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Fontecchio, un borgo da visitare

Fontecchio: un borgo da visitare per perdersi nei vicoli ricchi di storia, tradizione e leggende.

Fontecchio non è solo un piccolo borgo incastonato nell’aquilano ma anche un luogo in cui passato e presente vivono in simbiosi, dove si mescolano, storia, magia e tradizione.

Fontecchio è un piccolo comune aquilano fatto di circa 300 abitanti; si trova nella Valle dell’Aterno e appartiene alla Comunità montana sirentina.

Fontecchio, come arrivarci

Si può raggiungere da Pescara attraverso l’A25 (uscita Bussi), proseguendo verso L’Aquila fino ad arrivare a Caporciano, quindi Bominaco e Fontecchio. Da Teramo autostrada A24 (uscita L’Aquila). Da Roma si può scegliere di prendere o l’A24, o l’A25 (uscita Sulmona): da qui SS5 e SP261.

Fontecchio: un po’ di storia

Gli albori di questo borgo vanno ricercati in epoca remota, al periodo dei popoli italici,cui sono da attribuire i siti archeologici rinvenuti in località “Il Castellone” e “Monte San Pio”.

La storia di Fontecchio entra nel vivo nel XV secolo, quando, a partire dal maggio del 1425, la quasi totalità dei castelli del circondario dell’Aquila vennero cinti d’assedio dal temutissimo mercenario Braccio da Montone.

Mentre gli altri borghi piano piano si arresero, Fontecchio respinse gli attacchi delle truppe mercenarie, come viene anche raccontato nel De bello Bracciano Aquilae gesto dell’illustre Girolamo Pico Fonticulano. Gli abitanti del piccolo borgo vennero aiutati e sostenuti da Rosso Guelfaglione, membro della famiglia Benedetti, originaria del posto.

Un altro secolo e un altro assedio hanno dato luogo a una leggenda ancora viva oggi: nel 1648 c’erano gli attacchi da parte delle truppe spagnole, logica conseguenza dei moti popolari che incendiarono il Regno delle Due Sicilie.

Fontecchio venne passato “a ferro e fuoco” per oltre 50 giorni ed il paese, ormai allo stremo delle forze, fu liberato da una donna molto coraggiosa, la Marchesa Corvi che dal terrazzo del suo palazzo sparò un colpo di spingarda colpendo a morte il capo degli assalitori e liberando così il borgo.

Tra storia e leggenda, fino a poco tempo fa, ogni sera, l’orologio della Torre di Fontecchio batteva 50 rintocchi.

Fontecchio, cosa vedere

Il borgo sembra essere uscito dalla mano di un’artista, è circondato dal verde che crea una scenografia bucolica. Come se, in mezzo alla natura, fosse stato scavato un blocco compatto, tracciando piccole vie, eleganti palazzi e le tante porte di ingresso.

A Fontecchio spicca sicuramente la Torre dell’Orologio; non solo è fra le torri civiche più interessanti d’Italia, ma possiede un orologio raro in facciata, composto da sole sei ore. Gli ingranaggi, recentemente restaurati, possono essere visti da vicino attraverso il museo installato nella torre.

Al suo fianco delle scalette conducono alla terrazza panoramica a ridosso del Castello Baronale Corvi. Su di essa si organizzano eventi e soprattutto banchetti.

Le vie del paese risalgono fino alla sommità, in cui si trova l’ex Chiesa di San Nicola. Subì il crollo durante il terremoto di Avezzano del 1915 e non fu più ricostruita. Resta il suo muro perimetrale, che disegna una pianta rettangolare con il presbiterio intatto. Riscendendo è facile inoltre perdersi fra i piccoli vicoli, incontrando piacevoli scorci panoramici.

Castello baronale Corvi: in posizione dominante, mostra le stratificazioni dei secoli, con una torre medievale inglobata. Oggi appare come una dimora gentilizia fortificata, con portico quattrocentesco presso la cisterna, con volte a vela e loggiato sovrastante. Il castello dopo l’assalto spagnolo fu modificato in residenza signorile e tra i feudatari ci fu la famiglia Corvi. Presso la strada di via Palazzo si trovano gli alloggi della servitù e le stalle. Presso le cantine si trova un monumentale affresco di santo, del 1690, con lo stemma del casato.

La fontana trecentesca fa parte di un complesso che ingloba anche un muro con edicola votiva, ornata da affresco rinascimentale della Madonna col Bambino tra angeli. La fontana ha una vasca circolare di base, con archetti trilocali che dividono lo spazio, al cui centro si innalza una colonna circolare con figure vegetali e umane, dalle cui bocche escono le cannelle (14 mascheroni in tutto), che termina con una lanterna ottagonale a finestrelle gotiche, con cuspide finale conica.

Convento di San Francesco d’Assisi

È la chiesa più interessante del borgo, situata in contrada San Pio. Il monastero fu costruito nel XIII secolo, e fu ristrutturato dopo il 1703.

Mostra evidenti stratificazioni dei vari rifacimenti, ha pianta rettangolare a navata unica con il coro quadrato, voltato a crociera, mentre la navata è coperta da volte a botte.

Le pareti mostrano parti di affreschi medievali di scuola di Giotto, intervallate da arcate cieche. A sinistra presso l’ultima parasta si trova una porta quattrocentesca che immette nel convento. Il chiostro è ornato da affreschi con storie di Maria Maddalena. La facciata del convento è molto povera, con solo il portale romanico di interesse. Infatti è visibile il rifacimento incompiuto dopo i danni del 1703 nella parte superiore.

Fontecchio: cosa fare

A Fontecchio c’è l’Oasi, una struttura con area faunistica annessa, con una conceria medievale che fa attività per visitatori e anche le scolaresche.

L’oasi si trova a ridosso del centro abitato, l’unica in Italia nel suo genere, all’interno di un giardino baronale di proprietà della famiglia Corvi.

Ad accogliere turisti e visitatori c’è Jean Luc Furore con il suo famosissimo braccio destro, un Labrador femmina che si chiama Cloè.

Per visite e informazioni, telefonare al numero 328/7174225, oppure visitare la pagina Facebook.

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