Sdl, il business delle perizie contro le banche e quegli avvocati “furbetti”

Sdl, il business che approfitta dell’astio nei confronti delle banche per promuovere cause temerarie. Storica sentenza a Cagliari: responsabili anche gli avvocati di Sdl.
Società e associazioni promettono di assistere aziende e privati cittadini contro le banche nell’ambito di presunte attività legate a usura e anatocismo bancario, attraverso la vendita di perizie che si rilevano carta straccia in sede di tribunale, anche perché l’avvocato che deve assistere il “cliente” è scelto nella cerchia dei “convenzionati” con la stessa società e “opera” sui grandi numeri e non caso per caso. Così il “cliente” si ritrova con una causa persa, nessun risarcimento e un rapporto “complicato” con la propria banca e anche con tutte le altre. La questione è stata già affrontata da numerose inchieste a carattere nazionale, ma adesso spuntano anche avvocati che oltre ad aver danneggiato i clienti, chiedono compensi oltre quelli pattuiti.
A spiegare a IlCapoluogo.it la delicata questione, la presidente di SOS Difesa Legalità, Deborah Betti: “La crisi economica generale ha inasprito i rapporti tra clienti e banche, portando disagi e un senso di astio tra i cittadini. Sono così nate delle società private come la Sdl che, dietro pagamento, forniscono perizie che promettono di riequilibrare il rapporto tra banca e cliente, incardinando cause che evocano parole come anatocismo e usura bancaria“. L’esito di questi affari è purtroppo noto: spesso queste società forniscono perizie che si dimostrano assolutamente inefficaci ai fini dell’obiettivo promesso al cliente, che si ritrova in una situazione peggiore di quella per la quale aveva accettato l’aiuto. A fronte di una somma che – per la complessità dei casi – spesso si rivela anche irrisoria (circa 700 euro per cause importanti), non solo non viene ottenuto il risultato raggiunto, ma gli avvocati indicati dalle società provano anche a riscuotere parcelle superiori a quelle pattuite. Intanto le società ha incassato i soldi del cliente, che – per quanto non adeguati all’impegno che ci vorrebbe per seguire singolarmente casi del genere – vanno a formare un giro d’affari imponente, in quanto queste società trattano “masse” importanti di clienti. D’altra parte “l’impegno” delle stesse società spesso si limita alla produzione “di massa” di documenti simili, senza studiare caso per caso. Adesso si aggiunge il tassello relativo alle responsabilità (deontologiche e non solo) degli avvocati che si prestano a questo “business”.
Business delle perizie, gli avvocati “furbetti” che ci provano.
È stato il Collegio giudicante di Sassari, la scorsa settimana, a respingere la richiesta di un avvocato della Sdl che, dopo il versamento pattuito di circa un migliaio di euro da parte dei clienti, a causa conclusa (e persa) hanno presentato una fattura da oltre 20mila euro, portando i clienti in tribunale pur di farsi pagare, nonostante le rassicurazioni per cui la cifra iniziale coprisse tutte le spese. Il Tribunale di Sassari, ovviamente, ha respinto la richiesta dell’avvocato, ma intanto i clienti, che già avevano perso una causa contro la banca, sono dovuti tornare in Tribunale a causa del loro stesso avvocato.
Le varie sentenze che si sono succedute a seguito delle battaglie portate avanti da SOS Difesa Legalità, hanno innanzitutto evidenziato “il rapporto di collaborazione economica tra le società e gli avvocati, già sanzionato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, essendo un illecito deontologico“. Un illecito deontologico, in quanto gli avvocati, con questo meccanismo, non sono proiettati verso l’interesse del cliente, ma ad accaparrarsene il più possibile, promuovendo cause che spesso si rivelano temerarie. Senza contare la “concorrenza sleale” nei confronti dei colleghi indipendenti: lavorando su grandi numeri di clienti a tariffe irrisorie, infatti, questi avvocati “rubano” clienti a colleghi che invece potrebbero seguire effettivamente gli stessi, valutando però in maniera “indipendente” le singole situazioni. E dopo tutto ciò, nonostante i compensi stabiliti nel contratto tra i clienti e le società, certi avvocati provano anche riscuotere “tariffa completa”, trascinando i propri clienti in Tribunale. Nel caso di Sassari, il Tribunale ha respinto la richiesta dell’avvocato, ma per i clienti, intanto, il danno oltre la beffa. di esser trascinati in tribunale dai propri avvocati.
Quella di Sassari probabilmente non sarà l’ultima sentenza su una questione delicata che in futuro potrebbe aprire ulteriori fronti, anche penali, a seguito delle denunce della SOS Difesa Legalità, che, a chi non vuole incappare in questo genere di problemi, consiglia: “Affidatevi ad avvocati indipendenti”.