le attività urgenti e brevi non sono mai state sospese. In particolare a Tagliacozzo non sono mai sospesi i ricoveri di riabilitazione, codice 56, così come a Pescina non sono state sospese le attività legate all’Hospice. Si sta, ora, procedendo ad una riorganizzazione per la riapertura, che speriamo avvenga il più presto possibile».
La ripartenza a 360 gradi dell’attività sanitaria non è stata, tuttavia, esente da polemiche. Da L’Aquila ogni giorno arrivano proteste da parte degli utenti sulla riorganizzazione delle visite. Disordini al Cup e visite rimandate ripetutamente sono state segnalate alla redazione del Capoluogo. Quanto si dovrà aspettare per tornare alla regolarità?
«Purtroppo i mesi di fermo influiranno negativamente sulla salute dei cittadini, in quanto le liste di attesa che avevamo ridotto si sono nuovamente allungate, le prestazioni programmabili o differibili spesso sono diventate B (brevi). Le norme attuali non permettono la ripartenza completa, poiché i ricoveri e le prestazioni programmabili sono ancora sospese. La priorità attuale è evitare i contagi e curare in sicurezza e questo è importante che tutti i cittadini lo sappiano e lo apprezzino».
Mentre la società si avvia alla Fase 3, la sanità, con i medici eroi in piena emergenza, torna, allora, ad essere bersagliata. In primis dagli utenti scontenti. Ragion per cui è fondamentale una comunicazione chiara e puntuale sulla situazione sanitaria, soprattutto in un momento delicato come quello attuale.
«Ad oggi la difficoltà è far capire che non bisogna abbassare la guardia: ripartire sì ma gradualmente! Tanti dirigenti, soprattutto quelli che non hanno partecipato direttamente alla Fase 1, vorrebbero subito ripartire, vorrebbero tornare senza indugio alla fase pre emergenza. Per questo è importante il confronto, le informazioni capillari e costanti, senza lasciare mai la progettualità per migliorare la nostra sanità. Partendo proprio dalle criticità dell’emergenza. Mi viene in mente il previsto incremento dei posti letto delle terapie intensive e subintensive, soprattutto dopo le tragedie vissute dagli ospedali del nord».