Banksy, la porta del Bataclan in Francia per la Festa nazionale

1 luglio 2020 | 07:30
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Banksy, la porta del Bataclan in Francia per la Festa nazionale

La porta del Bataclan con il dipinto di Banksy torna in Francia. Tra le date possibili, quella del 14 luglio, festa nazionale. Intanto proseguono le indagini sul ritrovamento in Abruzzo.

Le autorità italiane e francesi stanno lavorando al rientro della porta del Bataclan con l’opera di Bansky, prima rubata e poi ritrovata in Abruzzo. La ragazza in lutto, omaggio alle vittime dell’attentato terroristico al Bataclan di Parigi rientrerà in pompa magna, probabilmente per la Festa nazionale del 14 luglio, per un’esposizione presso la sede dell’Unesco a Parigi. Prima, però, come spiega Il Messaggero, una “anteprima” a Roma.

Intanto in Francia sei persone sono state arrestate per il furto. In Abruzzo, proseguono le indagini dei carabinieri coordinati dalla DDA L’Aquila.

Banksy e la porta rubata, le indagini sul ritrovamento nel casolare di Sant’Omero.

Una storia piena di misteri, quella che ha portato in Abruzzo un’opera d’arte dal forte valore simbolico come La ragazza in lutto, di Banksy, ritratta sulla porta dell’uscita di sicurezza del Bataclan, preso di mira da un attentato terroristico nel 2015. Il mistero inizia direttamente dall’artista, Banksy, inglese di cui si sa molto poco. Classe 1974, la sua identità è ancora ignota, seppure ci siano diverse ipotesi a riguardo, comunque il suo tratto inconfondibile spunta in ogni parte del mondo con messaggi sociali e a volte anche politici, realizzati su “spazi pubblici” alla portata di tutti. Nonostante questo approccio, tra case d’asta e imprenditori, sono stati in molti che hanno cercato di far “fruttare” economicamente opere che invece volevano avere respiro “universale”. E così probabilmente è capitato anche per la porta del Bataclan, che si ritiene fosse destinata al contrabbando.

Al momento, nella “operazione Banksy” sono coinvolte tre persone, che naturalmente non possono essere le stesse che hanno compiuto l’ardito furto, incuranti delle telecamere di sorveglianza. Le tre persone al centro dell’inchiesta che ha portato la polizia giudiziaria francese e italiana, con i Carabinieri, a Sant’Omero, sarebbero entrate in scena solo dopo. Ci sarebbe infatti un magrebino di 50 anni che è ritenuto il “trasportatore”, dalla Francia all’Abruzzo, della preziosa opera. La seconda persona coinvolta, “il mediatore”, è un 60enne di Giulianova, ex venditore di automobili, nato in Francia, che avrebbe presentato il magrebino alle terza persona, il 50enne di Tortoreto, nelle cui disponibilità c’era il casolare di Sant’Omero in cui è stata ritrovata la porta del Bataclan.

Agli investigatori e alla magistratura italiana, il compito di definire i ruoli precisi e le responsabilità dello strano trio, ma naturalmente l’indagine – soprattutto per i poliziotti francesi – è molto più ampia. Intanto c’è da capire come il 40enne magrebino che ha portato l’opera di Banksy in Abruzzo sia venuto in contatto con la famosa porta del Bataclan. Inoltre si dovrà scoprire la destinazione finale dell’opera che nel casolare di Sant’Omero evidentemente ha trovato solo un temporaneo nascondiglio per avviare le trattative di vendita. Se l’Abruzzo era una tappa intermedia dalla Francia, non è escluso che la porta fosse destinata a qualche paese del medioriente. Ad ogni modo il terrorismo non dovrebbe entrarci granché. Secondo l’attuale orientamento, infatti, l’opera di Banksy non è stata rimossa dal Bataclan come “messaggio politico-terroristico” di chi contesta il valore simbolico dell’opera, ma semplicemente per il valore economico della stessa opera, anche se difficilmente quantificabile. Insomma, la pista è quella del contrabbando internazionale, senza implicazioni più inquietanti, ma tante sono le cose che restano da chiarire in questa sorta di intrigo internazionale che al momento ha tre pedine sul campo, ma ne nasconde molte di più.