Post covid e cultura

Teatro indipendente d’Abruzzo in ginocchio per Covid: “Esclusi e senza diritti, #Nessunchiuda”

#Nessunchiuda, il teatro indipendente d'Abruzzo "porta in scena" il dramma della realtà post Covid: "siamo figli di un settore senza diritti".

Ancora in ginocchio tutto il settore del teatro indipendente abruzzese, fiaccato da un’emergenza che ha colpito duramente tutto il comparto, senza risparmiare nessuno.

Dopo 3 mesi di riunioni da remoto a causa del Covid si è riunito fisicamente a San Demetrio né Vestini lo scorso 20 giugno tutto il coordinamento dei Lavoratori Abruzzesi dello Spettacolo extra-FUS per carcerare di trovare un corridoio di comunicazione con le istruzioni regionali per capire quali sono soluzioni per tutto il settore.

Il Capoluogo ha sentito uno dei membri del coordinamento, la giovane Francesca Camilla D’Amico, attrice di teatro e produttrice, in prima linea da mesi, “per veder riconosciuti i diritti dei lavoratori dello spettacolo fiaccati come tutti da quella che è diventata una vera e propria emergenza economica”.

Francesca Camilla D’Amico lavora nel settore del teatro di narrazione e in natura; oltre a produrre spettacoli organizza escursioni narrate e trekking teatrale non solo in Abruzzo ma su tutto il territorio nazionale.

“I teatri indipendenti hanno un grande lavoro e una storia alle spalle – spiega Francesca al Capoluogo – abbiamo anche raccolto i frutti di tanti sacrifici vincendo dei premi nazionali. Il covid, come per tutti, è stata una mazzata, anche perchè siamo stati fermi mesi con i palinsesti e anche adesso, che si parla di riaperture il nostro futuro è incerto e pieno di interrogativi”.

Questo perchè, secondo Francesca, le norme sanitarie anti Covid-19 scoraggiano gli organizzatori e i Comuni nella programmazione degli spettacoli estivi.

“La mancata offerta di festival di teatro in spazi aperti e attività laboratoriali rappresenta un’enorme perdita, in termini economici, per tutto l’indotto che le attività generano sul territorio, ma anche un impoverimento in termini culturali, lasciando il pubblico nell’impossibilità di fruire dell’arte, della cultura e dell’intrattenimento”.

“Questa situazione grava ulteriormente sui lavoratori  dello spettacolo che vedono, dal 15 giugno, la possibilità della riapertura dei teatri alla quale però non corrisponde un’effettiva ripresa delle attività”.

“Siamo stati ricevuti ai primi di maggio dall’assessore regionale alla cultura Mauro Febbo – spiega Francesca – per parlare di un sostegno ai lavoratori del settore cultura per l’emergenza. Ci ha detto di elaborare una proposta, noi l’abbiamo fatto in grande velocità e gliel’abbiamo spedita ma non abbiamo ancora avuto risposta”.

A questo, per Francesca, si aggiunge anche la “delusione” scaturita dal decreto Cura Abruzzo 2: “abbiamo scoperto che sono stati stanziati 3 milioni di euro alle associazioni di cui 2 per quelle sportive dilettantistiche e 1 milione alla cultura con priorità ai soggetti Fus, quindi già finanziati dal fondo unico per lo spettacolo… Ancora una volta siamo stati messi al margine, come se il teatro indipendente avesse solo doveri e meno diritti!.

“Il discorso è molto semplice: la maggiorparte delle realtà teatrali in Abruzzo che si occupano di veicolare cultura a 360 gradi vanno avanti senza sostegni e riescono a prendere finanziamenti privati. Talvolta partecipano a dei bandi con fondi per fare attività come rassegne, laboratori e produzioni di spettacoli ma sono gocce d’acqua. Dobbiamo sempre correre tanto e fare dei numeri”.

“A quel punto la qualità allora ne risente è il sistema ad essere sbagliato. Anche in emergenza sono stati applicati dei criteri eccessivamente restrittivi che vanno a finire per essere esclusivi e non inclusivi”.

