Alta velocità Abruzzo, campagna elettorale e inutili campanilismi

Si apre in anticipo la campagna elettorale alimentando inutili campanilismi sull’alta velocità regionale. L’editoriale di Fulgo Graziosi
In prossimità delle varie campagne elettorali nella nostra città tornavano a galla le vecchie, inutili e in attenuate promesse agli elettori.
Inizialmente si parlava della realizzazione delle fontanelle nelle varie frazioni.
Poi, si passò alla fantascienza con la possibile realizzazione del mercato coperto sotto a Piazza Duomo. Ogni anno, per tutta la durata delle elezioni, veniva parcheggiata una vecchia trivella sulla piazza, per certificare che, in base ai risultati conseguiti, sarebbero iniziate le operazioni di sondaggio del suolo, necessarie per la redazione del progetto. Non sono state mai effettuate trivellazioni. Non è mai stato redatto una brutta copia di una possibile bozza di progetto.
In tutti questi anni, però, abbiamo dovuto prendere atto che l’Abruzzo ha subito una positiva evoluzione economica e sociale soltanto lungo la fascia adriatica.
Con questo non intendo alimentare alcuna polemica.
Voglio soltanto rilevare che noi non siamo stati in grado di ottenere le risorse necessarie per il tanto auspicato decollo socio economico delle aree interne.
Credo che non si debba accusare nessuno per essere stato più oculato e attento a sfruttare le risorse finanziarie poste a disposizione dalla Nazione e dalla Unione Europea. Dovremmo fare un critico, attento e razionale esame di coscienza per giungere all’accertamento di una inconfutabile verità.
È mancata la puntuale e reattiva capacità progettuale da parte delle Istituzioni.
È mancata anche l’oculatezza di una attenta programmazione degli investimenti, capace di consentire l’aggancio nel futuro ad ogni possibile risorsa economica posta in essere dalle Istituzioni superiori.
Con i primi tepori di maggio, qualcuno si è immerso in un “Sogno di mezza Estate” e ha iniziato a rispolverare il progetto del potenziamento del porto di Ortona. Unica struttura mercantile abruzzese capace di potersi inserire nel tessuto dei trasporti marittimi adriatici. A tal proposito, giova ricordare che proprio la provincia dell’Aquila, negli anni settanta, con una propria deliberazione di Giunta, auspicò lo sviluppo e il potenziamento del porto di Ortona. Dico questo per evitare che i lettori possano poi cadere nuovamente nel campanilismo.
Da qualche giorno girano delle affermazioni, da parte di qualche autorevole rappresentante di Governo, che la tratta ferroviaria Roma – Pescara sarà inserita nel programma degli investimenti per l’alta velocità. In tempo reale si sono scatenate svariate reazioni che, lasciatemelo dire, alimentano soltanto acredine tra corregionali, senza mirare ad obiettivi perseguibili e realizzabili con una certa oculatezza e tranquillità.
Se, per assurdo, si volessero compensare i torti e gli abusi subiti dalle aree interne negli anni passati, potremmo dire che la TAV abruzzese dovrebbe essere compresa in un unico progetto, così come avvenne per l’autostrada. Infatti, sull’asta principale Tirreno – Adriatico, venne progettata e realizzata la deviazione per Pescara.
Quindi la tratta della alta velocità Roma – Pescara dovrebbe prevedere anche il collegamento per l’Aquila e, perché no, fino alla costa teramana.
Esiste una vecchia proposta dell’Ing. Inverardi che aveva ipotizzato la costruzione della ferrovia lungo l’asse autostradale. Questa potrebbe essere, una volta tanto, una seria strategia da Capoluogo di Regione.
In questa ottica, guarda caso, riprende doverosamente vigore il vecchio, valido e imperituro progetto della Provincia dell’Aquila che, negli anni ottanta, aveva progettato e realizzato una struttura intermodale per i trasporti industriali e commerciali di tutto riguardo.
Posizionata in perfetta collocazione baricentrica tra gli impianti portuali di Ortona. Ancona, Civitavecchia e Napoli; tra quelli aeroportuali di Pescara. Ancona, Roma e Napoli e con una viabilità autostradale, nazionale e provinciale di tutto riguardo, avrebbe potuto assorbire tutto il traffico merci proveniente dall’Europa Centro Orientale per l’assemblaggio nel centro intermodale marsicano, corredandolo dei necessari documenti di viaggio doganali, bancari e fiscali. Tale operazione avrebbe consentito una minima sosta nelle strutture portuali e aeroportuali con grandi economie di trasporto, in quanto gli stessi mezzi avrebbero potuto caricare i contenitori in arrivo, i cui carichi sarebbero stati ribaltati e suddivisi nella stessa struttura intermodale di Avezzano.
Non intendo avventurarmi nell’analisi dei benefici socio economici che sarebbero ricaduti sulle aree interne dell’Abruzzo.
Provate ad immaginare, però, quante attività collaterali sarebbero sorte attorno a questa struttura, quanti posti di lavoro sarebbero stati realizzati, per non parlare della ricaduta sul territorio in termini economico finanziari. Intorno a questa idea fiorirono come funghi, in quel caso per sciocchi campanilismi politico elettorali, cinque tra autoporti e interporti, tutti in completo abbandono o con gestioni quasi fallimentari.
Proprio per evitare campanilismi di bassa lega non intendo parlare del costo degli investimenti. Si potrebbe correre il rischio di cadere nel ridicolo. Ecco una idea da porre sul tavolo della programmazione regionale e nazionale.
Non parlo, volutamente, della programmazione comunitaria, perché proprio la UE, negli anni ottanta, aveva classificato la proposta della Provincia dell’Aquila, come “Progetto Pilota per l’Europa del SUD”, non per il Mezzogiorno d’Italia.
I presupposti ci sono tutti. Basterebbe sedersi a tavolo e discutere serenamente, con la testa sulle spalle, per restituire a Cesare quel che è di Cesare. Sono due proposte perseguibili con due diverse velocità di attuazione.
Per l’alta velocità abruzzese, forse, ci potrebbero essere difficoltà per i tempi di progettazione e per l’immediato reperimento delle risorse economiche. Per la struttura intermodale, invece, si dovrebbero impiegare soltanto pochi spiccioli per poterla rendere immediatamente fruibile in maniera efficace ed efficiente con risibili impieghi finanziari.