Post Covid e teatro: quando si riparte

“Personalmente ancora non posso dire di essere ‘ripartita’. Ciò che posso fare per adesso è il teatro di narrazioni e le escursioni , un lavoro con piccolissimi gruppi contingentati di 15 persone al massimo con cui riesco a fare attività di teatro in natura nel fine settimana”.

“La tournée del mio spettacolo a febbraio si è interrotta a causa del Covid, le date sono andate perse e ovviamente non sapevamo come muoverci. Gli organizzatori contatati ancora non sanno dare risposte concrete, davanti a me ho un’estate con un grande punto interrogativo“.

#Nessunchiuda, il teatro e la cultura abruzzese scendono in piazza per manifestare

A preoccupare gli artisti del mondo del teatro, del cinema, della musica, della danza e i tecnici del settore, le incertezze sulla ripartenza degli eventi, ma anche i mancati stanziamenti.

Per questo motivo, diversi artisti abruzzesi, capitanati dal regista e attore pescarese Milo Vallone, si sono ritrovati nei giorni scorsi davanti il Teatro Michetti per manifestare pacificamente tutta la delusione per il mancato appoggio delle istituzioni nazionali.

Un silenzio, quelle delle istituzioni, che perdura fin dall’inizio dell’emergenza, come trattato dal Capoluogo nell’intervista all’attore Alessandro Benvenuti.

A Pescara, con Milo Vallone, c’erano diversi rappresentanti della federazione spontanea Ecua (Enti culturali Autonomi), costituita lo scorso 28 aprile e che conta circa 130 iscritti, affiancati da esponenti dei Lavoratori abruzzesi dello spettacolo extra Fus.

Milo Vallone, come tanti suoi colleghi in tutta Italia sta risentendo molto dell’emergenza: a fine febbraio c’era stata l’anteprima regionale del suo ultimo film, Nemici. Saltata l’anteprima nazionale di aprile non c’è una data per una nuova programmazione, nemmeno in autunno.

“Siamo lavoratori, come tutti gli altri – spiega al Capoluogo Milo Vallone – siamo stati dimenticati completamente. Quello che chiediamo è semplicemente che i fondi destinati allo spettacolo nei bilanci vengano almeno conservati preservando così il settore cultura”.

“Noi diamo tanto al territorio e non possiamo essere dimenticati così. Questa strozzatura ci impedisce di ripartire e in alcuni casi costringerà alcune realtà alla chiusura”.

“La Regione Abruzzo ha ridotto i 2,5 milioni di euro destinati alla cultura a solo un milione di euro, dando priorità agli enti riconosciuti dai Fus (Fondo unico dello spettacolo), cioè istituzioni che vengono già sostenute  con contributi ministeriali”.

“Devo riconoscere che finalmente un segnale positivo adesso è arrivato dalla Regione Abruzzo che sembra aver capito la problematica. Abbiamo incontrato Lorenzo Sospiri e ci è stato promesso che verrà corretta anche la nostra posizione in modo da coprire tutto il comparto, in quello che io chiamo il ‘salvagente’ almeno da consentiteci di restare vivi e sulla terraferma”.

“Poche ore dopo l’incontro la Regione ha lanciato un comunicato stampa per cui vogliamo credere che le parole siano diventate impegno nei confronti della società e dell’opinione pubblica”.

Crisi teatro post Covid, Sospiri incontra gli operatori del mondo della cultura: “Non lasceremo nessuno indietro”.

“La Regione chiederà un contributo di idee delle associazioni e dei rappresentanti del mondo della cultura e dello spettacolo per predisporre i bandi previsti dalla legge ‘Cura Abruzzo 2’, che prevede l’erogazione dei contributi a fondo perduto per sostenere un settore strategico della nostra economia, come l’ha definito Sospiri.

“Comprendiamo le preoccupazioni dei protagonisti di quel mondo, che oggi hanno manifestato il timore di essere esclusi da tale opportunità, specie le realtà più piccole. Obiettivo del nostro governo regionale è di uscire tutti insieme dalla crisi causata dal Covid 19, riprogrammando i fondi europei, attraverso misure sempre perfettibili e perfezionabili e con fondi che potremo sempre incrementare sulla base delle esigenze”.

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